GUARNIERI. «RIPARTIRE? SI', MA SENZA PORTAR VIA TAMPONI A CHI NE HA PIU' BISOGNO»

PROFESSIONISTI | 28/04/2020 | 12:10
di Alessandra Giardini

Dipende da quello che hai, fuori ma soprattutto dentro. Se ti annoi a casa tua, il problema non è la quarantena. Jacopo Guarnieri è abituato a vivere, e se il mondo si mette in pausa si guarda attorno e prova a capire. E’ stato uno dei primi ad accorgersi che c’era una pandemia. Era ad Abu Dhabi, quando la corsa è stata sospesa per virus. La sua squadra, la Groupama-FDJ, era nel famoso quarto piano messo sotto sequestro. Quando è finalmente tornato a casa, si è isolato lui, per non mettere in pericolo nessuno. Casa sua è in Val d’Arda, provincia di Piacenza. Il presunto paziente zero era di Fiorenzuola, «a dieci chilometri da qui». Il virus è stato feroce con queste colline, «ho perso mia nonna un mese fa, non posso dire che sia morta per il virus perché non le hanno mai fatto il tampone. Non ho potuto salutarla, nè stare vicino a mio nonno». C'è Adelaide, che compirà tre anni a giugno, «ha molto del mio carattere, è comandina, ma adesso è irresistibile». Il futuro è lei, il resto ha i contorni sfumati di chi vive in un mondo preso dal contagio con un mestiere fermo e un contratto in scadenza, «stiamo trattando, certo non era il momento ideale». Sono sei settimane che non si può uscire in bicicletta, neanche se sei un professionista. «Un periodo così lungo senza bici non l’avevo mai passato. Non a novembre, quando la stagione si ferma. E neanche per un infortunio. La cosa peggiore è stata non avere una data. Ma è peggio quando sei infortunato e tutti gli altri corrono, quello ti fa male. Questo è un problema globale, molto più grande della bici». 


Il 4 maggio si riparte. Ha già pensato dove andrà?


«Tanto pioverà...».

Ci si potrà allenare ma da soli.

«Io mi alleno già da solo, non cambia niente. Anzi, meglio: nessuno mi si potrà mettere a ruota».

A casa si annoia?

«Sinceramente no. Certo, ho voglia di uscire. Ma in questa bolla silenziosa ci sto bene. Essere in campagna aiuta, ho il giardino, il cane. Ho la mia musica, i miei libri, le pentole».

Le pentole?

«Sono un oste mancato, cucino molto, soprattutto per gli altri, per gli amici. Adesso cucino per me e per Adelaide. Ho provato anche a fare il pane, come tutti, ma non mi è venuto bene. Con la piadina invece sono cintura nera: però ci metto un sacco di strutto. Meno male che ad Adelaide piace l’hummus, così facciamo un mix fra salutare e grasso».

I programmi sono già fatti?

«A metà maggio dovrebbero esserci tutte le date, ma la squadra non cambierà programmi: il Tour lo fa Pinot, io dovrei essere nella squadra del Giro».

Qual è la cosa che le manca di più?

«Le corse. Stare con i miei compagni. Quello che nel calcio chiamerebbero lo spogliatoio, e per noi è il bus. E poi il brivido delle volate, quella botta di adrenalina mi manca moltissimo».

Come si immagina le prime corse? Che ciclismo sarà?

«Faccio una premessa: in questo momento non ci sono abbastanza tamponi e non mi sembra giusto dare la precedenza agli atleti. Spero che per quando dovremo correre la carenza sia passata, non sarebbe giusto sottrarli a chi ne ha più bisogno. Bisognerà essere coerenti, non possiamo rischiare di essere gli untori internazionali. Piuttosto è meglio non correre».

E’ difficile immaginare una grande corsa a tappe, con tutto il gruppo che ogni giorno si sposta.

«Difficile ma fattibile. Già prima le squadre disinfettavano gli alberghi, l’aria condizionata, tutto. Ora dovrà essere obbligatorio per tutti. Se sono aperte le fabbriche, penso che si possa anche correre. Certo, più probabilmente a porte chiuse: controllare 160 corridori non è impossibile».

Il ciclismo a porte chiuse è quasi un controsenso. 

«Non è quello che vogliamo. Ma in un’idea di sport come svago per la gente, di oppio dei popoli, per molti sarebbe bello anche soltanto vederlo in tivù. Almeno adesso».

Il ciclismo virtuale le piace?

«In questo momento va benissimo, gli sponsor vivono di esposizione, perché no. Il Fiandre virtuale è stata la settima corsa dell’anno come share, è divertente. Certo, un’ora poco più contro le sei abbondanti della corsa vera: sportivamente vale meno di zero. Però è sempre meglio di niente».

dal Corriere dello Sport-Stadio

Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Mario Cipollini è un acuto osservatore delle cose del ciclismo e ha postato su Facebook una riflessione interessante, scaturita dall'osservazione della foto che vedete, scattata pochi metri dopo il traguardo della Gand-Wevelgem di domenica scorsa. Ci sembra giusto poroporla all'attenzione...


Il Fiandre di Pasqua grande protagonista a Radiocorsa questa sera alle 19.30 su Raisport. Ne parleremo con Matteo Trentin, Michele Bartoli e con Gianluca Bortolami. E poi tutte le immagini delle classiche del Nord che hanno preceduto il Fiandre,...


Matteo Jorgenson è un ragazzo schietto, con le idee chiare e nessun timore del confronto. Ieri - dopo il suo splendido trionfo alla Dwars door Vlaanderen al termine di una corsa emotivamente complicata per ovvie ragioni - ha ricevuto anche...


L’incidente di Wout van Aert, avvenuto  durante la corsa Attraverso le Fiandre, è ancora più serio rispetto a quanto riferito nel tardo pomeriggio di ieri e oltre alla clavicola e sette costole, al belga è stata riscontrata anche una frattura...


La Dwars door Vlaanderen ha mostrato i due volti della medaglia alla Visma-Lease a Bike, perché da una parte c’è stato il successo di Jorgenson, ma dall’altra parte il dramma di Van Aert. La Attraverso le Fiandre ha donato la...


Purtroppo anche Michele Gazzoli si è rialzato letteralmente "con le ossa rotte" dalla caduta di ieri alla Dwars door Vlaanderen. Il venticinquenne bresciano della Astana Qazaqstan è stato portato in ospedale subito dopo il ritiro e gli esami radiografici hanno...


Battagliera in gara, sorridente e soddisfatta sul podio. Possiamo usare queste poche per descrive la Letizia Paternoster che abbiamo visto ieri alla Dwars door Vlaanderen. La ventiquattrenne atleta della Liv AlUla Jayco ha concluso i 114 chilometri di gara alle...


In casa Hutchinson la annunciano come quella che è la copertura più veloce di sempre, ecco a voi il nuovo pneumatico da strada ad alte prestazioni chiamato Blackbird. Realizzato a mano in Francia e pensato per stabilire solo nuovi record, Blackbirds...


Alla fine, non è sempre il più forte a vincere. Certamente non nel ciclismo, e sicuramente non nella Parigi-Roubaix. Sulle strade dell'Inferno del Nord, i "più forti" possono arrivare primi nel leggendario velodromo con la stessa facilità con cui si...


Decisamente non verrà dimenticata presto la giornata della Dwars door Vlaanderen 2024. Dopo aver prestato assistenza ai corridori coinvolti nel terribile incidente della corsa maschile, l'auto di un medico della corsa - che stava rientrando al punto di soccorso -...


TBRADIO

-

00:00
00:00
VIDEO





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi