Primoz ROGLIC. 10. Viene dal salto con gli sci, ma i salti in classifica li sa fare, e bene, anche in bicicletta. Cronoman di assoluto livello mondiale, in salita sta migliorando di anno in anno. Si presenta per la prima volta al Tour con cinque vittorie all'attivo in questa stagione: classica della Volta ao Algarve, due tappe al Giro dei Paesi Baschi e una al Romandia, per altro terminato al terzo posto. Oggi fa il numero, nel primo tappone alpino. Fa un assolo, sul Galibier. Sulla cima più alta di questo Tour. Dopo 19 anni regala alla Bianchi un’altra vittoria di peso, che sa d’impresa. Primoz compirà 27 anni a fine ottobre: è nel pieno della sua maturazione fisica, ma penso che i limiti di questo ragazzo non li conosca ancora nemmeno il diretto interessato. È anche il primo sloveno a vincere al Tour: è Primoz.
Rigoberto URAN. 8. Fa tutto da solo, con lucidità e tempestività, segno di grande condizione. Sta bene, e lo sa bene anche Froome, che non lo dice apertamente, ma è quello che teme di più.
Chris FROOME. 7. Sembra sempre che stia per morire da un momento all’altro. Il suo incedere è una sofferenza, anche per chi lo vede, ma quando c’è da rispondere agli attacchi o attaccare, fa sempre male. Non è quello degli anni scorsi? Meno male.
Romain BARDET. 8. Il francesino ci prova, non una volta, ma tre. Fa quello che può, in una tappa dove appare evidente che le forze ormai sono quello che sono. Il grande lavoro degli Sky a questo serve: bagnare le cartucce di chi ha ambizioni di assaltatore. Di chi vorrebbe fare, ma alla fine come Romain, fa quello che può. Warren BARGUIL. 7. Cade anche, ma poi è sempre nel vivo della corsa, con i migliore. Una maglia a “pois” vera, che arriva con i primi nelle tappe di montagna. È già qualcosa.
Michal KWIATKOWSKI. 9 Superlativo il lavoro dell’ex campione del mondo polacco. Tira a più non posso e fa male, malissimo, soprattutto a Mikel Nieve (voto 4), che non riesce nemmeno a dare il suo contributo, perché si stacca prima. Non parliamo di Sergio Henao (voto 3): lui si stacca subito, sulla prima salita.
Daniel MARTIN. 8. Sta bene, e se non si fosse schiantato lungo la discesa del Mont du Chat starebbe anche meglio fisicamente e in classifica. Sta correndo un Tour superlativo.
Mikel LANDA. 8. Lavoro sporco, con la solita cura. Occhio, curatelo: questo va sul podio.
Louis MEINTJES. 6,5. Vinavil non si stacca mai: resta lì, appiccicato a chi gli capita a tiro. E non tira.
Fabio ARU. 5,5. Per come si difende e non precipita negli abissi è semplicemente da 8. Gambe forti, ma non brillanti. Paga le variazioni di ritmo, anche se il suo passo non è poi così male. Vive una giornata storta, che sicuramente non gli fa piacere, come non fa piacere a me. Ma c’è domani. Guai soffermarsi su quello che è stato, basta pensare a quello che sarà. C’è l’Izoard, la vetta mito: da lassù si vede anche il podio.
Alberto CONTADOR. 7. Grande il lavoro di Bauke Mollema (voto 8) e Pantano (voto 6,5) sul col de Télégraphe. Poi ci pensa lui, che fa davvero tanto per poter dare un significato al suo Tour. Non ce la fa, ma è da applausi.
Alberto BETTIOL. 8. Entra nella fuga di mattina, e ci fa giornata, fino a sera. Sta correndo un grande Tour de France, in aiuto al capitano Rigoberto Uran. È tra gli uomini di Wegelius (voto 8) più presenti e propositivi. Fa tutto, fa molto, fa tanto: e lo fa bene.
Nairo QUINTANA. 4. Quel che vuole la testa, non viene accompagnato dalle gambe. Prova ad andare dietro a Contador, ma si deve ben presto ricredere. Prova a stare nel gruppetto maglia gialla.
Esteban CHAVES. 2. Non è lui, non è nemmeno la brutta copia, un surrogato, un’idea. È qualcosa d’indefinito e indefinibile. Il corridore non c’è, ma temo che qui sia necessario fare qualcosa di più profondo, per ritrovare l’uomo.
Thibaut PINOT. 2. Il votaccio non è tanto per il bravo corridore transalpino, ottimo quarto al Giro, ma va attribuito a Marc Madiot, che in questo Tour se lo merita tutto, non avendone azzeccata una. Demare perde le ruote, e il buon Marc fa andare fuori tempo massimo anche altri tre compagni di squadra (Mickaël Delage, Ignatas Konovalovas e Jacopo Guarnieri). Oggi si ferma anche l’uomo di riferimento, assolutamente incapace, dopo una corsa rosa dura e logorante, di correre anche una Grande Boucle di alto livello. Disfatta che ha un nome e un cognome: Marc Madiot.
Marcel KITTEL. 6. Al Giro d’Italia, dopo aver vinto le sue tappe di prammatica, generalmente se ne va a casa. Qui al Tour ce lo mandano, dopo averlo sfinito. Certo, è stato anche molto sfortunato, visto che al km 20 l'omone in maglia verde vincitore di cinque tappe in volata, cade ed è costretto al ritiro. Ma i Sunweb era da giorni che lo mettevano in croce, con un Michael Matthews, nuova maglia verde, all’attacco fin dal mattino. Portare la maglia verde a Parigi non è fatto scontato. Non è da tutti. Il bel Marcello l'ha probabilmente capito oggi.
Ha fatto come gripel .la maledizione del giro .vengono al giro solo x fare 3 volte e poi se ne vanno. Mi spiace che sia caduto .Ma se perdeva la maglia verde all\'.ultima tappa .Mi sarei sbudellato dal ridere .e .vegni continua ad invitarli .dovrebbe fare come hanno.fatto con cipollini al tour
Meintjes
19 luglio 2017 23:10canepari
Il più grande succhiaruote di tutti i tempi.....
E Caruso?
19 luglio 2017 23:22pickett
I mascalzoni della RAI non solo non hanno fatto vedere l'arrivo di Caruso,ma non hanno neppure detto che fine avesse fatto.Mezz'ora a blaterare,e neppure una parola su Caruso,zero assoluto.Stagi da 8 a Bettiol e non cita neppure il bravissimo corridore della BMC.P.S. Qualcuno dovrebbe spiegare a De Luca(che a giudicare dalla faccia non dev'essere molto sveglio)che non ha molto senso intervistare,senza interprete,gente che non parla e non capisce l'italiano.La Rai fa schifo!
maaaah
19 luglio 2017 23:34noodles
su Roglic, maaaaaaah. ripenso alle parole di van emden e mi vien voglia di dirgli che farebbe assai meglio a guardarsi in casa. Saronni avverta Meintjes che prendere un pò di vento non comporta la squalifica da parte della giuria.
20 luglio 2017 07:57tempesta
Primoz ROGLIC ,e piu forte di tutti gli italiani messi insieme, e corre da 5 anni solo noi senza speranza con un esercito di professionisti meglio dire pellegrini.
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