MOSCA IN FUGA

PROFESSIONISTI | 28/04/2018 | 07:27
Alla prima gara in mezzo ai professionisti è andato in fuga. Dobbiamo tornare al GP Costa degli Etruschi 2015, al suo ultimo anno da under 23, con la maglia della Nazionale, per capire di che pasta è fatto. Jacopo Mosca è un attaccante nato. Il pubblico del ciclismo ne ha avuto prova il mese scorso, quando Sun è stato il corridore che ha affrontato più chilometri in fuga alla Tirreno-Adriatico e, al debutto alla Mi­lano-Sanremo, non è stato da meno. Senza paura, si è buttato in fuga contro vento e pioggia, subito al pronti via. Il 24enne piemontese della Wilier Triestina Selle Italia sta mettendo in mostra una generosità fuori dal comune che ben si coniuga con eccellenti doti da passista. Non sarà un vincente, come dice lui stesso, ma ha il carattere e la grinta per costruirsi una carriera di tutto rispetto.

Dove hai messo la maglia arancio di vincitore della classifica a punti della Tir­re­no-Adriatico?
«L’ho incorniciata e appesa in casa. A Osasco (To), piccolo comune del circondario pinerolese, dove vivo, quando non sono in giro per il mondo, con la mia famiglia. Mamma Claudia, maestra d’asilo, papà Walter, informatico, e i mie due fratelli: Niccolò, più grande di me di due anni, e Alberto, che è del 2003. Ho sempre guardato la corsa dei due mari in tv, già essere al via mi sembrava strano, figuratevi salire sul palco finale per le premiazioni. Fino all’ultimo ho temuto che Sagan facesse la cro­no a blocco e me la sfilasse, ma alla fi­ne sono riuscito ad aggiudicarmi la ma­glia. Per me è stata una grande emozione. Dopo una buona prima stagione nella massima categoria (corredata an­che da due successi: una tappa e la classifica finale del Tour of Hainan, ndr) è la dimostrazione che sto crescendo nel modo giusto».

Come ti sei innamorato delle due ruote?
«Fin da piccolo ho avuto questa passione, anche se in famiglia nessuno prima di me aveva mai corso in bicicletta. Ho cominciato a undici anni con le prime gare da G5. Penso di essere l’unico sulla faccia della terra a non aver mai vinto da giovanissimo. Mi battevano anche le femmine. Sono uno coerente, ancora oggi non vinco mai (scherza, ndr). Da bambino per me il ciclismo era un gioco e nella squadretta di Bricherasio con cui ho iniziato ero praticamente l’unico tesserato, mi avevano dato una biciclettina più o meno della mia misura e via andare. Ricordo che alla prima corsa ci misi una vita a centrare con i piedi le gabbiette...».

L’inizio non è stato promettente.
«No (sorride, ndr), ma devo ringraziare mio padre per aver continuato ad accompagnarmi durante gli allenamenti e alle corse. Da Esordiente ho militato nell’Esperia Piasco mentre da Allievo e Juniores nell’UCAB Biella. Quindi sono approdato al dilettantismo col GS Po­denzano, con cui ho disputato le pri­me due stagioni da Under 23 mentre nei restanti tre anni ho corso con la Viris Maserati. Devo dire grazie a tante persone, ho imparato molto in particolare da Matteo Provini».

Hai un soprannome?
«Sun. Me l’ha affibbiato mio fratello quando avevo 6 anni. Giocavamo a Fi­fa98 e c’era un giocatore giapponese che si chiamava SunJjak. In un attimo ecco: Sun Jacopo».

Come andavi a scuola?
«In macchina (ride, ndr). Mi sono di­plomato al liceo scientifico, senza mai studiare. Sono sopravvissuto tutti gli anni, mi accontentavo dei 6 e vivevo sereno. Se c’era bisogno copiavo, altrimenti mi compravo i professori ed ero a posto».

Scusa?
«Li prendevo per la gola. In quinta avrò portato in classe un centinaio di torte... Mi piace molto cucinare e i dol­ci semplici, tipo le torte allo yogurt, mi vengono bene. Ora è meglio che cucini poco perché se no mi viene da mangiar tutto. Il mio piatto preferito? Eh, ce ne sono tanti. Diciamo una pizza ben farcita. E per finire un bel caffè, senza il quale non potrei vivere».

Quale poster avevi appeso nella tua cameretta?
«Quelli di Star Wars. Nulla relativo al ciclismo, anche se quando ho iniziato a correre avevo come mito Ivan Basso per le sue vittorie. Crescendo ho imparato a guardare oltre la prova sportiva e devo dire che Ivan, per impegno e dedizione al ciclismo, ha tantissimo da insegnare e sono convinto che nella sua nuova avventura possa aiutare tanto i giovani a crearsi la giusta mentalità per essere competitivi».

Come lui, ti affidi al Centro Ricerche Ma­pei Sport.
«Sì, ho questa fortuna. Quando sono passato professionista ho chiesto ad Andrea Morelli, responsabile del settore ciclismo, di poter essere seguito da lui e dal suo staff che avevo conosciuto negli anni passati in Viris. Lui ha subito accettato con entusiasmo, anche se ero un neoprof senza risultati eclatanti. Io sono davvero felice di lavorare con Matteo Azzolini, un ragazzo con cui ho corso tra i dilettanti (condividendo an­che qualche fuga) e con il quale mi confronto di frequente. All’inizio dell’anno mi sembrava di essere indietro di preparazione, mentre lui mi ha rassicurato: “vedrai che a marzo an­drai forte”. Aveva ragione».

