STORIA | 26/02/2018 | 08:39 "Sono
partito nella discesa del Capo Mele, ho preso cento metri e non mi
hanno più raggiunto”. Franco Bitossi è un fiume in piena, brillante,
lucido, puntuale nei ricordi. Osserva la foto inviata da Roberto
Schiavon mentre siamo a tavola e sorride. Eppure l'episodio risale a
oltre cinquant'anni fa. “Avevo fatto un buon inverno sciando sul Monte
Amiata – incalza “Cuore matto” - eravamo giunti con la Filotex in ritiro
nel ponente ligure, ma alla partenza del Laigueglia avevo percorso non
più di 1500 chilometri”.
Altri corridori erano decisamente più preparati
in quanto avevano già disputato le prime corse sulla Costa Azzurra.
Siamo nel 1967 Bitossi è ormai un corridore affermato, se non fosse per
quel “cuore matto” che ogni tanto lo costringe a fermarsi il suo
palmares sarebbe ben più corposo. Il sodalizio con il ds Waldemaro
Bartolozzi è consolidato da tempo, entrambi toscani, si intendono con un
colpo d'occhio.
“L'arrivo in volata sarebbe stato un terno al lotto – continua Bitossi
– ho pensato di giocare d'anticipo e sono arrivato da solo a braccia
alzate”. A pochi secondi Luciano Armani regolerà Jan Janssen e tutto il
gruppo allo sprint. La vittoria di Laigueglia sarà il preludio di una
stagione entusiasmante, Tirreno – Adriatico, prima tappa e classifica finale, ma soprattutto la ciliegina sulla
torta con la vittoria al Giro di Lombardia, lascerà alle spalle un
certo Felice Gimondi e Raymond Poulidor.
Il secondo successo arriva ben
dieci anni dopo. Un Bitossi crepuscolare, siamo alla fine della
carriera, ma l'uomo è ancora forte e determinato. Corre per la Zonca –
Santini squadra diretta da Ettore Milano. Una buon inizio di stagione, sarebbe il modo migliore per dimostrare a
Milano che ha fatto la scelta giusta. Questa volta, a differenza di
dieci anni prima, ha già corso e vinto due gare, a Porcari, nella sua
Toscana, e al Giro del Mediterraneo. Il suo nome è tra quelli dei
favoriti.
“Arriviamo in volata, De Vlaeminck è chiuso – conclude Bitossi
- c'è una caduta, si aggrappa ai pantaloncini e mi tira indietro,
nonostante questo riesco a fare secondo”. A rimettere le cose apposto ci
penserà la giuria, la vittoria viene assegnata a Bitossi. Le foto di
Schiavon continuano ad essere preziose, rivede le immagini, la caduta,
Roger che taglia il traguardo.
Tra il primo, troffie avvantaggiate con patate e fagiolini, e il secondo, c'è anche il tempo per dare un'occhiata alle due piastrelle del muretto dei ciclisti che portano la sua firma. “.....Laigueglia quanti bei ricordi.....”.
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