
Spesso capita che le gare di ciclismo riescano a riservare degli incontri speciali, quelli che la televisione non ti fa vedere, ma che regalano storie uniche. Tutto è successo per caso, in un tranquillo post tappa tra conferenze stampa ed interviste, ci trovavamo ad Aprica ed Anna Henderson aveva appena finito di raccontarci la sua emozione per la vittoria e l’onore di indossare la maglia rosa. Eravamo pronti a raccogliere gli zaini ed andarcene quando siamo stati attirati dal tentativo della nuova leader della generale di raggiungere l’altra parte delle transenne. C’era qualcuno dall’altra parte, un uomo e una donna che l’applaudivano e le facevano dei complimenti, due tifosi particolarmente emozionati, ma ci è bastato avvicinarci per entrare in un mondo davvero speciale.
Janet e John Henderson sono follemente innamorati dell’Italia e per questi giorni di Giro Women hanno appositamente chiesto delle ferie in modo da riuscire a seguire la figlia nelle varie tappe. Sono stati travolti dall’emozione, vedere Anna in maglia rosa è qualcosa di veramente speciale e anche se c’è un’alta transenna le fanno i complimenti e ricevono in regalo due mazzi di fiori. Eppure per godersi la vittoria hanno dovuto accontentarsi di una diretta streaming sul cellulare a causa del traffico su tutta la salita. Poi, con la bici, sono risaliti fino all'arrivo propri quando la cerimonia di premiazione era appena terminata. «Amiamo l’Italia e quest’anno abbiamo deciso di seguire le varie tappe, andiamo con la macchina dove riusciamo e poi proseguiamo in bici. Purtroppo siamo stati bloccati poco prima dell’arrivo, c’era tanto caos e ci siamo persi la sua vittoria, ma non importa, è stato comunque bellissimo – ci dicono insieme- siamo felicissimi, se lo merita davvero anche perché l’anno scorso è stata una stagione molto sfortunata, si è fratturata la clavicola e ha corso poco. Ha lavorato tanto per essere al Giro in una buona forma, è la sua prima volta qui, è un’esperienza che voleva assolutamente provare. E’ entrata in fuga ed è arrivata fino alla fine, è bellissimo»
La coppia inglese è simpaticissima, capiamo subito che amano scherzare, ma il dettaglio che ci colpisce maggiormente è uno: John capisce molto bene l’italiano e lo parla anche in modo discreto. Un fatto, per certi versi insolito, ma basta una domanda sul motivo del suo bilinguismo per fare un viaggio nel passato della neo maglia rosa. «Ha iniziato come sciatrice, seguiva il fratello maggiore, lui poi è diventato musicista. Anna è sempre stata fortissima, ha partecipato a gare internazionali di alto livello e per seguirla abbiamo iniziato a viaggiare in Italia e ad innamorarci di questo paese. Abbiamo visitato posti bellissimi come il Trentino e l’Abetone, ma soprattutto il Mottolino, sono zone che conosciamo davvero molto bene. Poi un giorno durante il campionato nazionale è finito tutto, Anna aveva vinto la prima manche di gare, ma poi nella seconda è caduta, si è rotta una gamba, è stato davvero terribile. Durante la riabilitazione ha iniziato ad andare in bici in un velodromo di Londra, un allenatore l’ha notata, le ha consigliato di provare e da lì è iniziata una nuova avventura» ci racconta papà John spiegandoci come all’inizio sia lui che la moglie fossero increduli delle capacità della figlia in bici, dalla pista è passata alla strada e da lì poi ha trovato il primo agente, la prima squadra e non si è più fermata.
Janet e John hanno sempre seguito la figlia ovunque, prima era lo sci, ora il ciclismo e gara dopo gara sono finiti con l’appassionarsi anche loro. L’hanno accompagnata alle prime competizioni, poi i Tour de France, addirittura alle Olimpiadi dove c’è stata l’emozione più grande di tutte con la vittoria della medaglia d’argento nella prova a cronometro. «Siamo andati a Parigi, non potevamo mancare, è stato pazzesco.- prosegue John- Eravamo sulla linea di arrivo e io cercavo di fare dei video con il mio telefonino, eravamo emozionatissimi. Quando poi l’abbiamo vista salire sul podio e indossare la medaglia d'argento siamo scoppiati a piangere. E’ stata un’avventura speciale ed indimenticabile, peccato che siamo subito dovuti tornare in Inghilterra, il giorno dopo ero già al lavoro».
È bellissimo sentire i racconti di questi due genitori inglesi fieri della loro secondogenita che sta crescendo come atleta e ora finalmente si sta togliendo anche qualche soddisfazione personale. Nelle ultime 4 stagioni aveva corso al fianco di Marianne Vos nella Visma Lease a Bike, un vero e proprio squadrone, dove però, come ci dicono Janet e John, Anna lavorava unicamente per le sue compagne, era arrivato il momento di cambiare. «In Lidl Trek è tutto diverso, è un ambiente speciale, è una vera e propria famiglia e non c’è un’atleta che vuole imporsi. Elisa Balsamo è davvero molto forte, ma lei è veramente simpatica, è una brava persona».
Salutiamo i signori Henderson a malincuore, data la loro simpatia potremmo parlare con loro l’intero pomeriggio, ma altro lavoro ci attende. Per loro il viaggio del Giro è appena iniziato, già da oggi saranno all'arrivo di Trento per supportare Anna, poi in Veneto, in Emilia Romagna e nelle Marche, ci sono tanti bei posti da visitare con la scusa del ciclismo. John per esempio non vede l’ora di vedere Bologna, potrà farlo lunedì a corsa finita e poi magari ci sarà il tempo di qualche altra deviazione. Intanto ci facciamo una promessa: rivederci a Imola, nell’autodromo dei grandi campioni, pronti a tifare per tutti ed ad emozionarsi. C’è un ultimo segreto che però John ci tiene a svelarci. «Sapete perché Anna è così forte? – ci dice- ha preso tutto dalla mamma».
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