Gatti & Misfatti
Gran Gala’
di Cristiano Gatti

Vogliamo chiamarla indecente? Se qualcuno trova un vocabolo più consono è pregato di girarmelo: io non ne ho trovati altri. Il riferimento è a una simpatica serata di fine ottobre, una delle consuete feste di fine stagione con tanti ospiti, ricchi premi e cotillons. Per tirare su l’audience e il prestigio della loro manifestazione, gli organizzatori di Conegliano hanno pensato bene di inscenare una bella discussione sull’ormai famosissimo Mondiale di Lisbona. Presenti diversi azzurri, il cittì Ballerini, volti noti come Moser, in pochi attimi il civile dibattito si è girato in un’avvilente e indecorosa esecuzione di piazza. Perché ne riparlo un mese dopo? Per dire a che livelli di abbruttimento può ridursi il ciclismo, quando finisce nelle mani dei mestatori e dei cinici.

Non so perché, ma per indole personale trovo vigliacco e insopportabile infierire sugli assenti. Eppure, questa è una regola diffusa: tanti uomini diventano delle belve crudeli quando l’obiettivo non c’è, salvo poi diventare dei docili cocker quando l’obiettivo compare davanti. Nel caso specifico, l’assente crivellato di ingiurie è ovviamente Lanfranchi. Sul suo conto la penso esattamente come la pensai quella domenica di Lisbona, senza bisogno di rivedere nelle segrete della Rai filmati semiclandestini: Lanfranchi si è mosso da pistola, sempre che ovviamente non si sia mosso da disonesto. Senza la sua rincorsa, secondo me Simoni avrebbe vinto, perché il gruppo in quel momento si stava squagliando. Opinioni, certo. Ma me le tengo e le coltivo. Stando così le cose, Simoni ha mille ragioni per togliere il saluto a Lanfranchi. Di più: avrebbe anche il diritto di prenderlo a schiaffi, come si fa tra compagni negli spogliatoi di tutte le competizioni sportive. E mille ragioni ha anche Ballerini, in fondo il primo ad uscirne da fesso, che non è mai bello. Proprio per questo, il minimo che possa fare è cancellare per sempre dalle liste azzurre il gregario bergamasco. Se poi vuole prenderlo a schiaffi pure lui, faccia pure. Quando Lanfranchi è abbastanza gonfio, si può smettere.

Detto questo, dato a Lanfranchi quello che è di Lanfranchi, torniamo alla simpatica serata. La prima cosa da dire è sul direttore di Raisport, Giovanni Bruno, compiaciutissimo di proporre in un anonimo teatro di provincia la prova filmata del grande tradimento. Ma come: hai un documento che spiegherebbe tutto e vai a mostrarlo in un teatro di Conegliano? Scusa, mi viene da chiedere, ma la televisione che ti paga? Lo ricordi o no, ogni tanto, che i filmati non sono un tuo privatissimo affare, da piazzare qua e là secondo amicizie e convenienze, ma un patrimonio informativo del servizio pubblico? Vuoi mostrarla anche a noi, anonimi appassionati in giro per l’Italia, la tua memorabile scoperta, oppure ti dobbiamo invitare a qualche festa della tinca per avere rivelazioni? I casi sono due: o Bruno è un pessimo direttore, che non manda in onda sulla sua televisione documenti così scottanti, oppure è una gran carogna. Gli lascio la scelta, anche se non so che cosa sia meglio. So però che troverà ottimi motivi per sentirsi comunque un drago. L’uomo è questo.

Poi ci sono gli altri. Gli organizzatori, Moser, quelli che urlavano venduti ai corridori della Mapei. Proprio un grande spettacolo, proprio una bella prova di coraggio: tutta una moltitudine contro due poveretti che balbettavano timide autodifese. Altro che simpatica serata, altro che gran galà del ciclismo. Sì, questa roba si chiamerebbe galà. Pensa se si chiamasse, faccio per dire, “Torte in faccia”: che cosa farebbero, concluderebbero la serata con una gaia sparatoria?

