Rapporti&Relazioni

di Gian Paolo Ormezzano

Premessa. L’articolo che segue contiene una mas­sa sicuramente spropositata di riferimenti personali, alcuni dei quali pe­raltro già rifilati ai pazienti lettori in occasioni passate. Chi fosse interessato a questi riferimenti e alle loro diramazioni, e dunque volutamente vo­­lesse continuare nella lettura, è stato avvertito (segnalazioni di questo tipo appaiono spesso prima dell’inizio dei film porno, vedere per credere).
Dunque: in 65 (sessantacinqueeeee, aiuto) anni di giornalismo, cominciato quando non ero ancora maggiorenne, ho se­guito 25 Olimpiadi (record del mondo), 28 Giri d’Italia, 15 Tour de France, 6 Mon­dia­li di calcio, innumerevoli Mon­diali di atletica, sci, ciclismo strada e pista si capisce, nuoto, sci, automobilismo nel senso di Formula 1, boxe, tennis di Coppa Davis e persino un Mondiale di ping pong. Bypasso una infinità di classiche della bicicletta e di campionati europei di vari sport. Aggiungo il reportage da Ca­pe Canaveral e Houston nel 1969 per la conquista della Luna con l’Apollo 11, impresa spacciata da me su Tuttosport an­che come primato mondiale di salto in alto, e un viaggio in Cina nel 1966, quando gli italiani non potevano andarci per mancanza di relazioni fra i due paesi (riuscii ad avere una   sorta di carta di identità francese). Ci aggiungo, extrasport, un Biafra subito dopo la guerra civile con la Nigeria, occasione/pretesto sportivo i Gio­chi africani, ed alcuni festival di Sanremo da cronista di gossip e cose così. Sino alla noia magari stupidamente snob e alla paranoia.

E adesso sono felice e gar­rulo nell’età della me­moria fortunatamente buona, degli impegni sfortunatamente ridotti e però del­le sollecitazioni in aumento per raccontare (talora mi pa­ghicchiano anche, ne sono persino scandalizzato).
Bene, mi accorgo di due cose (fra tante altre, ma dico di co­se specifiche per questo articolo): 1) che quando racconto di ciclismo mi stanno ad ascoltare con attenzione e partecipazione, mi fanno domande anche attinenti e pazienza se spesso intriganti (arrivano specialmente dai non ciclofili); 2) che in fondo di tutto quello che non è ciclismo, che non nasce dal ciclismo o co­munque con esso si collega, mica ho tanto da ricordare, da raccontare, da proporre, da imporre all’attenzione o perlomeno alla curiosità.

Attenzione, non c’entra delle mie “vittime” l’età, non c’entra neppure il sesso, o il lavoro che fanno, o il censo che godono o patiscono, o la cultura sportiva ed extrasportiva, o la loro ignoranza globale di sport e non solo. C’entra il ciclismo nel senso del suo fascino, il ciclismo umanizzatissimo che la motorizzazione ha indirettamente esaltato, che l’ecologia del mondo e del bipede che lo popola ha evidenziato come soluzione o quantomeno rimedio a molti mali da in­quinamento, che l’estremizzazione di tanto, troppo sport, ha impreziosito  sottolineando implicitamente la semplicità del pedalare. Questo mentre lo sport estremo, per solcare oceani, scalare monti, discendere grotte, domare onde di acqua o di neve, volare alla Ica­ro da montagne e su mari, con sussidi tecnologici assai spinti o con assunzione di ri­schi assai grandi o con la deriva su acrobazie clownesche, lo sport estremo dicevamo ha creato casomai spazi nuovi di interesse, ma al ciclismo non solo non ha tolto nulla, ma ha garantito confini che fanno la diversità,

