Gatti & Misfatti
Valv-Piti, orgoglio italiano

di Cristiano Gatti

Ho sempre pensato che il ciclismo non avrebbe mai potuto ripartire, voltando pagina, cambiando davvero, fino a quando si fosse portato dietro il terribile peccato originale dell’Ope­ra­cion Puerto. Meglio: dell’o­dio­sa e insopportabile ingiustizia seguita al fragoroso scandalo spagnolo.

Tutti, nel ciclismo, han­no fatto finta che ba­stasse buttare fuori un Basso e un Ullrich per eliminare le scorie e ripartire di slancio. In sostanza, tutti han­no pensato di scopare sbrigativamente la polvere sotto al tappeto, per fingere che il lo­cale fosse ripulito. Ma non esi­ste possibilità di riscatto senza che prima sia applicata una giustizia vera, equa, giusta. Cioè senza che le regole siano applicate nello stesso mo­do ovunque e su chiunque. Così, sin dall’inizio, nell’Ope­ra­cion Puerto non è stato: mentre alcuni Paesi ci andavano giù duri, altri, soprattutto il Paese teatro delle porcherie, ineffabilmente passavano oltre. Sotto gli occhi di un am­biente codardo, pusillanime, pilatesco.

Il risultato, in questi anni, l’abbiamo visto tutti. Al­cuni distrutti, altri tranquillamente in giro a vincere corse. Ovvio che questo di­scor­so mi serve per arrivare al punto di sempre, quello che sin dall’inizio non ho mai di­gerito: Valverde, meglio noto come “Valv-Piti”, sacca numero 18, corretta Epo. In tutti questi anni, mi sono sempre rifiutato di prendere sul serio il rinnovamento del ciclismo per il solo fatto che costui, il fenomeno di Spagna, era in gruppo senza alcun fastidio. Mi sembrava un orrore indicibile: Basso e Ullrich massacrati, lui che vince la Liegi-Bastogne-Liegi. Mezzo mondo sottosopra, e lui che veste la maglia gialla al Tour. Una vergogna. E tutto questo tra gli applausi della stampa mon­diale, sotto gli sguardi ebeti delle squadre avversarie, nel silenzio e nell’ignavia ge­nerale. Com’è possibile, mi di­cevo, che nessuno avverta una rabbia minima per una simile ingiustizia? Tutti a scaricare il barile su qualcun al­tro. Tocca alla federazione spa­gnola, no tocca alla giustizia spagnola, no tocca all’Uci, no tocca alla Wada. Ma era solo un modo per scantonare le proprie responsabilità. Di fronte a un simile scandalo, ciascuno avrebbe potuto fare la propria parte. Per esempio, come tuttoBICI ha proposto sin dall’inizio, le squadre avreb­bero potuto boicottare le corse dove c’erano gli spagnoli. In Spagna e fuori dalla Spa­gna. Quanto ai giornali, avreb­bero potuto come minimo evitare i toni celebrativi per le gesta di simili impuniti. Invece niente. Sempre lo stesso disco: se la Spagna non fa niente, se l’Uci non fa niente, se la Wada non fa niente, io che ci posso fare? Mica posso risolvere io il problema Val­verde… Invece no, amico ca­ro: forse tu non puoi risolverlo, ma almeno puoi evitarlo. Girargli al largo. Prendere le dovute distanze. Anche solo per non uscirne sempre da beoti.

Sono stati anni molto brutti. Gente che invocava regole, che scriveva codici etici, e intanto bellamente accettava di avere in gruppo Valverde e la sua band, quella congrega spagnola uscita bella come il sole dal più grande scandalo della storia sportiva, capitato casualmente proprio in casa propria. Mi ricordo che spesso, a forza di parlare del popolare Val­verde, incontravo gente dell’ambiente che mi guardava un po’ così, con sorriso beffardo, sparando domande del tipo “ma che ti ha fatto questo Valverde, c’è qualcosa di personale?”.

