MAPEI. CON IL RITIRO DI EISEL SI È CHIUSA UN’EPOCA

PROFESSIONISTI | 16/01/2020 | 13:00
di Giulia De Maio

Con il ritiro di Bernhard Eisel dopo 19 stagioni da professionista, per la prima volta non ci sarà in gruppo più alcun corridore della Mapei. «Nel 2001 il dottor Squinzi mi diede la possibilità di vivere il mio sogno. Chi l’avrebbe detto che sarebbe durato così a lungo. Dispiace che questo capitolo si sia concluso, ma sono molto orgoglioso di averne fatto parte. Grazie» scrive in un tweet l’austriaco a chi gli fa notare che con il suo addio è terminata un’era ciclistica. 


A dirigere Eisel, Cancellara, Pozzato e il resto degli allora giovani della formazione voluta da Giorgio Squinzi e dalla moglie Adriana Spazzoli, entrambi mancati alla fine dell’anno scorso, c’era Roberto Damiani, oggi alla guida dall’ammiraglia della Cofidis. «Il passare del tempo è inevitabile, ma a 20 anni dall’inizio dell’epoca Mapei è ancora incredibilmente attuale. La filosofia e  il metodo di lavoro introdotti allora hanno lasciato il segno. L’idea di creare un gruppo giovani fu la risposta a una necessità: valutare e far crescere talenti da inserire nella prima squadra. Oggi in Italia mancando un team World Tour non può esserci qualcosa del genere, le nostre Professional lavorano in quest’ottica ma i loro frutti vengono raccolti da realtà straniere. Penso a Egan Bernal cresciuto all’Androni che ora primeggia in maglia Ineos nelle più grandi corse al mondo. Le squadre più grandi hanno dei bei vivai, anche in Cofidis stiamo valutando di concretizzare un progetto piramidale per far crescere i giovani direttamente in “casa nostra”» racconta il tecnico milanese dall’Australia, dove inizierà la stagione con Elia Viviani e compagni al Tour Down Under.


Se di corridori con la maglia a cubetti colorati in gruppo non ce ne sono più, nel grande ciclismo continuano a lavorare manager (come Patrick Lefevere, che abbiamo intervistato nei giorni scorsi, ndr), tecnici (Adriano Baffi, Stefano Zanini, Davide Bramati...), addetti ai lavori (come Alessandro Tegner, di cui abbiamo scritto di recente, ndr) e membri dello staff cresciuti nella strepitosa realtà che ha dominato dal 1993 al 2002, segnando per sempre la storia del mondo delle due ruote. Oltre ai preparatori eredi di Aldo Sassi che assistono campioni di varie discipline e sportivi comuni al Centro Ricerche Mapei Sport di Olgiate Olona (Va).

«Al di là dei grandi nomi lanciati e delle tante vittorie raccolte, l’esperienza a cubetti è rimasta in tutti noi. Ricordo quando comunicammo ai ragazzi che la squadra avrebbe cessato la sua attività, il dispiacere più grande era che avevamo lavorato seriamente e allo stesso tempo ci eravamo divertiti insieme. Non succede spesso di riuscire a fare entrambe le cose contemporaneamente. Per ognuno è stato un momento educativo e di crescita. Una delle qualità di questo gruppo per cui saremo per sempre grati alla famiglia Squinzi e alla Mapei è stata di far crescere non solo i corridori, ma anche i tecnici e lo staff. Luca Guercilena, uno dei manager più apprezzati in ambito internazionale ha iniziato dirigendo quel gruppo di giovani promesse e così tanti meccanici e massaggiatori ancora in attività. Io stesso ho imparato tantissimo» conclude Damiani.

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