
Giulio Ciccone è stato sicuramente il corridore più combattivo della 15ma tappa del Giro d’Italia, da Tolmezzo a Sappada. Suo il tentativo che, dopo 70 km di gara, porta in fuga un folto gruppo che includeva anche il compagno Enrico Barbin. Suoi i tentativi lungo la salita di Passo Tre Croci per evitare la rimonta del gruppo. A 20 km dal traguardo, con i big scatenati, è però costretto ad arrendersi.
“Gli attacchi sono stati il tentativo per cercare, anche oggi, il successo di tappa. Come gli altri giorni però abbiamo dovuto rassegnarci: i big non lasciano spazio a niente e nessuno. Era una tappa perfetta, ma non c’è stato nulla da fare. Come squadra non possiamo rimproverarci nulla. Insieme a Barbin abbiamo fatto gli straordinari per guadagnare tempo. L’unica cosa che possiamo fare è insistere” ha spiegato Ciccone.
“Il Giro si sta dimostrando durissimo, il livello della competizione è molto alto. Arriviamo alla fine di una settimana molto tirata e finora non abbiamo mai trovato un vero giorno di calma. L’obiettivo di vincere una tappa è sempre nei nostri pensieri, ma vista la situazione nella classifica GPM, anche la maglia azzurra può diventare un obiettivo. Ora è sulle spalle di Yates, che va fortissimo e prende sempre punti pesanti al traguardo. Per vincerla servirà costanza nei GPM e inventarsi qualcosa con azioni coraggiose. Vedremo giorno dopo giorno” ha aggiunto il corridore.
Il dettaglio della classifica dei GPM vede Yates guidare con 91 punti mentre Ciccone è secondo con 52. Terzo Chaves con 47 e quarto Pinot con 46.
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