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GIRO D'ITALIA | 27/05/2018 | 07:11
Manca solo la tappa conclusiva, nel monumentale scenario di Roma, per sancire i risultati e le graduatorie di tutte le classifiche del Giro d’Italia n. 101.
E’ la prima volta che un inglese vince il Giro d’Italia e l’union jack, la bandiera della Gran Bretagna, salirà sul pennone più alto mentre le note di “God save the queen”, l’inno del Regno Unito, risuoneranno ai Fori Imperiali.

Saranno dieci giri di un circuito dello sviluppo di km. 11,500, per un totale di km. 115, che daranno vita alla festosa passerella conclusiva nella capitale. Un circuito con profilo altimetrico leggermente mosso e con circa km. 2,500 di fondo stradale pavimentato con i blocchetti, i noti “sampietrini” – o “selci” per dirlo alla romana – variamente distribuiti lungo l’itinerario. L’arrivo, in leggerissima ascesa, presenta un rettilineo di m. 700 con sampietrini, appunto.

Ieri le salite nel finale di tappa in Valle d’Aosta hanno accompagnato la vittoria di tappa dello spagnolo Mikel Nieve, primo per distacco davanti a Gesink e altri reduci di una fuga con i big della classifica a marcarsi, salvo il tracollo vero e proprio di Pinot giunto al traguardo di Cervinia in piena crisi e ricoverato poi in ospedale ad Aosta.

Il tenace Dumuolin ha cercato diverse volte l’allungo lungo la salita finale ma un Froome in pieno controllo ha sempre prontamente risposto. E l’olandese, appena superata la linea d’arrivo, è stato il primo a stringere la mano e complimentarsi con Froome che lo precede nella generale di 46”.

E nella capitale d’Italia termina quello che è stato, riprendendo il titolo di un motivo musicale di Paolo Belli, leit-motiv di varie trasmissioni tv di un recente passato, “Un gran bel Giro”, davvero.

Il ponte ideale che unisce la partenza e l’arrivo del Giro d’Italia 2018, nel nome di due straordinarie città per valenze storiche, culturali, monumentali, religiose e molte altre ancora, come Gerusalemme per la partenza, raggiunge Roma, la “città eterna” per definizione, che accoglierà i protagonisti della corsa rosa n. 101 all’arrivo finale.

E’, infatti, nella capitale d’Italia che andrà in scena, in una cornice d’unica e incomparabile bellezza paesaggistica, monumentale, architettonica, culturale e religiosa, il capitolo conclusivo, il ventunesimo, di un romanzo che unisce l’aspetto sportivo, agonistico, con un canovaccio che propone luoghi, date, episodi, ricorrenze di particolare, specifico, valore storico ed emozionale, collegate con l’anno 2018.

Roma ha una lunga, lunghissima, tradizione con la corsa rosa che qui ha vissuto, nel dipanarsi della sua ultracentenaria vita, molteplici episodi come sede di partenza e d’arrivo finali, tappe – la prima già nell’edizione iniziale del 1909 vinta da Luigi Ganna, l’ultima nel 2009, cronometro individuale, vinta dal lituano Ignatas Konovalovas, tracciata nel cuore della città, atto conclusivo del Giro d’Italia di quell’anno vinto dal russo Denis Menchov. In mezzo si contano 55 partenze e 46 arrivi di tappa, con vincitori corridori che, in molti casi, hanno fatto la storia dl ciclismo. E varie volte il Giro d’Italia a Roma è stato ospitato e festeggiato, in varie forme, nella Città del Vaticano, con diversi Pontefici che hanno affabilmente benedetto corridori e seguito. Nel 1974 le operazioni di partenza e il via ufficiale avvennero proprio dalla Città del Vaticano, simbolo della cristianità cattolica, Stato interamente compreso in un’enclave della città di Roma.

I dieci giri del circuito cittadino, con partenza e arrivo ai Fori Imperiali, offriranno la possibilità di vedere, rivedere e sempre apprezzare, una significativa parte dell’unico patrimonio monumentale proprio della capitale d’Italia e che deriva dalla sua straordinaria storia che ha caratterizzato un’epoca e una civiltà con fondamenta di spessore universale.

Roma, nei suoi circa tre millenni di storia (la tradizione indica la sua fondazione il 21 aprile del 753 a.C. con i gemelli Romolo e Remo e la lupa che li allattò, diventata poi simbolo di Roma), è considerata la prima grande metropoli dell’umanità, centro di una delle più importanti civiltà antiche con testimonianze di valore che sono giunte fino ai tempi attuali. Roma, con la sua peculiare storia, ha influenzato la società, la cultura, la lingua, la letteratura, l’arte, l’architettura, la filosofia, la religione, il diritto e i costumi dei secoli successivi.

Il suo centro storico, compreso nel perimetro delle mura aureliane, è inserito dal 1980 nel patrimonio dell’umanità UNESCO, esteso poi, nel 1990, a quello delle mura gianicolensi erette nel 1600.