Sì, ho qualcosa di molto personale: non posso proprio accettare l’in­giu­stizia. E non sopporto la sciatteria della gente, che cre­de i problemi siano risolti soltanto dal passare del tempo. Cosa vuoi, ormai è passato tanto tempo: così dicono. Val­verde l’ha sfangata, ormai so­no passati tre anni: così subiscono. Proprio un altissimo senso della giustizia. E come no: ti hanno svaligiato la ca­sa, picchiato la moglie, ucciso il cane, e tu risolvi tutto la­sciando passare qualche mese. Certo, il tempo medica tut­to…

Il tempo non medica un corno. Almeno per me. Passassero cent’anni, l’Operacion Puerto continua a restare quello che è: una vergogna. Con pochi capri espiatori e certi signorini salvati da manovre nazionaliste. Ma passassero anche cent’anni, i conti devono tornare. Il senso di giustizia non cade in prescrizione. Non ha una scadenza come le medicine e gli yogurt. Il senso di giustizia sanguina anche cent’anni do­po, fino a quando non viene appagato e sanato. Per questo, comunque vada a finire, devo dire un colossale grazie alla procura antidoping del Coni. Ha condotto un grande lavoro, ma soprattutto non l’ha lasciata cadere, accodandosi al lassismo codardo e accidioso di chi lasciava fare al tempo. Per una volta, mi sento molto fiero d’essere italiano. Persino più di quando Cipollini e Ballan vincono il Mondiale. Ci sono corse che valgono più di qualunque trofeo. Io farei partire pure l’Inno.
Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Vive a Tirana e corre a Oudenaarde per la KD Bikes-Doltcini CT: si tratta di Ylber Sefa, 11 volte campione nazionale di ciclismo in Albania, sia nella prova in linea che a cronometro. Ylber Sefa racconta con orgoglio della grande...


Mark Stewart ha regalato alla Team Solution Tech - Vini Fantini la decima vittoria stagionale imponendosi nella terza tappa del Tour de Kumano. Alla conclusione dei 107 chilometri in programma, il 29enne britannico ha anticipato il suo coetaneo danese Mathias Bregnhøj, tesserato...


La partnership tra “Astoria Wines” e il Giro d'Italia si rinnova anche per l'edizione 2025 e la festa sul podio del grande ciclismo è sempre targata “Astoria Wines”. Oltre 100 Jeroboam da tre litri con l’inconfondibile profilo intagliato e il...


Dopo i recenti successi, il team MBH Ballan CSB Colpack è pronto a tornare in corsa nel fine settimana con due appuntamenti toscani di prestigio: sabato 11 maggio a Marcialla (FI) e domenica 12 maggio a Marina di Carrara (MS) per il Gran Premio del Marmo. C’è...


Dopo il nono e il decimo posto di Mattia Arnoldi e Sergio Ferrari a Castiglione delle Stiviere, torna in scena il team ECOTEK. La squadra di Rovato (BS) sarà protagonista di tre importanti eventi nel panorama ciclistico italiano. Ad aprire...


La seconda tappa del Giro d'Italia è destinata già a dare un volto nuovo alla classifica. In programma c'è infatti una cronometro di 13, 7 km sulle strade della capitale albanese, Tirana. per seguire il racconto in diretta dell'intera tappa...


Ha fatto tappa in Emilia-Romagna il tour di Bicimparo Kinder Joy of Moving che ha coinvolto le classi dell’Istituto Don Milani di Parma nella mattinata del 5 maggio. Dopo l’avvio dell’attività promozionale con la Fiera “Liberamente - Salone del tempo...


È stato amico di due Pontefici dichiarati Santi, come Paolo VI e Giovanni Paolo II, come dimostrano le foto e i cimeli del più grande museo sportivo privato del mondo. Nonostante ciò figuratevi la sorpresa di Ivano Fanini, storico patron...


Maglia bianca e cartellino giallo. Se Mads Pedersen è il primo danese della storia a vestire la maglia rosa, Francesco Busatto è il primo cartellino giallo del Giro d'Italia: sono soddisfazioni. Un'ammonizione per sprint irregolare: «gomitata e testata (due volte)...


La 53a Coppa della Pace coincide con due importanti traguardi: il mezzo secolo di collaborazione con la famiglia Anelli, il trofeo che porta il loro nome istituito nel 1975 è arrivato alla 50a edizione, e con le celebrazioni degli 80...


TBRADIO

-

00:00
00:00
SONDAGGIO
30 ANNI DI TUTTOBICI, VOTATE LA COPERTINA PIU' BELLA
Trenta copertine per raccontare la nostra storia: scegliete quella che per voi è la "copertina delle copertine"





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024