Attenzione ancora: quan­to ai miei interlocutori, nessuna morbosità nel chiedere, nel parlare di un certo ciclismo chiacchierato, tipo quello del doping, nessuna paternalistica attenzione concessa a poveri puzzapiedi fachiri della fatica, nes­suna considerazione dei guadagni che sono ridicoli di fronte a quelli di altri protagonisti dello sport. No, proprio la voglia di bere e mangiare storie, di trasformare in calorie di pensiero positivo il sen­so umile e fortissimo di uno sport di fatica. E così siamo tor­nati nei pressi del caro ci­clismo eroico: ma allora la fa­tica era la regola per vivere e sopravvivere, poi è subentrato il benessere, poi la tecnologia ha fornito all’uomo servizi enormi, e insomma la fatica di adesso è di grana fine, di caratura speciale, diversa, almeno nell’emisfero dei fortunati, fortunatamente non pochi.

P.s.Penso che an­che nel caso di scoperta di tan­ti motorini di “assistenza alla pedalata” nelle bici dei corridori il ciclismo sopravviverebbe in questa dimensione uma­na e intanto fantastica, e in­somma nel mio piccolo continuerebbero a chiedermi e io a sciorinare il mio bla-bla-bla. Penso, ma spero che non ac­cada, nel senso che non ci sia quella scoperta che farebbe oscenamente felice, come lo ha fatto la scoperta del doping fra i ciclisti, tanto altro sport.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Loro hanno passato una giornata in fuga pedalando a 50 di media, noi - e tutti i commentatori - ci siamo chiesti cosa ci fosse dietro la folle idea di Mathieu Van der Poel e Jonas Rickaert. Nel pomeriggio di...


Marlen Reusser si è presentata al Giro Women da grande favorita e affamata di vittoria. La stessa Elisa Longo Borghini ci aveva detto che proprio la svizzera sarebbe stata un’avversaria ostica, dopo tutto la fila di successi positivi non davano...


Eddy Merckx e l'anca senza pace. Anche se assomiglia ai titoli della saga di Indiana Jones, è la realtà che sta vivendo il Cannibale in queste ore. Secondo quandto anticipa il quotidiano Het Laatste Nieuws, infatti, l'ottantenne campione è stato...


A Parigi la maglia verde sarà indossata da un velocista? Naturalmente sarebbe auspicabile e l'Italia fa il tifo per Jonathan Milan, ma si può ipotizzare anche che a vestirla sia un uomo di classifica, in questo caso molto probabilmente Tadej...


Se c'è una tappa che può far esplodere il Tour, è quella di oggi. Non ci sono salite celebri nella Ennezat - Le Mont-Dore, ma di ingredienti per far saltare il banco non ne manca nemmeno uno. per seguire il...


L’attesa per il Trofeo Marino Romani-Memorial Luigi Scrima juniores con partenza da Piazza Giusti era tutta per il finale di corsa in quanto i corridori lasciato il circuito e il centro di Monsummano Terme, dovevano affrontare la salita per raggiungere...


Per la prima volta la Pisa-Volterra per allievi, si è conclusa nel centro storico e nella magnifica Piazza dei Priori meta di tsnti turisti. Peccato per la pioggia battente e il vento a rendere difficile l’ultimo tratto in pietra da...


La 66ª edizione del Piva Junior Day ha visto due gare belle e combattute, con i corridori hanno dato spettacolo sulle Colline del Prosecco Conegliano Valdobbiadene DOCG. Nella corsa dedicata alla categoria allievi i ritmi elevati e i sei passaggi...


Si sono conclusi a Valmiera (Lettonia) i Campionati Europei BMX Racing 2025, che dal 10 al 13 luglio hanno visto sfidarsi oltre 1225 atleti (Championships, Cruisers e Challenge) in rappresentanza di 24 nazioni nell’iconica pista intitolata a Māris Štrombergs, primo...


Seconda vittoria di tappa al Tour de France per Tim Merlier e terza vittoria per la Soudal-Quick Step, che si conferma come una delle migliori squadre di questa Grande Boucle. «E’ stata una corsa folle oggi – ha detto il...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024