Scripta manent
Sarà sempre il ’98

di Gian Paolo Porreca

(Quando penso che solo noi abbiamo un cuore, nel ciclismo e in un continente di emozioni ad esso prossimo, vissuto in parallelo, come re­sta per me ancora - dopo 40 anni - il lavoro di medico, l’esistenza mi insegna ad essere molto meno presuntuoso... E a ritrovare come ci sia un me­glio, o un rosa più intenso e mai previsto, dietro un angolo ignoto... Come nel pomeriggio del 13 ottobre 2015, Am­bu­latorio di Chirurgia Va­sco­lare, Ospedale “V. Monaldi”, Napoli.)

«Sì, dottore, sono proprio Do­mi­zia­ni di co­gnome, di­scendente si­curamente della famiglia dell’imperatore ro­mano...».
E mentre il paziente n. 12, il signor Giovanni, magro, scattante, padrone ad ampi gesti della stanza si accomodava sulla sedia verde, la fi­glia di mezz’età, signora or­gogliosa di quel garbo grigio e di quella consapevolezza la­mentosa che a poco serve ancora per meritare una differente attenzione, mi sorrideva con aria di condiscendenza...
«Cosa vuole, dottore, mio pa­dre anche di fronte ad un medico, esordisce sempre co­sì, è un tipo un po’ scherzoso, e con gli anni sta di­ventando pure stravagante...», anche se il tono voleva accennare ad una svagatezza non lieve, ma da palese deterioramento senile.
«Quanti anni ha, signor Do­miziani?», chiedeva il dottor P., mentre esaminava con una attenzione calcolata la documentazione clinica relativa ad un aneurisma dell’aorta addominale, invero modesto: so­lo 4 centimetri di diametro trasverso massimo, ok, tranquillo, la soglia chirurgica è oltre i 5 cm...
«Dottore, ho 82 anni e come li porto secondo lei ?»,

«Beh, diciamo che se li porta bene, e precisiamo in­nan­zitutto che l’aneurisma per cui il suo medico curante ha ri­chiesto il consulto del chirurgo vascolare non le darà, vedrà, alcun problema. An­drà solo valutato nel tempo, ogni sei mesi. E con ecocolordoppler dell’aorta addominale, basta questo, niente TAC per il momento. Ma controlli sempre l’apparato vascolare in ampio senso, la pressione arteriosa, e il cuo­re, ovvio..., mica ha avuto problemi cardiaci?», tanto per dare un respiro più completo ad una visita così specifica e risolta nella disamina di una cifra, così matematica.
«Sì, dottore, ho avuto un pa­io di angioplastiche», ed il tono della voce e la mimica erano diventati ancora più esuberanti, dopo aver visto rimosso, con il mio responso di buon segno, la preoccupazione della patologia vascolare grave...

«Un paio di angioplastiche, un paio di anni fa, nel ’98...».
«Papà, ma cosa dici, e concentrati un po’, ma come fai a dire un paio di anni fa, nel ’98, se le angioplastiche le hai fatte nel 2005 !», l’intervento ruvido, dal tono di rimprovero, senza sconti formali, della brava figlia...
«Sì, dottore, mia figlia ha ra­gione. Era il 2005, forse», la ammissione contrita del si­gnor Domiziani. «Ma vede, non so lei, ma io sono un grande, un grandissimo ap­passionato di ciclismo e per me qualunque cosa serve a ricordarmi, ora che non ho più tanta memoria, così mi di­cono e mi mortificano tut­ti, il ’98, l’anno in cui Marco Pantani vinse Giro e Tour. Se lo ricorda anche lei, che emozione!».

«E perciò, per carezzare la no­stalgia, non stia a sentire mia figlia che pure ha sempre ragione, come tutte le fi­glie benedette di questo mon­do, io anche quelle an­gioplastiche le affido al ’98. Era la stagione della gloria, con Pantani, è vero?». «È un modo per sentirmi più vicino, più stretto a me». «Fac­cio male?». Come dirle, ami­co mio, di sì.
Una estate ferma, tesa al cie­lo come una stalattite, contro il declino del tempo e l’incertezza dei giorni qualsiasi a seguire, il ’98, perpetua sul sorriso del signor Domiziani. Che per ricordarsi di sé nel cuore, gli anni continuerà - e per quanto ancora - a numerarli da Marco Pantani in giù.

Gian Paolo Porreca, napoletano,
docente universitario di chirurgia cardio-vascolare,
editorialista de “Il Mattino”
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