Imboscate, ecco come si chiamano in realtà certe occasioni. Cose brutte, che non c’entrano nulla con lo storico stile del ciclismo, da sempre nutrito di grandi rivalità, di grandi discussioni, di grandi litigi: ma leali, guardandosi negli occhi, senza trame segrete e filmati alla schiena. Il buon Bruno, che legge il breviario di Sergio Zavoli dalla sera alla mattina, dovrebbe anche capire che cosa legge: se Zavoli ha un merito storico, è aver proposto all’Italia intera la genuinità e l’onestà di un ambiente particolare, magari folkloristico e turbolento, sanguigno e stravagante, ma sempre corretto. Le congiurette da sottobosco parastatale non dovrebbero entrare in questo ambiente. Il ciclismo è urla e strepiti: però in faccia, non alle spalle. Qui invece c’è un sacco di bella gente che esprime il meglio di sé soltanto da tergo. Poi dice che non è più il ciclismo di una volta.

Quanto alle vittime dell’agguato, io mi limito a un consiglio. Scelgano bene dove andare, d’inverno. E nel dubbio, astenersi. A casa propria si sta benone, non l’ha ordinato il medico di passare da una cena all’altra fino a gennaio. Se invece non riescono proprio a trattenersi, perché una medaglietta e un piatto di fagioli sono richiamo irresistibile, allora vadano pure a farsi massacrare. Se lo meritano.

Cristiano Gatti, bergamasco, inviato de “Il Giornale”
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Definire semplicemente massofisioterapista Fabrizio Borra, che ci ha lasciato questa mattina a 64 anni appena compiuti, è riduttivo: è stato l’amico, il confidente, il sostegno nei momenti difficili di campioni dello sport, personaggi dello spettacolo, ma anche di tante persone...


Anche la terza e ultima tappa del Giro d'Italia in terra d'Albania si presenta tutt'altro che semplice. Partenza e arrivo a Valona, 160 i chilometri da affrontare: il percorso è sostanzialmente l’anello attorno al monte Maja Qores (oltre 2000 metri...


Il Tour de Kumano si conclude come era iniziato: con la vittoria di tappa di Dušan Rajović. Il 27enne serbo del Team Solution Tech - Vini Fantini si è imposto nella Taiji - Taiji di 104 chilometri precedendo Euro Kim...


Rivisitazione e celebrazione, qui c’è un po’ tutto per la 108esima edizione del grande Giro. È pronta la nuova maglia RS ASOR , la maglia “ribaltata” di Assos in cui il rosa si fa verde, un gioco in cui comunque si...


Un salto all’indietro per tornare al 1971, era il 54° Giro d’Italia, quando la corsa rosa partì dalla Puglia, da Lecce precisamente. Ora è in corso, vale la pena ricordarlo, l’edizione n. 108. Non era ancora in voga allora la...


Con la vittoria nella frazione inaugurale di Offida, al culmine di un attacco in solitaria, Chantelle Mc Carthy ha conquistato con decisione il comando del Giro delle Marche in Rosa riservato alle categorie femminili élite, under 23 e juniores. La...


50, 455. E' questo il nuovo Record dell'Ora stabilito nella serata italiana da Vittoria Bussi che già deteneva il primato. La 38enne ciclista e matematica di origini romane ha affrontato questa nuova sfida sulla pista del velodromo messicano di Aguascalientes,...


Primoz Roglic questo Giro d’Italia numero 108 vuole vincerlo e oggi, nella cronometro con partenza e arrivo a Tirana, ha dimostrato la sua superiorità. Per il campione sloveno è arrivata la maglia rosa, mentre la vittoria di tappa è andata...


Avremmo voluto scrive della Liegi Bastogne Liegi Juniores solo per darvi conto della vittoria del britannico Harry Hudson sul belga Leander De Gendt e Max Hinds,   ma purtroppo ciò che è successo in prossimità della linea d’arrivo in cima alla...


Joshua Tarling ha solo 21, ma oggi ha vinto la cronometro al Giro d’Italia confermando la sua classe in questa specialità. «E’ un'emozione speciale per me: è la mia prima vittoria di tappa in un grande giro ed è sicuramente...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024