
Sono trascorsi 48 anni da quando ha attaccato la bicicletta al chiodo, ma Franco Balmamion, che sabato taglierà in piena salute il traguardo degli 80 anni, resta, con il suo grande amico Italo Zilioli, l'ultima vera icona del ciclismo torinese. Personaggio schivo e riservato, anti-divo per eccellenza, Balmamion, nato a Nole Canavese l'11 gennaio 1940, è diventato famoso soprattutto per aver conquistato due Giri d'Italia (nel ‘62 e ‘63) senza vincere neppure una tappa. Ma detiene altri due record significativi: è l'ultima maglia rosa piemontese, ma anche l'ultimo corridore italiano riuscito nell'impresa di vincere due edizioni consecutive del Giro. Dopo di lui non ci è più riuscito nessuno. Stava per farcela Marco Pantani nel '99, ma come gli appassionati ricorderanno il Pirata romagnolo, che fino a quel momento aveva dominato la corsa, venne fermato dalla Giuria a tre tappe dal termine, per i valori ematici fuori norma, in quella drammatica giornata di Madonna di Campiglio. "Sarei stato contento che Marco avesse eguagliato il mio record - ha sempre detto Balmamion - soprattutto perchè quasi certamente, senza quella esclusione che lui ha ritenuto ingiusta, Marco non sarebbe caduto nella depressione che poi lo ha condotto alla morte".
Il suo primo successo nella corsa rosa creò qualche problema all’interno della sua squadra, la Carpano, e in particolare con Nino Defilippis, tricolore in carica, che della formazione torinese era l’elemento più rappresentativo. "Gli accordi iniziali - ricorda Balmamion - erano che io avrei puntato alla classifica e Nino alle vittorie di tappa, come del resto aveva sempre fatto. Ma il secondo giorno andai in crisi e arrivai a 10', e allora i piani della vigilia dovettero cambiare. Poi però ho cominciato a rimontare e nella tappa di Casale, con una fuga da lontano, ho conquistato la maglia rosa". Quel giorno Defilippis si arrabbiò moltissimo, minacciando anche il ritiro... "Ma il manager della squadra, Giacotto - afferma Franco - seppe gestire bene quella situazione, anche se probabilmente alla Carpano, sotto il profilo pubblicitario, una vittoria di Defilippis avrebbe fatto più comodo. Con Nino, comunque, l’amicizia è rimasta".
Dodici mesi dopo, nel '63, Balmamion fece il bis al Giro, e nessuno potè più parlare di vittori a sorpresa. Dopo il suo formidabile biennio rosa, Franco tornò in auge nel 1967, allorchè fu 2° al Giro, 3° al Tour e conquistò il titolo italiano: il fiore all’occhiello, con i due Giri, di una carriera che, sotto l’aspetto qualitativo, non ha più avuto uguali in Piemonte.
Franco, che vive a Ciriè, è rimasto vedovo poco più di un anno fa, ma è circondato dal grande affetto dei figli Silvia e Mauro, dei nipoti Consuelo, Ettore, Matteo e Luca e di tutti gli amici dell'Associazione Piemontese Corridori, di cui fin dalla fondazione ricopre la carica di vice Presidente vicario. Gioviale e sempre disponibile, partecipa assiduamente ad ogni iniziativa dedicata alle due ruote. Sabato, proprio il giorno del suo compleanno, sarà a Casale, ospite d'onore alla presentazione di una squadra Under 23. Lunedì 13 parteciperà a Cassano Spinola all'annivesario della morte di Sandrino Carrea, uno degli "angeli" di Coppi. E sabato 18, a Sartirana Lomellina, non mancherà all'inaugurazione di una piazza intitolata al Campionissimo. Anche per questa sua instancabile presenza, a distanza di tanti anni dai suoi successi sportivi, Franco Balmamion continua a tenere ben alta la bandiera del ciclismo piemontese.
da La Stampa edizione Torino