La Repubblica: intercettazioni choc inchiodano Di Luca

| 28/06/2007 | 00:00
Il ciclismo non trova pace. Dopo la squalifica di Basso e il salbutamolo di Petacchi e Piepoli, sembra vicina la resa dei conti con il fresco vincitore del Giro d’Italia, Danilo Di Luca, il corridore che non più di un mese fa era stato definito da più parti il futuro di questo sport. Ad incastrarlo è un documento di 572 pagine. È l’informativa che i carabinieri del Nas di Firenze hanno inviato nei giorni scorsi al Pm di Roma Paolo Ferraro, che coordina l’indagine “Oil for Drug”. Dentro ci sono molti documenti che lo riguardano. Intercettazioni ambientali e telefoniche, audio e video, che alla fine lasciano ben pochi dubbi e che, al di là del loro esito sul piano della giustizia sportiva, avraanno conseguenze enormi sull’immagine del ciclista. Tra i vari documenti inviati dai carabinieri c’è, in particolare, una telefonata tra il campione e il medico Carlo Santuccione, nonché un’inquietante ripresa video in cui il medico prepara una fiala - secondo il rapporto dei carabinieri, di eritropoietina - destinata proprio a Di Luca, in attesa nell’altra stanza insieme ad un compagno. La notizia arriva all’indomani del caso che ha travolto Alessandro Petacchi - trovato positivo al salbutamolo (contenuto nei farmaci contro l’asma) dopo la tappa vinta a Pinerolo: è ormai certo che lo sprinter non prenderà parte al Tour de France. Non ci sono i tempi tecnici per discutere il suo caso prima del via (il 7 luglio). E gli organizzatori francesi hanno ormai sposato la tolleranza zero. Petacchi sarà certamente deferito per doping e rischia due anni di squalifica. Lo stesso destino di Leonardo Piepoli, il gregario coraggioso di Simoni al Giro. L’Uci - che in un primo tempo aveva erroneamente comunicato la sua decisione alla federciclo monegasca - ha infatti equiparato la sua posizione a quella del velocista: troppo salbutamolo per essere giustificato dai certificato medici. Anche lui sarà deferito. Il filmato è di quelli definitivi. La videocronaca di un caso di doping che i carabinieri dei Nas riassumono così. «Il dottor Santuccione Carlo entra nello studio. Porta con sé, nelle mani, due siringhe, in confezioni monouso, e due fiale. Dopo aver rotto la prima fiala ne aspira il contenuto con una delle due siringhe. Dopo aver contenuto l’ago in un “cappuccio” di plastica posa la siringa sul tavolo. (...) Aspira il contenuto della seconda fiala con l’altra siringa. Infila quindi il cappuccio di plastica nell’ago. Dopo aver preso anche l’altra siringa rimasta sul tavolo, getta la fiala vuota nel cestino ed esce quindi dallo studio con le due siringhe pronte per l’uso». Nella stanza verso cui si dirige Santuccione, secondo i carabinieri, ci sono due atleti: Danilo Di Luca e il compagno Alessandro Spezialetti. Dentro la fiala: eritropoietina. «Dobbiamo farla oggi». È questo uno dei documenti più pesanti contenuti nell’informativa del Nas. E la situazione peggiora - diventa cioè fin troppo chiara - se si leggono i contenuti delle intercettazioni che precedono questo filmato. È la mattina di lunedì 17 marzo 2004. Di Luca il sabato successivo deve correre la Milano-Sanremo (l’eritropoietina ha bisogno di 4-5 giorni per non essere rilevata). Santuccione chiama: «Devi passare un attimo da me. Devi venire di corsa perché oggi bisogna farla». Di Luca risponde che andrà insieme ad Alessandro intorno alle 19. Il filmato del medico che armeggia sulle fiale è delle 19.21. I controlli “telefonati”. Nelle carte dei Nasi ci sono anche intercettazioni telefoniche. Una delle più inquietanti, perché getta un’ombra sui controlli antidoping del Coni, risale al 27 gennaio del 2004. Di Luca chiama Santuccione. Santuccione è preoccupato, non riesce a dormire per «colpa delle incazzature e dei controlli». Ma Di Luca - che i carabinieri definiscono il “figlioccio” di Santuccione - interrompe il medico dicendo che è «preoccupato» anche lui: si trova «all’Acqua Acetosa per il prelievo» e gli «hanno chiesto anche l’urina: ne vogliono poca per i controlli di idoneità ma non me l’aspettavo... Va bene?». Santuccione lo tranquillizza, gli dice che «se hanno detto che è per l’idoneità va bene». Poi però gli fa una domanda strana, gli chiede «cosa ha commesso» («facendo intendere - scrivono i carabinieri - di essere a conoscenza di qualche notizia riservata sul suo conto» e ottenendo una misteriosa conferma da Danilo). A quel punto il medico si tradisce e, praticamente, confessa: «Non mi avevano detto nulla di questo controllo (...) comunque se l’urina è poca non c’è da temere, altrimenti ce ne vorrebbe tanta». L’Sms di Mazzoleni. Oltre a Di Luca, le carte dei carabinieri coinvolgono Eddy Mazzoleni, suo compagno di squadra. Contro di lui, altrettante prove tra cui un goffissimo sms inviato al dottor Santuccione. «Ciao sono Eddy volevo solo chiederti settimana prossima quando posso venire per quei tre allenamenti... Ciao e grazie». I carabinieri sono convinti che si tratti «di un codice colegato a schemi di assunzione di prodotti proibiti». Al di là dell’sms, Mazzoleni è coinvolto anche per una telefonata eloquente. Sempre con Santuccione. Una conversazione che comincia così: «...Prima di tutto... io ho parlato anche con Danilo.... perché per domenica sera... io ho fatto 4000... sottocute...e corro sabato». E finisce con il medico che gli spiega, in maniera difficilmente equivocabile: «La bioarginina serve per farti fa... (incomprensibile)... testosterone, cioé la bioarginina ti serve perché quando tu... tu ti fai il Lu (un ormone). Reagisci... se fai il Lu senza la bioarginina secondo me non ti serve a...». Marco Mensurati da la Repubblica del 28 giugno 2007
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