Il ciclismo come denominatore comune. Una passione, un lavoro, uno stile di vita. Ivano Fanini, l’uomo amico di due Santi, visto che ha conosciuto Paolo VI e Giovanni Paolo II (il quale suggerì il nome Amore e Vita che ancora oggi campeggia sulle maglie in tutto il Mondo), le battaglie contro il doping. Tutte questioni note. Ma c’è una storia meno conosciuta. La spiega il figlio di Ivano, Cristian Fanini: «Stiamo correndo in Argentina con la squadra. Una parte della nostra famiglia vive là da oltre 70 anni e cioè, da quando il nostro compianto zio Ivano, fratello di mio nonno Lorenzo, fondatore dei team Fanini, si trasferì in Sudamerica. Mio padre fu chiamato Ivano proprio in suo onore visto che negli anni Quaranta del precedente secolo era un fortissimo ciclista. Si trasferì dall’Italia a Mendoza per produrre e vendere vino. Altri dal capannorese tentarono la stessa fortuna, molti provarono negli Stati Uniti. Nel Paese del tango e della Pampa abbiamo diversi cugini, con i quali manteniamo ancora oggi uno splendido rapporto, ci sentiamo a casa».
E ancora: «C’è un aneddoto particolare. Mio padre – ricorda Cristian - nel 1976 venne in viaggio di nozze proprio in questo Paese per visitare i suoi parenti che non erano potuti venire al matrimonio e visto che era ‘malato’ di ciclismo, insieme a mia madre passò tutta la luna di miele al seguito della Vuelta Mendoza che a quel tempo era la corsa principale. Alla fine della competizione ritornò in Italia portandosi dietro il primo ed il secondo della classifica generale per farli correre nelle nostre squadre. Da quel momento in poi cominciò a lavorare per lo sviluppo del ciclismo argentino, fu anche CT, ed ogni anno la nostra squadra ritornava riportando in Italia i migliori talenti da lanciare”. Erano i tempi del regime del generale Videla, gli oppositori diventavano “desaparecidos” e Ivano Fanini aiutò molti ciclisti. “Tra questi Osvaldo Frosasco, che sarà al seguito del nostro team, ma anche il pistard Alexandre, lo scalatore Daniel Castro che vinse in Italia una tappa al Trofeo dello Scalatore, così come gli altri nostri ex atleti Edoardo Trillini e Luis Moyano. Mio padre li aiutava, pagandogli il viaggio in Italia dove continuava a sostenerli. Poi passò tra le nostre file anche l’attuale Presidente della Federazione Ciclistica Argentina, Gabriel Curuchet e perfino suo fratello, Juan Esteban, vincitore dell’oro Olimpico a Pechino: mio padre Ivano si adoperò per fargli fare delle sei giorni in pista agli inizi della carriera. Nei vari anni saranno passati da noi in tutto almeno un centinaio di corridori argentini tra dilettanti e professionisti. Se vinciamo dedicheremo il successo alla memoria sia di Ivano, il primo Fanini della storia ad aver vinto una corsa in bicicletta che a quella di mio zio Michele, scomparso improvvisamente il 4 novembre scorso».
Massimo Stefanini
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