L'ORA DEL PASTO. QUELLI DEL BAR NACKA

STORIA | 06/01/2018 | 07:12
C’era il Green, venditore di prodotti per la casa, e c’era il Tenaja, che giocando come portiere si distingueva per le prese ferree. C’era il Testina, abbreviativo di Testina di vitello o Testina di maiale, non esattamente un complimento, e c’era il Tony Rock, soprannome di Antonio trombettista, trombettista, non trombatore. C’era il Sergio Nikita, Nikita per via della sua fede comunista, e c’era l’Angelillo, tifoso di Antonio Valentin Angelillo, fuoriclasse dell’Inter, poi anche della Roma e del Genoa.
E c’era soprattutto lui: il Nacka. Lennart Skoglund, detto Nacka dal quartiere di Stoccolma dov’era nato, era il Messi degli anni Cinquanta, era la risposta bianca alla Perla Nera, Pelè, era il fantasista svedese acquistato dall’Inter e poi girato alla Sampdoria perché, oltre al calcio, amava anche, e a volte soprattutto, il bere.

Qui Skoglund giocava sempre in casa: perché questo frequentato dal Green e dal Tenaja, abitato dal Testina e dal Tony Rock, nobilitato dal Sergio Nikita e dall’Angelillo, era il Bar Nacka, in via Paolo Sarpi, la Chinatown di Milano.
Non era soltanto un bar, il Bar Nacka, a meno che non si consideri bar un luogo dove fra caffè e cappuccini, brioches e tramezzini, birre e amari, panini e paste, briscola e scopa, nazionali con o senza filtro, si giochi a biliardo e a boccette, si organizzino gite di sci e tornei di calcio, si combinino appuntamenti e fidanzamenti, e specialmente si inventino, si ideino, si studino, si preparino, si realizzino scherzi micidiali.

Il più comune era quello di andare tutti in trattoria
e poi lasciare da pagare a uno solo, il più timido o distratto o ingenuo, sparendo all’improvviso dalla tavolata. Il più redditizio era quello di andare al mare, alloggiare in una pensione, ai gestori spiegare che si preferiva non andare in spiaggia perché l’importante era respirare aria ad alto contenuto di iodio, e alla prima occasione entrare nella camera dei nuovi arrivati e ripulirla.

Al Bar Nacka calcio e biliardo la facevano da padroni,
ma nessuno sport era trascurato. C’era il Giancarlo Sisti, cento e duecento metri, che rivaleggiava – perdendo, è chiaro – con Berruti e Ottolina. C’erano quelli dello Sci Club Scarpone, c’erano quelli caccia e pesca, c’era l’Attilietto Salani campioncino con i pattini a rotelle e c’era il Fretzghi, somalo naturalizzato italiano, tant’è che divenne Freschi, campione italiano dei leggeri, nel senso della boxe. E poi c’erano quelli del ciclismo. La stramaggioranza degli avventori, quando c’era il Giro d’Italia, prima alla radio, poi alla tv. Poi c’era il Vittore Gianni (omonimo del pioniere dell’abbigliamento ciclistico, nel libro viene dato anche come campione italiano stayer nel 1965), c’era il Luis Zuccot (Luigi Zuccotti), azzurro nell’inseguimento a squadre e professionista nella Salamini, Faema e Eliolona, c’era il Sergino Gariboldi, che da esordiente era un fenomeno della velocità (e che allo sprint nella Coppa Rex Cinisello del 6 giugno 1956 regolò, fra gli altri, anche Franco Cribiori), c’era il Coletto, “tifoso senza motivo apparente” del corridore Coletto (troppo tardi per sapere se si trattasse del piemontese Agostino o del veneto Angelo).

Giancarlo Sisti, che poi nella vita avrebbe fatto carriera legalmente con un negozio di calzature sportive diventato un tempio dello sport non solo milanese (lì vicino, in via Canonica) ma italiano, mi ha prestato “Scusate il guanto…” (edito dagli Amici del bar, nessuna indicazione di prezzo, praticamente introvabile), un libriccino in cui Tullo Montanari racconta le mille storie del Bar Nacka. Esilarante. Se fosse un film, a metà fra “I soliti ignoti” e “Amici miei”. Se fosse una canzone, a metà fra “Cerutti Gino” e “Quelli che”. Se fosse un autore, a metà fra Ring Lardner e Beppe Viola. Se fosse un altro bar, a metà fra il Gattullo di Porta Ludovica e Cabrio l’elettrauto, entrambi a Milano. Ma chissà quanti altri antenati e pronipoti, quanti altri parenti e amici, vicini e lontani, ancora in vita, sulla strada, leggeri e spensierati, a metà fra l’andata e il ritorno, fra il terzo tempo e il quarto stato, fra il ridere e il sopravvivere.

Marco Pastonesi
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Dopo il notiziario di Paolo Broggi, non perdetevi il quarto d'ora di chiacchierata tra il nostro Federico Guido e il campione italiano Filippo Conca: metà intervista sul momento vissuto dal lariano della Jayco AlUla, la seconda metà sull'evoluzione del ciclismo...


Il 2025 di Alessandro Romele non è andato come il corridore dela XDS Astana sperava. Non per colpa sua ma per quella maledetta caduta durante il campionato italiano su strada a Gorizia in Friuli in cui Romele riportò escoriazioni e...


Dopo 10 anni il Giro d’Italia ritorna a Cassano d’Adda (Milano). Lo anticipa Alessandro Brambilla su Tuttosport in edicola oggi: nell’edizione 2026 del Giro la tappa del 27 maggio partirà da Cassano d’Adda. Il castello di Cassano farà da sfondo ai...


Il nuovo Codice della Strada interviene sull’utilizzo delle piste ciclabili, ma lo fa in modo discutibile, introducendo nuove regole che finiscono, paradossalmente, per peggiorare la tutela dei ciclisti. La “riga bianca” che dovrebbe proteggerli non è più un confine sicuro:...


Circa un mese fa in terra africana assistevamo ad una delle più grandi sorprese del ciclismo femminile degli ultimi anni. La canadese Magdeleine Vallieres vinceva il titolo mondiale in linea da totale outsider battendo non solo le atlete favorite, ma...


Il mondo del ciclismo bergamasco è in lutto per la scomparsa, avvenuta nei giorni scorsi, di Fausto Carrara. Primogenito di Gianni e Tonina Carrara, Fausto aveva ereditato dal padre la grande passione per il ciclismo, impegnandosi dapprima nella S.C.Leffe e, soprattutto,...


Il mondo del ciclocross è preoccupato: uno dei suoi personaggi principali, Eli Iserbyt, potrebbe non correre in questa stagione a causa di ulteriori problemi all’arteria femorale della gamba sinistra. Il belga, che difende i colori della Pauwels Sauzen - Altez...


Elia Viviani il Profeta, il Capitano:  chiamatelo come volete. Il campione veronese vanta dei trascorsi fondamentali per la sua carriera ciclistica, guarda caso, nella provincia di Treviso, dove sono passati diversi atleti nelle squadre dilettanti che poi sono diventati campioni...


Il campionato europeo di ciclocross in programma nel weekend a Middelkerke in Belgio perde una delle favorite per la vittoria e la nazionale “orange” una delle sue punte: Fem van Empel, campionessa mondiale e continentale, non difenderà il titolo conquistato...


Radiocorsa su Raisport, questa sera alle 19: ospite d'onore Elia Viviani, per ripercorrere la sua lunga e gloriosa carriera ciclistica, su strada e su pista. Insieme a lui, ne parliamo anche con Davide Bramati, suo ex DS e con Marco...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024