| 05/02/2008 | 00:00 Stefano Garzelli non ci sta. Il Giro d’Italia 2008 lo vuol correre a tutti i costi, anche se l’organizzatore per il momento ha escluso a sorpresa la sua squadra, l’Acqua& Sapone di Palmiro Masciarelli. Potrebbe essere il suo ultimo Giro. In luglio compirà 35 anni. Dal sole e dal caldo di Tenerife, Garzelli ha confessato: «L’altro giorno ero reduce da un allenamento intensissimo di cinque ore e mezzo. Torno in albergo, mi chiama mio fratello Marco, che è anche mio procuratore, e mi dice che la mia squadra non è stata invitata al Giro. Mi sono seduto, ho detto basta, smetto di correre. Non val più la pena far tanti sacrifici. Non è giusto. Poi ci ragioni su e pensi che non può finire così, ci si potrà spiegare, capire, tornare su decisioni che mi sembrano assurde».
Garzelli, l’Acqua& Sapone pare sia stata esclusa per ragioni etiche che riguardano doping e antidoping.
«Non so perché, non capisco, forse l’organizzatore l’avrà spiegato a Masciarelli. So che c’è un incontro fra i due verso il 10 febbraio. Dunque è giusto ancora sperare, credo ci sia posto per una ventiduesima squadra, arrivando a 198 corridori. Credo di meritarmi un’ultima chanche, ho sempre onorato quella corsa».
Già, vincendola alla grande nel 2000, col sorpasso a Casagrande nella crono spettacolare da Briancon a Sestriere.
«Un momento irripetibile e trionfale per me, che non cancellerò più dalla memoria. Ma anche nelle altre circostanze ho sempre lottato, ho sempre dato il massimo, in ben 11 partecipazioni, sino allo scorso anno, con quelle due vittorie di tappa a Bergamo e a Lienz, che credo proprio siano state apprezzate da tutti».
Un problema di doping in effetti c’era stato nel 2002, in un Giro che stava dominando, almeno nella fase iniziale.
«Trovato positivo con una sostanza come il Probenecid, che dovrebbe servire a coprire altre sostanze che non c’erano.E la Wada tre anni dopo, nel 2005, ha ufficializzato e messo nel regolamento di fare molta attenzione a valutare la presenza nelle urine di quel prodotto a causa dell’alto inquinamento alimentare. Era la mia tesi, che non era stata accolta all’epoca. In realtà io non ho mai avuto problemi con i Nas, con le perquisizioni, con tutto. Ci tengo a sottolinearlo».
Non essere invitati al Giro potrebbe voler dire rinunciare anche alla Tirreno-Adriatico, alla Sanremo, alle altre sfide allestite dalla RCS.
«È quello il problema. E io sto preparando con grande concentrazione già la Tirreno-Adriatico di metà marzo. È una stagione importante per me, una stagione decisiva per quel che riguarda il mio futuro».
Una stagione che si conclude o quasi col mondiale di Varese sulle strade di casa.
«Ecco il punto. Io a quel Mondiale vorrei recitare da protagonista meritandomi ovviamente la maglia azzurra. Però non posso stare a casa dal Giro d’Italia, non posso rinunciare alla corsa che è stata la mia vita, che mi ha reso celebre, che per me è davvero tutto».
Non ha pensato anche a cambiare squadra? C’è ad esempio la Lampre che potrebbe cercare un leader per il Giro, visto che Cunego è orientato sul Tour de France.
«È presto per parlarne, è giusto che il team manager Mascairelli si incontri con l’organizzatore del Giro per capire e per avere spiegazioni. E non mi spingo oltre. Merito di correre il Giro, così come lo merita la squadra».
Suo fratello ci ha detto che dopo il Giro d’Italia 2007 le richieste di altre squadre non erano mancate e che lei potrebbe proseguire sino al 2010.
«Tutto vero, ma per proseguire ho bisogno di disputare un grande 2008. Lo sto preparando, debutto fra una decina di giorni a Grosseto, in anticipo rispetto al passato. Ma non posso stare a casa dal Giro d’Italia. E lo voglio affrontare con la mia fidata squadra. Perchè lo meritiamo».
Il mancato invito per questioni etiche?
«Non capisco. Subito ho pensato: smetto. Poi ho capito che non è giusto chiudere così. Correre con la Lampre? Vedremo»
da Tuttosport del 5 febbraio
a firma Beppe Conti
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