Editoriale

FORSE. All’UCI il lavoro non manca per dar corpo ai regolamenti e al nuovo calendario. In questa ottica, il gruppo di lavoro «classement mondial» si è già riunito più volte. Composto da Patrick Lefevere, John Lelangue, Jean-François Pescheux, Richard Chassot, Cédric Vasseur, Roland Hofer, Sean Kelly e Rocco Cattaneo, ha il compito di proporre delle regole per stilare classifiche mondiali che nel 2010 daranno alle migliori squadre del mondo la certezza di partecipazione alle grandi corse del calendario.
La classifica mondiale terrà conto dei risultati di tutti i team e di tutti i corridori che parteciperanno alle prove del calendario mondiale, composto dalle prove “storiche” e da quelle dell’UCI “Pro Tour”. Molte proposte sono state discusse in seno al gruppo di lavoro, che ha già sviluppato simulazioni informatiche con lo scopo di stabilire un sistema di classifiche per atleti, squadre e nazioni.
Per quanto riguarda le regole di partecipazione, è stato stabilito in primo luogo che le migliori 17 o 18 squadre della classifica mondiale (Pro Team o Professional), di 8 o 9 corridori, avranno il diritto di partecipare a tutte le prove del calendario mondiale. Va detto inoltre che in conformità a quanto è stato deciso in occasione dei Mondiali di Varese, solo le formazioni che aderiranno al passaporto biologico avranno il diritto di partecipare alle prove del calendario mondiale e quindi di conquistare punti per la classifica mondiale. Insomma, si sta andando a piccoli passi verso la normalizzazione del ciclismo. Forse.

CHISSA’. Ha dell’incredibile: nel momento in cui il sindacato dei corridori professionisti ottiene forse la vittoria più bella con l’avallo del Garante della Privacy, l’ACCPI stessa si sfalda. Amedeo Colombo messo in un angolo, Gianni Bugno (l’attuale segretario), chiamato in causa come degno successore in qualità di grande ex e soprattutto di elemento che avrebbe anche costituito una continuità all’interno del sindacato stesso, decide di fare un passo indietro quando percepisce che non ha l’unanime consenso. Ora come ora tutto è fermo, tutto bloccato, nonostante ci sarebbero tutti gli elementi e le condizioni per poter essere un po’ più allegri.
Il Garante, sollecitato lo scorso maggio dall’avvocato Federico Scaglia per conto dell’Assocorridori, ha dato pareri importanti sulla reperibilità dei corridori. Sul tavolo la normativa Coni, poco armonica rispetto a quella Wada. In pratica il sindacato italiano ha chiesto una cosa molto semplice: i corridori cosa devono comunicare? Cosa devono far sapere?
Dal 2009 la Wada prevede che tutti gli atleti di tutti gli sport indichino per ogni giorno dell’anno un’ora di reperibilità. A quell’ora non ci sei? «Controllo mancato»!
La Wada però parla chiaramente di «spostamenti regolari», cioè allenamenti, scuola e lavoro. Se vai al cinema, non hai obbligo di comunicazione. Per il Coni così non era: un corridore doveva comunicare tutto, ogni minimo spostamento. Grazie a questa presa di posizione dell’ACCPI, il Coni ha deciso di non reperire il sistema Adams, perché sempre per il Garante (ma non solo per lui: il “Gruppo 29” per esempio, che raggruppa tutti i Garanti della Privacy d’Europa, il 1° agosto scorso ha confermato che anche il regolamento Wada in materia di reperibilità non è conforme alle normative europee) è fuorilegge.
Il Coni, dallo scorso mese di luglio, ha dovuto prendere atto anche del fatto che i controlli non li può fare quando vuole, a qualsiasi ora del giorno e della notte. La Wada parla di 7-22. Insomma, il Coni ha dovuto fare marcia indietro e allinearsi. Ma i prossimi a doverlo fare saranno la stessa Uci e soprattutto la Wada, visto che questo provvedimento “italiano” fa chiaramente giurisprudenza.
Tornando invece al punto di partenza, l’ACCPI è senza presidente. Amedeo Colombo ha comunicato che non si ricandiderà e che è nelle sue intenzioni lasciare l’associazione in mani forti e credibili. L’avvocato Scaglia, con l’ausilio di tutti, ha fatto un ottimo lavoro. Adesso sta ai corridori individuare un nome prestigioso e credibile, che possa tenere alto il buon nome di un’associazione che ha ottenuto un risultato se non storico molto importante. I corridori saranno in grado di non rovinare tutto? Chissà…
Pier Augusto Stagi
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