E’ il comune più esteso e popoloso d’Italia che sorge sulle rive del fiume Tevere, con ampia alternanza di paesaggi che vanno dalla pianura, alle colline, al mare Tirreno con circa venti chilometri di costa, oltre agli storici sette colli, tutti attorno ai m. 50 d’altitudine, che rientrano nella sua antica storia e che sono denominati Aventino, Capitolino, Celio, Esquilino, Palatino, Quirinale e Viminale.

La sua unica storia va dal periodo della fondazione, a quello dell’età regia, repubblicana e imperiale, periodo in cui raggiunse la sua massima espansione e influenza nel bacino del Mediterraneo ed europeo. Con la fine dell’impero romano d’Occidente, dopo varie vicende, nel Medioevo, la continuità e l’influenza di Roma nel mondo occidentale furono riaffermate all’inizio dell’ottocento dalla nascita dello Stato Pontificio di cui Roma divenne capitale. In seguito alla riforma luterana dell’inizio del 1500 Roma divenne il fulcro della Controriforma che riaffermava la centralità della figura del Papa, soprattutto sul piano dottrinale, abbinata a una ridotta influenza sulla politica europea.

Nel periodo barocco, ossia nel 17^ e inizi del 18^ secolo, la città fu caratterizzata da un grande rinnovamento urbanistico la cui massima espressione è la Basilica di San Pietro in Vaticano con la monumentale piazza San Pietro antistante, consacrata nel 1626, alla cui realizzazione hanno contribuito i più grandi architetti e vari artisti, simbolo e sede delle principali manifestazioni del culto cattolico. Il periodo risorgimentale, dopo di quello napoleonico, con varie vicende, condusse alla proclamazione di Roma capitale del Regno d’Italia il 3 febbraio 1871. Gli anni seguenti vissero momenti di speciale fermento edilizio con costruzione d’edifici pubblici, ministeriali e residenziali in aree dapprima occupate da ville antiche. Dopo il primo conflitto mondiale, l’ascesa al potere di Benito Mussolini determinò una drastica rivoluzione urbanistica con l’abbattimento di edifici medievali e rinascimentali per costruire nuove direttrici stradali quali la via dei Fori Imperiali, via del Teatro Marcello e via della Conciliazione oltre a varie borgate periferiche e il quartiere EUR con architettura razionalista.

I Patti Lateranensi del 1929 condussero alla costituzione del nuovo stato indipendente della Città del Vaticano, il più piccolo stato sovrano del mondo, sia per popolazione, sia per estensione, con a capo il Pontefice.
Dopo i lutti del secondo conflitto mondiale, con il referendum del 1946 fra monarchia e repubblica, Roma divenne capitale della Repubblica Italiana.

Nel 1950 vi fu celebrato il Giubileo universale promulgato da Papa Pio XII^ e, negli anni successivi, la città visse un periodo di notevole vivacità, artistica, culturale e d’iniziative varie di respiro e riflessi anche a livello internazionale che la proposero alla ribalta mondiale anche attraverso la cinematografia, con opere che ne coglievano aspetti identificativi come, fra altre, il celebre film “la dolce vita” del grande regista Federico Fellini.

Accanto a molteplici iniziative di carattere politico come la firma dei trattati che istituirono il primo nucleo della Comunità Economica Europea nel 1957, è da ricordare il Concilio ecumenico Vaticano II, dal 1962 al 1965, sotto i pontificati di Giovanni XXIII e Paolo VI, che ha chiamato i vescovi di tutto il mondo a discutere argomenti della vita della Chiesa cattolica.

Sul piano sportivo sono da ricordare i giochi della XVII Olimpiadi, 25 agosto-11 settembre 1960, con grandi protagonisti sul piano sportivo e l’unicità di alcuni campi di gara che proposero Roma all’attenzione e all’interesse del mondo intero. Fu un successo organizzativo di riconosciuto valore e che ha lasciato alla città nuove strutture, sia civili, sia sportive, realizzate con l’apporto e l’opera di nomi di valore in vari settori dell’architettura e dell’urbanistica.

Il ciclismo azzurro, sia su strada, sia soprattutto su pista, ottenne grandi successi con un medagliere eccezionale nell’occasione dei Giochi Olimpici di Roma. Purtroppo, qualche anno dopo allora, lo sport delle due ruote nella città capitolina ha vissuto una continua e lunga parabola discendente, nonostante l’appassionata attività del Gruppo Forze Sportive Romane di Franco Mealli con le sue molteplici manifestazioni nel Lazio e in varie parti d’Italia. E’ qui che ha appreso il “mestiere”, dalla gavetta e a mano a mano con responsabilità crescenti, accanto al suo maestro Mealli, Mauro Vegni, l’attuale direttore del Giro d’Italia e delle altre corse targate RCS Sport-Gazzetta dello Sport. Ora resta il glorioso G.P. Liberazione, per la categoria dilettanti-élite, patrimonio dell’organizzazione “Primavera Ciclistica” che fruisce dell’apporto sostanzioso di un’appassionata e tradizionale azienda romana del settore per garantire la continuità dell’importante albo d’oro. La struttura del velodromo olimpico, all’EUR, inutilizzata dalla fine degli anni 1960, è stata demolita nel 2008.

