È con profondo dolore e sincero cordoglio che si annuncia una grave perdita. Ufficiale: il Giro d’Italia non è più la seconda corsa più importante al mondo. È la terza. Per il momento. Quando una discesa comincia, non si sa mai dove finisca.
Purtroppo quello che ci stiamo dicendo da un po’ di anni è puntualmente avvenuto: a furia di osservare, copiare, sognare il Tour, non ci siamo accorti che da dietro stava arrivando con andatura sorniona, ma molto costante, la Vuelta di Spagna. Adesso la situazione è sotto gli occhi di tutti, spadellata proprio in questa edizione 2015, anno storico del sorpasso: la Vuelta è decisamente più importante, più prestigiosa, più spettacolare del nostro Giro. E chi lo nega è in malafede, a meno che non vada in giro con fettone di mortadella davanti agli occhi.
Mentre vado avanti con il discorso, grondo rabbia. Io non sono di quelli che vogliono vedere il Giro in rovina soltanto perché non sopportano questo o quello dell’organizzazione, o perché hanno interessi inconfessabili, o perché semplicemente sono del genere invidioso disfattista. Io adoro il Giro, amo il suo modo di attraversare l’Italia e gli italiani, amo l’umanità e la cultura di questo incredibile miracolo italiano. Farei qualunque cosa per vederlo ai vertici mondiali, con tutti quei campioni e quegli squadroni allineati al via, pronti a dare gomitate per esserci. Purtroppo c’è poco da fare: il disastro è compiuto. Primo Tour, seconda Vuelta, terzo il Giro. La speranza degli italiani fatalisti e ottimisti è che si tratti solo di una disgraziata coincidenza, però irripetibile. La sensazione molto più ragionata è che purtroppo sia l’inizio di un’era piuttosto lunga. Maledizione.
Per come siamo fatti noi italiani, riusciremo adesso a perderci in interminabili - e sterili - risse per trovare il colpevole. Un colpevole. Ma colpevoli sono tutti. Io ci metto i giornali italiani, visto che ciascuno dovrebbe partire dalla sana autocritica: questi giornali italiani che da Pantani in poi non hanno più saputo raccontare, tenere su, valorizzare il Giro d’Italia se non con paginate di doping (per essere chiari: doverose, ma se si parla solo di quello diventa inaccettabile). Agli altri addetti ai lavori il compito di trovare le proprie colpe. Però cambia poco: alla Vuelta sono in gara i primi quattro del Tour e il secondo e il terzo del Giro. Tutti i migliori del mondo, con la sola eccezione di Contador (al quale spetta un bustino commemorativo nella sede della Gazzetta: non si fosse inventato la follia di correre Giro e Tour, la Caporetto rosa sarebbe mostruosa). C’è qualcuno che ancora si sente di negare la supremazia spagnola sulla corsa italiana? Va bene essere patrioti, ma non possiamo fare rima con idioti. Nomi e cognomi sono lì da vedere. Per chi li voglia vedere.
Non conviene sprecare troppo tempo per riassumere tutte le componenti negative che hanno determinato il risultato. Tra le altre: la scelta orgogliosa della Gazzetta di non spostare il Giro da Maggio, i grandi interessi delle grandi squadre che hanno in testa solo il Tour, dunque non vogliono rischiare niente prima, caso mai lasciano spazio solo per l’eventuale rivincita alla Vuelta. Eccetera, eccetera. Ormai l’andazzo è sempre più radicato: tutti puntano al Tour e snobbano il Giro, poi al Tour vince soltanto uno, allora tutti quanti si ridano appuntamento un mese dopo per salvare la stagione alla Vuelta (per suprema umiliazione, quest’anno c’è pure chi ha già vinto il Tour, cioè Froome: lui in cerca della ri-vincita). Anni fa, se non altro, andava alla Vuelta chi voleva preparare bene il Mondiale: adesso proprio è un appuntamento fisso per tutti i Vip, come la spiaggia di Formentera…
Faremmo male, malissimo, se non aprissimo subito gli occhi e non prendessimo atto della grande sconfitta italiana. Se ci rendiamo conto di quanto grave sia la novità, forse riusciamo a improvvisare qualcosa, a modo nostro, mettendo mano alla nostra fantasia e alla nostra inventiva. Se invece fingiamo che non sia successo niente, se facciamo i presuntuosi e continuiamo a guardare la Vuelta dall’alto in basso, rischiamo la brutta fine di tanta nobiltà finita in mezzo a una strada, con le pezze al sedere a dire in giro lei non sa chi sono io. Serve subito un segnale, già per il 2016. Forte e chiaro. Di vera riscossa. Altrimenti bisognerà rassegnarsi al declino: il Giro diventerà la Lega Pro del grande ciclismo, una corsa per ragazzini in cerca di un domani e vecchie lenze in cerca dell’ultimo applauso, se sulla strada ci sarà ancora qualcuno ad applaudire.
L'ex professionista Giampaolo Sigurotti ci ha lasciato: si è spento oggi all'età di 70 anni. Nato a Pellaloco di Roverbella il 6 giugno del 1955, ha corso da dilettante con le maglie del Gs Calzificio Franco Bombana, del Gs Mariani...
Miche ha appena annunciato il lancio della nuova gamma Kleos 2026, ruote in fibra di carbonio che vanno a posizionarsi decisamente nell’alta gamma. Ma c’è di più, le nuove ruote, disponibili nei profili da 42 mm, 50 mm, 67 mm...
Di traguardi Paolo Guerciotti ne ha tagliati tanti: come ciclista e ciclocrossista, come imprenditore (la sua azienda ha festeggiato i 60 anni di attività) e come manager di formazioni prestigiose in campo ciclocrossistico. Quello che taglia oggi è un traguardo...
Nel plotone c’è chi preferisce non parlare dei manifestanti alla Vuelta di Spagna e chi invece, come l'ex campione del mondo Michal Kwiatkowski, ha voluto esprimere il proprio dissenso, sottolineando come a perdere sia stato l’intero movimento ciclistico, incapace di...
Jonas Vingegaard è il 63° ciclista a vincere la Vuelta di Spagna ed è il primo danese a scrivere il proprio nome nell'albo d’oro della corsa iberica, giunta all’80ª edizione. Le nazioni con almeno un successo diventano così 15. In...
Prologo ha vinto il suo terzo grande giro di stagione per merito di Jonas Vingegaard. In sella a Scratch M5 PAS e Predator 01TT CPC il fuoriclasse danese è stato in grado non solo di conquistare la prima maglia rossa della sua brillante...
Il 2025 non è stato l’anno del miglior Filippo Zana. Le ultime gare, però, ci stanno restituendo il vicentino in buone condizioni, in Top 10 al Giro di Polonia e pimpante in Canada, prima mettendosi a disposizione di Michael Matthews...
Il podio era improvvisato, il pubblico era formato dai membri di molte squadre accorsi con i loro corridori, le maglie però erano quelle vere e anche lo spumante per brindare era di grande qualità. Per celebrare i successi ottenuti alla...
Cosa resterà, al netto del podio finale Vingegaard - Almeida - Pidcock, della Vuelta España 2025? Cosa resterà, al netto del silenzio assordante dei media televisivi e non sull’evento ciclistico a tappe terzo nel mondo ma nullo nello spazio, e...
In occasione della prima edizione dell'Avventura ciclistica brevettata TERREDIMEZZO, la Randonnée Extreme che si terrà Sabato 27 Settembre con la finalità di sostenere i "Bambini Farfalla grazie all'associazione DEBRA, SLoPline, Metallurgica Cusiana, Cosmel Srl e Insubria Sport hanno deciso di...