Cosa significa per te andare all’attacco?
«È il mio modo di correre. Sa­pendo che nel finale sarei battuto, è la mia occasione per inventarmi qualcosa ed essere protagonista. Ci provo per farmi vedere e, nel caso il gruppo sbagli i tempi, giocarmi le mie possibilità. Non si può partire già sconfitti. E poi anche in allenamento sono abituato a prendere il vento in faccia. Mi alleno in compagnia del mio amico Umberto Marengo, che corre tra gli Under 23. Non c’è nessun altro vicino. Purtroppo nella zona di Pinerolo, se non fosse per Elvio Chiatellino che fa arrivare il Giro e il Tour sulle nostre strade, non ci sa­rebbe proprio nulla. La cultura ciclistica non trova spazio in nessuna squadra, è un vero peccato».

Cosa ti aspetti per il futuro?
«Per quanto riguarda la carriera spero sarà la più lunga possibile. Per quanto riguarda la vita privata, aspetto che Fe­derica si laurei in Medicina per pensare a qualcosa... Ormai sono 9 anni che stiamo insieme. È appassionata di tutti gli sport, corre a piedi, da un paio di anni è stata rallentata da alcuni infortuni, ma in passato più di una volta è sta­ta campionessa italiana di chilometro verticale».

L’obiettivo da raggiungere entro la fine dell’anno?
«Dimostrare a me stesso che posso es­sere competitivo anche in gare im­por­tanti. Dopo la vittoria dell’anno scorso in una corsa minore voglio fare uno pas­so in più. Penso di poter diventare un buon lavoratore, nei prossimi anni spero di entrare a far parte di una grande squadra (da dilettante ha effettuato uno stage con la Trek Segafredo, ndr) e di affiancare un campione im­portante. Una cosa è certa: non smetterò mai di andare in fuga».

Giulia De Maio, da tuttoBICI di aprile
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Kevin Bonaldo è stato colpito da un arresto cardiaco nelle battute finali della Piccola Sanremo 2025. Il corridore vicentino, 25enne, della SC Padovani - Cherry Bank è stato immediatamente soccorso dai medici al seguito della corsa e dagli organizzatori, e...


L'Uc Sovizzo del Presidente Gianluca Peripoli può esultare per aver portato a compimento anche la 58^ edizione della Piccola Sanremo, valida anche quale Memorial Renato Finetti, che quest'oggi a Sovizzo (Vi) ha premiato la forza e la caparbietà del danese...


L’anno prossimo, il 28 giugno, l’U.C. Lucchese 1948 organizzerà il Campionato Italiano Under 23 per cui l’edizione 2025 del Trofeo Città di Lucca-Ricordando Giacomo Puccini era un po’ la prova generale. Sulle mura urbane di Lucca (un rettilineo da favola)...


Sventola la bandiera della V Cycling Piton sul gradino più alto del podio del Trofeo Tre Valli Orobiche che si è disputato a Valbrembilla. A cogliere il successo è stato Andrea Tetoldini che ha inflitto 20 secondi di distacco a...


Tadej Pogacar a Kigali si è fermato ai piedi del podio e la sua sconfitta si è trasformata in clamorosa disfatta con il sorpasso operatoi da Remco Evenepoel, straordinario dominatore della prova iridata. «Certo, sono deluso, Remco mi ha superato,...


C’è la firma di Simone Bolzoni sulla 30a edizione della Medaglia d’Oro Vittorio Sartorelli, valida come 19° Memorial Giuseppe Toninelli. Il portacoloori della Scuola Ciclismo Mincio Chiese ha preceduto sul traguardo di Orzinuovi Alessandro Corradini del Team Petrucci e Samuel Minardi...


Remco EVENEPOEL. 10 e lode. Tramortisce il numero uno, lo umilia, lo maltratta, lo riduce a comparsa divorando la strada, digerendo chilometri, riducendo a poltiglia le residuali ambizioni dello sloveno che pensava di avere possibilità, ma contro la puntualità del...


L’israeliano Oded Kogut (Israel-Premier Tech) ha vinto la 22a edizione della Gooikse Pijl, disputata sulla distanza di 195, 8 km tra Roosdaal e Strijland. Sotto la pioggia belga Kogut ha preceduto Dylan Groenewegen (Team Jayco AlUla) e Gerben Thijssen (Intermaché-Wanty)....


È il ragazzo della Carinzia Santiago Wrolich (Team Tiepolo Udine) a scrivere il proprio nome nell’albo d’oro della 5ª edizione del Trofeo Top Automazioni – 2° Memorial Davide Bertozzi. L’austriaco ha conquistato la sua prima vittoria stagionale con un arrivo...


Risuona l’Inno di Mameli in Piazza Risorgimento, ad Avezzano (L’Aquila), perché Erica Magnaldi si è laureata campionessa europea gravel al termine di una gara al cardiopalma. Su un percorso molto duro, l’atleta piemontese della UAE Team ADQ, oggi in maglia...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024