OSCAR. BELLETTA, IL PICCOLO SAGAN

TUTTOBICI | 07/11/2017 | 07:10
Il più giovane premiato alla Notte degli Oscar tuttoBICI sarà Dario Igor Belletta, migliore Esordiente di primo anno che il 20 novembre ritirerà il Gran Premio UAE Team Emirates. Tra i più giovani pretendenti alla corona finale - nati nel 2004 - il successo è andato meritatamente al milanese della Sc Busto Garolfo che ha fatto corsa di testa sin dall'inizio della stagione. Alle sue spalle, applausi al veneto Milosevic e al toscano Savino, che sono stati capaci di superare il muro dei 100 punti.

19 vittorie in un anno. Una stagione super.
«Sì, sono molto contento. Con la squadra mi trovo benissimo e spero di ottenere ancora tanti altri traguardi. Sono felice di quanto raccolto e del premio che mi avete assegnato. Sarà una serata indimenticabile, sarà incredibile festeggiare al fianco di grandi campioni. Verrò con papà, che mi ha trasmesso la passione per il ciclismo quando ero un bambino e mi ha sempre seguito. Se sono diventato quello che sono, è merito suo».

Parliamo quindi della famiglia.
«Vivo ad Arluno, un piccolo paese in provincia di Milano, con mamma Elisabetta e papà Serse, che si chiama così in onore del fratello di Fausto Coppi. Il ciclismo è una passione di famiglia che si tramanda di generazione in generazione. Ho un fratello più grande, Elis che l'anno prossimo passerà Under 23 con la Named, e una sorella più piccola, che si chiama Stella».

Cosa studi?
«Frequento la prima superiore, sono iscritto al Liceo Scientifico indirizzo Scienze applicate a Magenta. Al di là del ciclismo e della scuola non ho grandi interessi, la bici mi rilassa, quindi quando ho un momento libero monto in sella».

Ricordi la tua prima gara?
«A Busto Garolfo, arrivai ottavo, con una bici in ferro molto vecchia. Papà è sempre andato in bici, io mi sono appassionato vedendo le gare di mio fratello e ho cominciato a correre a 7 anni, da G2. All'inzio ho avuto qualche difficoltà per l'inesperienza e il poco allenamento, poi mi sono sbloccato. Per il futuro credo di poter diventare un corridore da classiche, mezzo velocista, forte sugli strappi».

Un Sagan.
«Magari, per le caratteristiche e per quello che ha vinto è il mio campione di riferimento. Ci metterei la firma a diventare come lui, ma chi non lo vorrebbe? Al momento per me lo studio è più importante del ciclismo, anche se per il futuro pensare di rendere la bici il mio strumento di lavoro sarebbe bellissimo».

Giulia De Maio

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