GIRO D'ITALIA | 20/05/2018 | 18:54 Fabio Aru ha vissuto oggi quello che probabilmente è il giorno più brutto della sua carriera: «Oggi ho vissuto una giornata veramente dura sotto il profilo fisico e psicologico. Voglio ringraziare i miei compagni per essermi stati vicino, il loro supporto è stato davvero fondamentale. Mi ritrovo senza forze, incapace di tenere il ritmo, svuotato. Non sto bene, ovviamente, e adesso dobbiamo capire il motivo. Ci prendiamo un po’ di tempo per fare le nostre valutazioni e il giorno di riposo di domani in questo ci aiuta. Vi chiedo solo un po’ di comprensione per il dramma sportivo, la mia forte delusione è figlia della mia voglia di fare bene. Ci tenevo tantissimo, io prima e più di tutti».
Fai quello che devi Fabio, noi siamo e saremo ancora qui, abbiamo fiducia in te !!!
Mah
20 maggio 2018 22:03Ruggero
Il tuo nuovo preparatore che non prepara, cosa dice ???
Caro mio penso proprio che sia necessario un reset che ti riporti alle condizioni iniziali, torna a fare il ciclista come si deve a tempo pieno (mi riferisco al numero di corse).
Aru
20 maggio 2018 22:30fulvio54
Mi ripeto: Meno ritiri e piu' corse.
piccola precisazione
20 maggio 2018 23:32AleC
Condivido le vostre perplessità sulla preparazione di Tiralongo anche perchè è l'unica grossa cosa che è cambiata dagli ultimi 4 anni.
Unica cosa: per correre, Aru ha anche corso. Nel 2018 ha a ruolino 2 gg in meno di Yates, 1 in meno di Pozzovivo, e 11 in più di Dumoulin. E, diciamo "d'ufficio", aveva già in programma la Vuelta, quindi salvo infortuni porterà a casa i soliti 70-80 gg di corse annui che fanno più o meno tutti i corridori.
Il problema è il come. Magari dovrebbe affrontare qualcuna di queste corse meno "imballato" di allenamento, magari ecco non prendere 1 minuto in 10 km di crono alla Tirreno. Ma non per altro, ma perchè fa morale, perchè trovare una conferma ogni tanto fa bene. Anche solo una sgasata "ignorante" come quelle di Nibali alla Sanremo che poi, metti mai, una volta vai a segno.
21 maggio 2018 08:11foxmulder
Io sono per un modello di squadra in cui è la società ad occuparsi della performance degli atleti, selezionando personale preparato e competente per farlo. E non sto parlando di chimica, ma di allenamento, alimentazione, riposo, integrazione, monitoraggio. Certo che dalla premiata tabaccheria Lampre-UAE tutto questo non ce lo si può aspettare. Meglio dare tre milioni ad un corridore e dirgli “arrangiati” (cosa che in effetti, con quella cifra, dovrebbe anche riuscire a fare, per caritá)...
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