PROFESSIONISTI | 12/07/2017 | 16:12 Inutili i giri di parole. Quello che interessa agli appassionati di ciclismo della regione e non è la data del ritorno del Giro d’Italia in Friuli. E allora eccolo servito il popolo dei centomila, che da esattamente dieci anni prende d’assalto, dal versante di Ovaro, la montagna carnica per assistere alla tenzone tra i big del ciclismo mondiale.
Salvo cataclismi, perché siamo in pieno Tour de France e alla presentazione della corsa rosa di solito prevista in ottobre mancano più di tre mesi, la tappa tutta friulana si correrà nel terzo week-end di gara, vale a dire alla fine della seconda settimana, sabato 19 maggio 2018 o domenica 20. La prima data, al momento, è la più gettonata, ma scalare il solito muro eretto dal patron Enzo Cainero in questi casi, è più dura che risolvere il rebus di Priola.
Già, la frazione di Sutrio. Non è ancora stato deciso se il terzo, durissimo, versante che parte della frazione di Sutrio e si collega in 6 micidiali km con la strada che sale dalle seggiovie poco prima dell’inizio del muro di 3 km teatro dell’ultima impresa di Pantani nel 2003, sarà inserito nel percorso della frazione.
«Stiamo lavorando - si limita a dire il patron delle tappe friulane del Giro - non è un mistero che riportare lo Zoncolan sulla mappa della corsa rosa sia un impegno mio e della Regione attraverso il vicepresidente Sergio Bolzonello». Al momento sul tavolo di Mauro Vegni direttore del Giro d’Italia ci sono due percorsi: il primo con Priola, discesa verso Sutrio, Sella Valcalda e Kaiser da Ovaro, il secondo con l’assalto del mostro carnico preceduto comunque da tre salite (Cuel di Forchia? Lauco? Ancora l’accoppiata Pura-Casera Razzo o l’inedita Pani di Raveo?).
Deciderà l’organizzazione, entro un mesetto. La partenza della tappa? Anche qui Cainero alza muri, almeno del 21% per cento come alcuni tratti del Kaiser, ma Tolmezzo o San Daniele paiono adatte alla partenza della frazione il giorno dopo direzione dolomiti e successivo tappone, probabilmente attraverso la val Tagliamento e il Passo della Mauria.
E la partenza del tappone del “mostro”? Varie sono le opzioni: dal Pordenonese a Lignano, a Udine, dipenderà da come Rcs sistemerà il puzzle delle tappe precedenti. Una cosa è certa: il Giro, come anticipato dal Messaggero Veneto all’indomani della tappa del Piancavallo, partirà da Gerusalemme. Tre giorni in Israele, riposo con viaggio verso Palermo, il ricordo del terremoto della Valle del Belice e risalita della Penisola.
Finale? Favorita Roma, con inedito trasferimento in treno da Milano, dopo il gran finale sulle Alpi orientali. Ma siamo in luglio e magari torna di moda la “Madunina” come accaduto un anno fa. Per questo c’è tempo. L’importante è che la leggenda dello Zoncolan continui. Appassionati di grande ciclismo prendete gli evidenziatori: ci sono due date da segnare sul calendario 2018.
È senz'altro la cima simbolo del Giro moderno, non solo per lo spettacolo che riescono ad offrire i ciclisti sulle sue arcigne pendenze ma anche per il richiamo di pubblico che riesce ad avere, roba da Alpe d'Huez che altre signore montagne che abbiamo qui in Italia si sognano. E proprio come l'Alpe secondo me andrebbe inserito nella corsa rosa con una media prossima ad un'edizione si è una no. Per il resto io capisco che un teatro d'arrivo "itinerante" sia più democratico, però un'arrivo lungo i Fori Imperiali sarebbe una cartolina troppo grande per chi cerca gloria, e di conseguenza potrebbe essere una buona arma per convincere i big a scegliere il Giro. Chiaramente previo convinto e motivato supporto dell'amministrazione capitolina, perché il Giro a Roma deve essere voluto e non un fastidioso appuntamento che faccia solo danno per le sue deviazioni del traffico urbano..
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