CIMOLAI RIPARTE DALLA VALENCIANA: «VOGLIO CRESCERE ANCORA»

INTERVISTA | 16/12/2019 | 08:00
di Carlo Malvestio


«Si può dire tranquillamente che sia stata la mia migliore stagione da quando sono passato professionista. Non dico di essere andato oltre alle mie aspettative, perché quello potrò dirlo solo quando avrò raggiunto i miei sogni, tipo la Milano-Sanremo. Ero partito per fare la mia migliore stagione e ci sono riuscito». Per il 2020, Davide Cimolai riparte da qui. Dopo il biennio alla Groupama-FDJ, il 30enne di Pordenone ha ritrovato la gioia di fare il capitano e lottare in ogni gara per portare a casa un buon risultato. Un passo indietro che alla fine si è rivelato essere un passo in avanti, non solo dal punto di vista delle vittorie, ma anche perché adesso si ritrova ad essere uno degli uomini di punta di una formazione WorldTour.


Sono stati ben 24 i piazzamenti in Top10 tra classiche e singole tappe, in volate a ranghi compatti oppure in arrivi più impegnativi: «Che la squadra avesse ambizioni importanti lo sapevo, ma non credevo di essere già nel WorldTour dopo un anno – spiega il “Cimo”, come lo chiamano in squadra, a tuttobiciweb - Lo scorso anno ho fatto la scelta giusta a venire qua. La squadra ha voluto che facessi anche le volate a ranghi compatti, ha voluto darmi fiducia mettendomi a disposizione uno o due uomini, e già con questi mi sono accorto di poter raccogliere qualche buon risultato negli sprint più puri. Chiaro che per le mie caratteristiche è meglio una corsa più impegnativa, però non è mai facile trovare una gara con il profilo perfetto. Per questo bisogna provarci sempre».

Inutile nascondere che prima di vederlo del tutto soddisfatto, dovrà arrivare a braccia alzate su un traguardo importante. In carriera è stato capace di vincere una frazione alla Parigi-Nizza e due alla Volta a Catalunya e la voglia di tornare ad essere protagonista su quei palcoscenici è molta: «Mi rode un po' quel secondo posto di tappa alla Tirreno-Adriatico, perché una vittoria lì avrebbe impreziosito sicuramente il mio palmares. Però sono stato battuto da Alaphilippe, che poi ha vinto la Milano-Sanremo, quindi non posso neanche recriminare molto. Mi manca la vittoria di qualità, vale a dire una tappa al Giro d'Italia o alla Tirreno-Adriatico, oppure semplicemente in una corsa in cui la qualità dei partenti è veramente alta, come lo è stato per esempio al Tour of Britain. In quella corsa ho superato tutti i record di watt sviluppati, ma alla fine sono stato battuto una volta da Van der Poel, una da Trentin e una da Groenewegen. Cosa potevo fare?».

Nella nuova Israel Start-Up Nation ci saranno anche Dan Martin e André Greipel, quindi il peso della squadra non sarà più solamente sulle sue spalle, anche se ha dimostrato di poterci convivere splendidamente. «Credo di avere ancora dei margini di miglioramento. L'anno scorso ho acquisito fiducia col passare dei mesi, quest'anno l'avrò fin da subito e la squadra vuole affiancarmi due o tre uomini per aiutarmi. Sono curioso di vedere dove posso arrivare. È vero, ci saranno più capitani quest'anno, quindi la pressione sarà un po' meno concentrata su di me, anche se me l'auto-impongo visto che voglio migliorare ancora. Penso sia importante in particolare l'innesto di Greipel, una persona fantastica, che darà esperienza alla squadra e dal quale potrò rubare qualche segreto».

Salutati Sbaragli e Minali, l’ex Lampre è l’unico italiano rimasto in squadra: «Un peccato, però in tantissimi parlano italiano, a partire dal team manager Carlstrom». Il suo programma di corse prevede l’esordio alla Volta a la Comunitat Valenciana, alla quale seguiranno Trofeo Laigueglia, forse la Volta ao Algarve, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo, strizzando l’occhio anche alla Gent-Wevelgem. A quel punto ci sarà un ritiro in altura e il Giro d'Italia. «La squadra mi ha dato carta bianca per la scelta delle corse e questo per me ha fatto la differenza, perché puoi programmare al meglio tutto l'anno e i risultati si vedono».

Dopodiché l’unica certezza è l’Europeo di Trento, dove conta di esserci, visto che ormai è uno dei punti fermi della Nazionale di Davide Cassani: «Si può dire che porto fortuna, ho corso quattro competizioni internazionali e abbiamo conquistato due ori europei e un argento mondiale. Il prossimo anno spero di farmi trovare pronto per l'Europeo di Trento, mi piacerebbe fare bene. Purtroppo, l'Olimpiade del 2020 non si adatta alle mie caratteristiche ed è un peccato, perché arrivavo nell'età perfetta, 31 anni, e sognavo di correrne una. Nel 2024 avrò 35 anni, spero di essere ancora nella mischia per giocarmi una convocazione…».

(foto: Noa Arnon)

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