Il ritrovo, il via e l’arrivo della tappa finale avvengono nell’imponente cornice dei Fori Imperiali costituiti da una serie di piazze monumentali edificate nel corso di un secolo e mezzo tra il 46. a.C. e il 113 d.C. nel cuore di Roma da parte d’imperatori. Si trovano lungo l’omonima via, ristrutturata negli anni 1925-1935, tra il Colosseo e piazza Venezia e confinano con il complesso  del Foro Romano. Vi sorgono il Foro di Cesare, il Foro d’Augusto, il Tempium Pacis, il Foro di Nerva, la Terrazza domizianea e il Foro di Traiano. Dopo largo Magnanapoli il tracciato prevede il passaggio da via 24 Maggio, fiancheggiando il complesso del Quirinale, la residenza del presidente della Repubblica Italiana, e proseguire per via Quattro Fontane, piazza Barberini e quindi raggiungere Trinità dei Monti, con la celebre scalinata. Sempre nel cuore monumentale della città eterna con immagini e atmosfere particolari, note in tutto il mondo, si giunge in piazza del Popolo, una delle più celebri di Roma, ai piedi del Pincio con il suo suggestivo panorama sulla città. Si prospetta poi la storica piazza Venezia, sottostante il Campidoglio, dove nel Palazzo Senatorio c’è la sede del comune di Roma con i vicini edifici storici dei Musei Capitolini, aperti nel 1734 e considerati il primo museo al mondo fruibile da tutti e non solo dai proprietari. Si passa per via Teatro di Marcello, dove è visibile la struttura del teatro voluto dall’imperatore Augusto nella zona meridionale del Campo Marzio, tra il fiume Tevere e il Campidoglio, poi via dei Cerchi che si apre nella piazza di Porta Capena, punto d’incontro fra i colli Celio, Palatino e Aventino. Si raggiunge poi il sito delle Terme di Caracalla, magnificente esempio di terme imperiali a Roma, costruite fra il 212 e il 216 d.C., ancora ben conservate nell’insieme della struttura e collocate in spazi liberi da edifici moderni.
Termina così il primo giro di uno scenografico circuito che si articola in circa undici chilometri con leggerissimi rilievi altimetrici, inapprezzabili, ma che racchiude motivi di varia cultura e di straordinaria ambientazione storica e monumentale di rilevanza universale qual è quella della “città eterna”, per definizione.

Un commiato del Giro d’Italia n. 101 che si collega all’inizio, con significati e simboli che travalicano e si uniscono al motivo sportivo della corsa rosa, in un’edizione dedicata al ricordo e alla memoria e, negli intendimenti di base, foriero di nuove prospettive positive, non solo sul piano della competizione.
Il vincitore finale della maglia rosa, così come tutti i corridori che porteranno a termine il Giro d’Italia, non avrebbero mai potuto augurarsi uno scenario migliore per celebrare l’edizione che apre il secondo secolo di storia, di storie e d’emozioni della grande corsa a tappe colorata di rosa.

Giuseppe Figini
(dal Tv Roadbook del Giro d'Italia)

per seguire la cronaca diretta della tappa a partire dalle 15.30 CLICCA QUI
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COMMENTI
Tristezza
27 maggio 2018 16:40 Mac75
Io se fossi in doumolin attaccherei! Se è una tappa.. va corsa..altrimenti è un bello schifo finire così con un giorno in meno! Io la donerei sempre con la crono.. i Brindisi si fanno alla sera.. anche il tour era più bello così.. e fai il giorno prima la pianura per i velocisti...!

Spettacolo indegno.
27 maggio 2018 17:44 canepari
Credo che dobbiamo ringraziare il pxxla o i pxxla che hanno escogitato questo circuito finale, bello perchè Roma è bellissima, ma estremamente ricco di trappole soprattutto se piove. Credo che a Roma si potesse fare anche altro. Non si può stravolgere l'ultima tappa, anche se, per consuetudine, è una passerella. Pericolo? Anche le discese sono pericolose, ma nessuno si sogna di neutralizzarle. Una volta che la Commisione tecnica approva un percorso, bisogna correrlo. Poche pugnette!

Il solito squallore
27 maggio 2018 23:37 pickett
Credo che anche un bambino di prima elementare capisca che le grandi corse a tappe dovrebbero finire con una crono.Invece gli organizzatori ci propongono queste schifezze,praticamente correndo una tappa in meno.Chissà cos'hanno nella testa...Poi si lamentano se l'UCI propone di accorciare Giro e Vuelta...

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