L'ABC DI COSTA | 09/05/2018 | 17:28
di Angelo Costa -
C come Cassani. Nel senso di Davide, ct della Nazionale e molto altro. Nel suo caso, molto significa molto di più. Tanto che la vera impresa è qualificare il suo ruolo al Giro: c’è chi pensa che sia qui come tecnico azzurro, altri come opinionista al Processo della Rai, altri ancora come supervisore del Giro under 23 o per preparare la prossima maratona, avendolo incrociato sul lungomare di Tel Aviv mentre correva. Da quando si alza da letto (più o meno intorno alle 4 del mattino) a quando si corica (più o meno intorno alle 4 del mattino), viene avvistato in almeno quattrocento posti diversi: da accurate indagini scientifiche, risulta che non abbia sosia. Da ex corridore è riuscito a far meglio anche di Moser, stabilendo uno straordinario primato: è stato il primo di sempre a far stare novanta minuti dentro un’ora. Chi ha provato a tenerne il passo, al termine della giornata pensava di aver già trascorso un mese: è infatti tornato in albergo dopo tre ore di bici, due ore di diretta tv, quattro compleanni, dodici conferenze stampa, tre inaugurazioni di negozi locali, sei pranzi (sempre alla stessa ora, in altrettanti posti diversi) e otto cene. E’ talmente rappresentativo da esser stato nominato presidente dell’Apt, l’ente di promozione dell’Emilia Romagna: grazie a lui, l’immagine della sua terra è dappertutto. Per lo stesso motivo, ha rischiato di esser consultato per guidare il Paese, ma il presidente Mattarella ci ha ripensato: è anticostituzionale affidare un governo di tregua a chi non ne ha.
D come domandone. Nel senso di dubbio, chiarimento, richiesta. Un ciclista italiano, che desidera rimanere nell’anonimato, si è chiesto: «Come mai in albergo le cuoche siciliane mi hanno offerto la pasta con le sarde?».
F come Frapporti. Nel senso di Marco, ciclista dell’Androni. Nelle prime quattro tappe di questo Giro, è andato in fuga tre volte: non c’è riuscito solo nella crono, ma non per cattiva volontà. E’ l’esecutore più fedele della filosofia del suo manager Gianni Savio, che chiede ai suoi di andare sempre all’attacco: a volte esagera, perché se ne va già durante le riunioni in pullman. Non è maleducazione, è fatto così: da piccolo era quello che con i coetanei non si limitava a giocare e basta, ma giocava d’anticipo. Non esistono sue foto d’infanzia: quando la mamma lo metteva in posa col fratello Mattia e la sorella, loro pure ciclisti, non faceva in tempo a scattare che si era già mosso. In squadra divide la camera con Cattaneo, che nonostante gli assicurino il contrario è ormai convinto di dormir da solo: al risveglio, accanto al suo letto, non trova mai nessuno. In questo Giro, ‘Frappo’ fa coppia fissa con Barbin, la maglia azzurra: il loro è un automatismo, allunga uno e l’altro gli va dietro. Tanto che i compagni di entrambi l’hanno capita: se uno dei due dice che gli scappa, non si riferisce a una necessità fisiologica, ma all'altro.
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