TUTTOBICI | 16/11/2017 | 07:04 Andrea Toniatti si regala un'altra bella soddisfazione e corona la sua grande stagione con la conquista dell'Oscar tuttoBICI Gran premio DedaElementi. Il portacolori della Colpack ha preceduto di sole tre lunghezze Nicolò Rocchi della Zalf Euromobil Fior e di 19 il campione d'Italia Gianluca Milani, lui pure colonna portante della formazione trevigiana. Per rendere la sua stagione indimenticabile manca giusto la chiamata di un team professionistico...
Presentati. «Vivo a Mori (TN) con i miei genitori Francesca e Mauro. Ho una sorella più grande, Luisa. Mi dedico al cento per cento alla bici, con gli studi mi sono fermato alla quinta superiore, a un passo dal diploma da geometra. Nel tempo libero mi diverto con i go kart e giocando a calcio con gli amici». Chi ti ha trasmesso la passione per il ciclismo? «Papà si dilettava nelle corse podistiche ma ha sempre amato la bicicletta. Ho iniziato a 7 anni, da G1. Risultato della prima corsa? Vinta. Quando si dice iniziare con il piede giusto...». Che tipo di corridore sei? «Mi difendo su tutti i terreni. Quest'anno ho vinto sia a crono, che in salita, che in volata, per un totale di 9 successi. Sono un atleta completo, questo premio lo dimostra e mi rende orgoglioso. Rappresenta l'ideale conclusione di un'annata stupenda, ripaga tanti sacrifici».
Con chi lo devi condividere? «In primis con la squadra, gli sponsor che ci hanno supportato in qualsiasi gara al meglio, e tutti coloro che hanno creduto in me dall'inizio alla fine dell'anno. Se ho vinto così tanto è merito di tutto il team».
Il corridore a cui ti ispiri? «Paolo Bettini è stato uno dei miei preferiti come caratteristiche atletiche. Sapeva vincere in tutti i modi. Io per il futuro mi immagino corridore da classiche».
Hai ricevuto la tanto attesa chiamata per passare professionista? «Ho avuto contatti con un paio di squadre, ma non si è concretizzato nulla perciò resto dove sono. Visto i buoni risultati ottenuti speravo qualcuno si interessasse a me, ma così non è stato. Ho visto passare ragazzi che hanno dimostrato meno del sottoscritto, non riesco a capirne le ragioni. Ci riproverò l'anno prossimo, altrimenti andrò a lavorare. Al momento non ho altre alternative, non ci voglio pensare, ma mal che vada mi piacerebbe comunque restare nell'ambiente. La bici è la mia vita».
Giulia De Maio
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ANDREA TONIATTI, che pur non conoscendo, stimo come ciclista almeno in base ai risultati sportivi ottenuti, ma faccio una "scontata e banale" domanda, che senso ha fare un altro anno da Elite?!? Nel 2018 Andrea, mi permetto, avrà 26 anni, essendo del 1992, e per carità, cosa deve ancora dimostrare a livello sportivo?! Per me, nulla, date le annate appena trascorse, pertanto, se alcuna squadra, concretamente, si è interessata a Lui, sfortunatamente o non so bene per quale motivo, io avrei, al posto SUO, "sbattuto la porta" in faccia all'intero movimento CICLISTICO. Ah, ma questa è una mia banale considerazione.
In bocca al lupo per il 2018.
Francesco Conti-Jesi (AN).
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