Gatti & Misfatti
Lo slogan del Giro ora è del tour

di Cristiano Gatti

Il memorabile Tour di Nibali, cos’altro ag­giungere? Ce l’ho io una cosa da aggiungere. Bre­ve, brevissima, non voglio aggiungere fiumi di parole ai fiumi già spesi. Però mi sembra doveroso puntualizzare.

Voglio semplicemente mettere nero su bian­co uno storico passaggio di consegne, dal Giro al Tour: la corsa più dura del mondo non è più la nostra, è quella francese. Non credo nessuno possa eccepire, è un dato di fatto. Il 2014 segna il clamoroso cambiamento. Il Giro decide di rinnegare il suo (felicissimo) slogan, “La corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mondo”, proponendo un tracciato facile e pallosissimo nelle prime due settimane, quindi concentrando il difficile in due o tre tap­pe finali. Praticamente è l’imitazione, secondo me puerile e dozzinale, del format Tour, più volte criticato e più volte messo alla ber­lina confrontandolo pro­prio con la tradizione del Giro. «I campioni non vengono se continuiamo a fare percorsi massacranti», spiegano gli organizzatori rosa. E pazienza se anche con il percorso light i campioni continuano a non ve­nire: non fosse per Aru, una briscola pescata all’ultimo momento, sarebbe il Giro più desolante della storia. O quasi.

Contemporaneamente, la svolta del Tour. Mentre il Giro decide di imitare il Tour, il Tour decide di imitare il Giro. Ecco improvvisamente sugli schermi il percorso più arduo e più selettivo de­gli ultimi anni. Mentre noi togliamo le strade bianche nella prima settimana, perché magari i corridori scivolano e si sbucciano il ginocchio, i francesi ci piazzano una Parigi-Roubaix. E casualmente lì Nibali fa bingo. E poi i Vos­gi, e poi le Alpi e poi una terrificante tre-giorni sui Pirenei. Alla faccia dei Tour noiosi, piallati, decisi a cronometro della tradizione e del format collaudato.

Lo dico con molta tristezza: questa inversione di filosofie mi addolora. Ho sempre pensato che il senso nobile, la ragione d’essere, la speranza di sopravvivenza del Gi­ro fosse proprio in quella sua cruda originalità, così ben riassunta nello slogan del marketing, “La corsa più dura del mondo nel Paese più bello del mon­do”. Ero sicuro tra l’altro che anche i campioni as­senti, in qualche modo, pa­gassero in termini di prestigio e di completezza la loro assenza: chi non vince il Gi­ro, era bello dire, non è un campione vero e totale. Gli manca la prova estrema, la prova della sopravvivenza. La prova per uo­mini veri.

Ridotto così, a una flebile imitazione del vecchio Tour, il Giro perde tutto il suo ap­peal. Diventa anonimo e fiacco. Diventa inutile. So­prattutto se nel frattempo è il Tour a colmare quel vuo­to, diventando in un colpo solo La Corsa, la più di tutto, la più importante, la più famosa, la più ricca e ora anche la più feroce. È con molta mestizia che noi italiani dobbiamo alzare le mani e arrenderci. Addio slogan felice di una bellissima epopea. La corsa più dura del mondo non è più qui. È in Francia. Quanto al Paese più bello del mon­do, non è che la Francia sia poi così male.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Un anno e un mese fa, qui su Tuttobiciweb, abbiamo affrontato il delicato tema dell'abbassamento dell'età agonistica nel ciclismo, con conseguente obbligo di certificato medico sotto sforzo e non con un semplice elettrocardiogramma a riposo. Come facevano notare Maurizio Canzi...


Circa 40 milioni di euro di impatto economico generati con soli 6, 7 milioni di investimento pubblico: si condensa in questi ed altri dati significativi la ricaduta generata in Piemonte dalla Vuelta Espana 2025. Lo studio riguardante l’impatto economico in...


La Bahrain Victorious è lieta di confermare di aver stretto una partnership con Bianchi a partire dalla stagione 2026. Uno dei marchi di biciclette più leggendari a livello italiano e internazionale, con una storia di successo e innovazione iniziata nel...


Brugherio (MB) è pronta ad accogliere il 10 e 11 gennaio 2026 i Campionati italiani di ciclocross presso il parco Increa. L'evento è stato presentato oggi a palazzo Lombardia, alla presenza di Stefano Pedrinazzi, presidente comitato regionale Lombardia FCI, del...


Che Giro d’Italia sarà quello 2026? Verrà Jonas Vingegaard? Giulio Pellizzari sarà capitano della Red Bull Bora Hansgrohe? E poi le gare di Flamanville, Francia, seconda tappa di Coppa del Mondo di ciclocross, con Filippo Grigolini, vincitore della prova Juniores,...


La fiamma olimpica torna in Italia. Venti anni dopo Torino 2006, il simbolo a cinque cerchi illumina il nostro Paese con il significato universale che lo ammanta, segnando un passaggio fondamentale nel countdown verso Milano Cortina 2026. La cerimonia di...


La Red Bull – BORA – hansgrohe ha completato la pianificazione della formazione per il 2026 e inizierà la nuova stagione con 30 corridori. A completare l'organico è Arne Marit, che rafforza il gruppo di velocisti e specialisti delle corse...


La VF Group Bardiani-CSF Faizanè si riunirà il 5 e 6 dicembre presso i Poliambulatori San Gaetano per le visite mediche di inizio stagione. La struttura sanitaria con sedi a Thiene e Schio accompagna il team per il terzo...


Nel 2026,  la UAE Team Emirates XRG correrà nuovamente con due modelli Colnago da strada: la V5R e la Y1R. La livrea della V5R per la stagione 2026 cambierà: si abbandonerà la classica colorazione a strisce bianche e nere del 2025 per...


Paul Seixas va veloce ed è praticamente il primo corridore ad annunciare i suoi programmi per la prima parte della stagione 2026. Programmi ambiziosi... «Abbiamo costruito il mio inizio di stagione attorno a gare in cui posso davvero esprimermi e...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024