PROFESSIONISTI | 25/02/2018 | 09:20 I fratelli d’Italia sono pronti a conquistare il mondo. Il ciclismo, si sa, è molto spesso una questione di famiglia: la maggioranza dei corridori, quando si racconta, sottolinea di aver cominciato a pedalare seguendo le orme del papà o del nonno e magari aggiunge di aver contagiato fratelli e sorelle.
Se ci sia anche una questione genetica, nei risvolti di questa trasmissione di passione, lo lasciamo stabilire ai ricercatori, ma è certo che qualcosa di speciale deve pur esserci e dev’essere pure contagioso visto che l’Italia riesce a schierare quest’anno ben cinque coppie di fratelli nel ciclismo che conta.
Non ci sono altri Paesi che possono vantare un numero così alto di fratelli: in Francia ci sono i Bouhanni che corrono insieme nella Cofidis e ci sono gli Alaphilippe, anche se Brayan è rimasto coinvolto nella chiusura improvvisa della Armée de Terre. In Colombia ci sono Nairo e Dayer Quintana, in Olanda i Van Poppel che da un paio di stagioni hanno diviso le loro strade, in Slovacchia i Sagan che continuano a indossare maglie da campioni (iridata per Peter, di campione nazionale per Juraj) mentre la Gran Bretagna continua a detenere il record dell’unica coppia di gemelli, i venticinquenni Adam e Simon Yates che studiano per diventare cacciatori di grandi corse a tappe.
L’Italia di coppie di fratelli ne può schierare addirittura cinque e i puristi ci perdoneranno se nel conto abbiamo inserito anche Attilio Viviani, approdato quest’anno alla Sangemini MGKvis che è una formazione Continental.
I PIÙ TITOLATI. Vincenzo e Antonio Nibali, in rigoroso ordine d’eta, si sono conquistati la copertina di tuttoBICI nel mese di dicembre e non è stata una scelta casuale. Vincenzo nel 2017 ha confermato il suo grandissimo valore: secondo posto alla Vuelta, terzo al Giro d’Italia, trionfo al Giro di Lombardia, una presenza costante ad alto livello in ogni corsa disputata e suo fratello Antonio è stato una delle rivelazioni della stagione. Approdato alla Bahrain Merida con la scorta dello scetticismo di tanti che lo etichettavano come “fratello di”, il giovane Nibali ha retto molto bene l’impatto con le corse WorldTour e sulle strade di Spagna, nel primo Grande Giro della sua carriera, si è rivelato elemento prezioso per Vincenzo. E lo Squalo, da grande campione qual è, non ha mancato di sottolineare il valore di un ragazzo che non vincerà tanto quanto lui, ma ha dimostrato di meritarsi il posto che occupa.
I PIÙ SCALATORI.Diego Rosa è alla seconda stagione in maglia Sky, scalatore divenuto presto elemento prezioso nelle corazzate che la formazione inglese schiera proprio nei Grandi Giri. Arrivato tardi al ciclismo su strada dopo una bella carriera con le ruote grasse, il piemontese dal sorriso schietto ha rapidamente bruciato le tappe. E adesso in gruppo incrocerà le ruote con il fratello Massimo, come lui scalatore, approdato alla Wilier Selle Italia senza avere le stimmate del vincitore, ma dopo aver firmato buone prove nella stagione scorsa al Giro d’Italia e al Valle d’Aosta. Nella prima gara di stagione, La Tropicale Amissa Bongo in Gabon, Massimo ha dimostrato di poter essere un buon uomo squadra e si è messo al servizio dei compagni, in particolare di Luca Pacioni che ha regalato al team toscano la prima vittoria dell’anno. Per il resto, attendiamo di scoprirlo in gare più adatte alle sue caratteristiche.
I PIÙ NUOVI. Se già è piuttosto raro trovare coppie di fratelli in gruppo, ancor di più lo è vedere due fratelli che al professionismo approdano insieme, andando a vestire la maglia della stessa squadra. Stiamo parlando di Damiano e Imerio Cima, corridori bresciani che arrivano dalla Viris Maserati e passano con la Nippo Vini Fantini Europa Ovini. Damiano è un classe 1993, velocista capace di tenere anche su percorsi impegnativi e con il team italo nipponico ha già corso come stagista nel finale della passata stagione, suo fratello Imerio è del 1997, lui pure velocista che ha saputo destreggiarsi molto bene anche in campo internazionale indossando la maglia azzurra. Dei due, è proprio il più giovane a promettere bene e a candidarsi per un ruolo da futuro protagonista del nostro ciclismo.
I PIÙ VELOCI. Elia e Attilio Viviani sono accomunati dalla velocità e dall’amore per la pista. Del campione olimpico sappiamo tutto: la sua stagione, la prima con la maglia della Quick Step Floors, è cominciata nel migliore dei modi, con il successo colto nella terza tappa del Tour Down Under. Attilio, invece, è corridore tutto da scoprire: alla Vuelta a San Juan, dov’era impegnato con la nazionale italiana, non ha esitato a gettarsi nelle volate sfidando Gaviria e compagni e raccogliendo buoni piazzamenti. Esperienza importante, quella argentina, per il ventunenne veronese che ha lasciato il Team Colpack per passare alla corte di Angelo Baldini: l’obiettivo, con la maglia della Sangemini MGKvis, è quello di misurarsi il più possibile con avversari di alto livello e dimostrare di meritarsi un ulteriore salto di categoria. Senza chiudere, naturalmente, l’esperienza con la pista che - come per il fratello maggiore - rimane un punto di riferimento imprescindibile.
I PIÙ UTILI. Ci sono corridori che diventano campioni vincendo e altri che si specializzano in ruoli diversi, diventando dei veri e propri punti di riferimento per l’intera squadra in cui militano. Se chiedete a qualsiasi corridore della Androni Sidermec, nessuno avrà dubbi nell’indicare in Marco Frapporti il regista della squadra, il corridore che ha “ereditato” il ruolo occupato per anni da Franco Pellizotti. E nella scia del trentatreenne corridore bresciano sta crescendo anche Mattia, classe 1994, per la seconda stagione impegnato con la maglia biancorossa del team torinese. Quella dei Frapporti è una famiglia speciale, lo sa bene chi segue con fedeltà tuttoBICI, visto che in campo femminile si difende con onore - soprattutto in pista - anche la sorella di Marco e Mattia, Simona.
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