URSKA E TADEJ. «LA NOSTRA VACANZA? IN BICICLETTA!»

PROFESSIONISTI | 25/11/2020 | 08:15
di Francesca Monzone

La loro è una storia d’amore nata sulla bici in Slovenia e oggi vengono considerati la coppia più bella del ciclismo. Stiamo parlando del vincitore del Tour de France Tadej Pogačar e di Urška Žigart, entrambi campioni nazionali, che stanno trascorrendo un ultimo periodo di vacanza prima di riprendere la preparazione per la prossima stagione.


Alla televisione slovena Tadej ha raccontato questi ultimi giorni di svago. Belli e pronti a conquistare il mondo, lui a 22 anni è il secondo corridore più giovane della storia ad aver vinto il Tour de France, lei invece di anni ne ha 24 e ha corso con la Alè BTC Ljubiana e il prossimo anno la vedremo con i colori della Mitchelton Schott.


I due campioni sloveni, prima di tornare al lavoro con le loro squadre, si sono concessi un periodo di vacanza in Stiria tra Austria e Slovenia, dove l’inverno è già arrivato.

«Urška e io ci stiamo prendendo un po 'di freddo. E’ ancora troppo caldo a Monaco e noi siamo abituati a temperature più basse alla fine della stagione» spiega Tadej.

Ma per Pogačar stare senza bici è impossibile e così lui e la sua Urška hanno passato le loro vacanze in bicicletta, godendosi in primi freddi accompagnati dal sole. «Ci sono corridori che non riescono mai a staccarsi completamente dalla bici, anche nel periodo di vacanza: Urška ed io siamo proprio così. Abbiamo trascorso solo sei giorni senza bici quest'anno, siamo andati al caldo di Dubai. Ci sono anche corridori che si fermano completamente per tre o quattro settimane, ma per noi sarebbe impossibile.Mi piace essere sempre attivo, anche durante i periodi di pausa se mi fermassi completamente lo shock sarebbe troppo grande nel momento idi riprendere».

Dopo il Tour il campione della UAE Emirates si era preso un piccolo momento di vacanza in Slovenia insieme alla sua fidanzata e la bici ha sempre avuto un ruolo fondamentale nei giorni lontano dalle gare. «A fine settembre ho fatto una breve vacanza a Bovec e naturalmente avevo una bicicletta con me. Urška e io abbiamo fatto piccole passeggiate, andando un po’ in giro, ma davvero niente di eccessivo. Perché il mio preparatore mi aveva detto di staccare dalla bici per un po’ e così ho fatto riposare testa e gambe. Non riesco mai a stare completamente senza bici, quindi non saprei neanche come passare l’intera giornata se non dedicassi un po’ di tempo alla mia più grande passione».

Pogačar è cresciuto a Klanac vicino a Komenda, mentre Urška è nata a Slovenska Bistrica: a farli conoscere è stata la passione per il ciclismo e sempre di più lei sta diventando un punto di riferimento per Tadej, tanto che le loro lunghissime telefonate sono note a tutti in carovana.

«Penso spesso ad Urška nei momenti veramente difficili. Ognuno deve trovare il proprio movente, penso che funzioni come un conto alla rovescia. Molte volte penso a lei, soprattutto quando le tappe sono davvero lunghe».

Mentre Tadej era al Tour de France, anche Urška era impegnata con le corse e i risultati della Grande Boucle le venivano dati dalla sua ammiraglia. Alla fine di ogni tappa, per la coppia slovena c’era la normalità e quei momenti solo per loro, dove parlavano della corsa ma anche di altro per liberare la mente dall’impegno agonistico.

«Urška ha avuto un ruolo fondamentale durante la corsa, mi faceva stare bene e pensare ad altro e questo era quello di cui avevo bisogno e lei lo aveva capito da sola, è stata veramente formidabile».

Poco più che ventenni, i due talenti cercano di stare lontani solo durante le gare e appena possibile tornano a Monaco dove abitano, oppure in Slovenia dove ci sono le loro famiglie. Sono semplici nel loro quotidiano, guardano serie televisive sul divano, oppure mentre lei suona la chitarra, lui gioca con la playstation. La coppia più seguita del ciclismo al termine di questa vacanza riprenderà l’attività e ognuno seguirà la propria squadra.

«Siamo abituati a questo stile di vita e ognuno rispetta il lavoro dell’altro. Insieme funzioniamo bene perché ci comprendiamo, lei è il mio supporto e il mio punto di riferimento e io lo sono per lei».

 

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