| 11/12/2007 | 00:00 L'inchiesta avviata dalla Procura di Trento ed incentrata sul doping nella mountain bike, che ha portato ad una trentina di perquisizioni da parte del Gico della Guardia di Finanza presso le abitazioni di noti e titolati biker azzurri, provocando una bufera nel settore fuoristrada italiano, già attanagliato da una crisi gestionale e tecnico-agonistica a causa della disfatta azzurra agli ultimi mondiali MTB di Fort William, in Scozia, prosegue. Infatti, il medico della nazionale di mountain bike della Federciclo, il bolognese Giovanni Posabella, ieri, si è presentato spontaneamente presso l'Ufficio della Procura Antidoping del CONI, presieduto da Ettore Torri, per negare ogni sua implicazione in merito al presunto doping in seno alla nazionale. Il Dr. Posabella, inoltre, ha prodotto i documenti rilasciati della Procura della Repubblica di Trento, dopo la perquisizione domiciliare subita, riservandosi di produrre una memoria difensiva. La Procura Antidoping, però, non è stata in grado di contestare fatti specifici, non avendo ancora ricevuto i documenti da parte dell'Autorità Giudiziaria di Trento, che ha avviato l'inchiesta.
Nel frattempo, i dirigenti delle società di mountain bike si augurano che sia fatta piena luce e, qualora le indagini accertino comportamenti fraudolenti, i colpevoli siano severamente puniti. Non solo, ma a tale proposito, il manager aziendale milanese Erminio Bolgiani, che, insieme all'amico e noto costruttore di bici, Ernesto Colnago, finanzia il team "rosa" Colnago CAP Arreghini, comprendente quattro atlete azzurre e capitanato dall'emergente ventiduenne bolzanina Eva Lechner, vincitrice nel 2007 del tricolore femmninile su strada e del Campionato Europeo Under 23 di mountain bike, lancia un invito alla Presidenza della Federciclo. "Non il tutto il male - ha precisato Bolgiani - viene per nuocere. Questa bufera, che si è abbattuta violentemente sul nostro fuoristrada, potrebbe servire per un salutare rinnovamento settoriale ed un drastico cambiamento di rotta. In pratica, sarebbe auspicabile un cambio del gruppo dirigenziale del Settore Fuoristrada della F.C.I., che, fra l'altro, non ha saputo investire sui giovani, continuando a convocare in nazionale biker anziani, senza ottenere risultati degni di rilievo".
da Tuttosport a firma GianMarco Corrieri
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