Van der Poel, il collezionista di monumenti

di Francesca Monzone

I numeri misurano le distanze e il tempo, nel ciclismo raccontano di vittorie e record: la costante che li lega è il nome di Ma­thieu Van der Poel. Il 2023 è senza dubbio il suo anno d’oro fatto di incredibili successi e vittorie preziose, che lo hanno portato nell’olimpo dei grandi vincitori di classiche. Mathieu è il figlio di Adrie Van der Poel, olandese che ha conquistato un Gi­ro delle Fiandre, una Liegi-Ba­stogne-Liegi e un Mondiale di ciclocross, ma è anche il nipote del francese Raymond Poulidor, vincitore di una Vuelta, di una Milano-Sanremo e di sette tappe al Tour de France.
Senza dubbio Ma­thieu è nato sotto una buona stella ma non si è accontentato e i risultati raccolti dal padre e dal non­no, lui li ha già superati.
Il suo 2023 è iniziato con il successo al Mon­diale di ciclocross in Olanda, a Hooge­rhei­de, dove ancora una volta ha battuto Wout van Aert, il rivale con il quale duella da quando era un ragazzino. Le loro battaglie dal fango del ci­clocross sono passate sull’asfalto delle corse su strada e i due,  straordinari corridori che in mol­ti definiscono “pezzi unici”, hanno incantato il pubblico di tutto il mondo.
«Sono convinto che io e Wout un giorno guarderemo con il sorriso alla nostra carriera - aveva detto Van der Poel dopo il Mondiale di ciclocross - Guarderemo ai nostri successi e saremo orgogliosi di quello che siamo riusciti a fare».
Il Mondiale di ciclocross si è corso a febbraio e l’olandese il suo esordio su strada aveva deciso di farlo a Strade Bianche, la Classica toscana che aveva vinto nel 2021. Le sensazioni erano buo­ne ma la forma non era ancora quel­la giusta e anche alla Tirreno-Adriatico, iniziata subito dopo, il campione olandese aveva deciso di rimanere nascosto nel gruppo, riposando e os­servando, mettendosi in luce solo per pilotare Jasper Philipsen a due vitorie di tappa. Ma sarebbero passati solo pochi giorni prima di vederlo in uno dei suoi capolavori più belli: la vittoria alla Mi­lano-Sanremo.
«La Classicissima è una delle corse più difficili da vincere - aveva detto l’olandese alla vigilia della corsa -: i suoi ultimi 100 km sono meravigliosi, ma sono i primi 200 difficili da superare perché non succede nulla».
È il 18 marzo e l’olandese nato per correre in bici realizza il suo capolavoro vincendo grazie ad una azione straordinaria, firmata con l’estro dell’artista e la forza dell’atleta, addomesticando quel Pog­gio testimone degli attacchi più crudeli nella storia della corsa.
«Sono andato oltre le mie aspettative. La corsa è stata meno difficile di quanto mi aspettassi, quindi mi sono concentrato sul Poggio. Avevo programmato di attaccare alla fine: sa­pevo che non dovevo aspettare, che era la mia unica possibilità per vincere».
Mathieu Van der Poel ha vinto su Via Ro­ma, così come aveva fatto suo non­no Raymond nel 1961.
« È così speciale per me vincere questa corsa come ha fatto mio nonno. Lui nella sua carriera ha vinto una sola Classica Monumento ed era la Milano-Sanremo e adesso abbiamo questa corsa in comune, per me ha un valore importante».
Mathieu però non ha esaurito la sua sete di vittoria con la Milano-Sanremo, perché c’era un’altra corsa che voleva vincere: la Parigi-Rou­baix nella quale nel 2021, alla sua prima partecipazione, aveva chiuso in terza posizione alle spalle di Sonny Colbrelli e Florian Vermeersch. Nel 2022 l’olandese si era dovuto accontentare di un nono posto ma il 2023 è l’anno di Mathieu van der Poel, che non ha sbagliato nulla, neanche il suo attacco alla Parigi-Roubaix. La settimana prima, al Giro delle Fiandre, era arrivato secondo alle spalle di un Tadej Po­ga­car stratosferico,  ma l’olandese ha subito saputo voltare pagina e la sua mente si è immediatamente focalizzata già sulle pietre della Roubaix.
«So di essere fatto per queste classiche. Quest’anno ho scelto di fare meno gare per essere al massimo in tutti i miei ap­puntamenti, è essenziale per far bene nel ciclismo di oggi - ha detto Van der Poel nel velodromo di Roubaix -. È chiaro che sto vivendo la mia migliore stagione per le Classiche. Mi sentivo già bene al Giro delle Fiandre domenica scorsa, ma oggi sono riuscito a sviluppare ancora più potenza, anche ne­gli ultimi 50 chilometri. Per vincere la Roubaix servono ottime gambe e un po’ di fortuna, e oggi le ho avute en­trambe. Ho cambiato un po’ il mio approccio e la mia preparazione, e sta dando i suoi frutti. Mi sono anche sbarazzato dei miei problemi alla schiena, questa è la differenza principale rispetto allo scorso anno».
Mathieu van der Poel è l’erede di una dinastia importante, anche se ha sempre cercato di allontanarsi da chi lo ha preceduto, per creare la propria vita da campione e non per essere conteso tra Olanda e Francia. La sua vita è fatta di numeri e primati ed è l’ottavo corridore della storia a salire sul podio alla Milano-Sanremo, al Giro delle Fiandre e alla Parigi-Roubaix nella stessa stagione. Ma è anche il quarto corridore nella storia di questo sport ad aver vinto Milano-Sanremo e Parigi-Rou­baix nella stessa stagione, dopo Cyrille Van Hauwaert nel 1908, Sean Kelly nel 1986 e John Degenkolb nel 2015.
Van der Poel è il fenomeno in costante lotta con Tadej Pogacar e Wout van Aert: a 28 anni è un autentico punto di riferimento nelle Classiche Monu­men­to. Da notare il rapporto di amicizia che ha con Po­ga­car e la rivalità che do­mi­na il suo rap­porto con Van Aert. I primati non sono finiti: l’olandese della Alpecin-Deceuninck è salito sul podio nel 57% delle Classi­che Monumento che ha disputato nella sua carriera, ovvero 8 gare su 14 disputate.
Il ragazzo nato da due stirpi importanti non ha certo finito la sua raccolta di tronfi e nei prossimi anni si parlerà ancora di lui per altri importanti successi ottenuti. Sappiamo che potrebbe conquistare tutte e 5 le Classiche Mo­numento, per il momento nel suo palmares ci sono due Giri delle Fiandre, una Parigi-Roubaix e la Milano-San­remo. Manca­no ancora la Liegi-Ba­stogne-Liegi e il Giro di Lombardia, due Monumento non semplici per lui ma che sicuramente proverà a conquistare nelle prossime stagioni.
Intanto in questo 2023 c’è ancora un Tour de France nel quale vuole far be­ne soprattutto per se stesso, perché lo scorso anno le cose non sono andate co­me voleva. Ha già indossato la ma­glia gialla e la maglia rosa e tutti sono certi che la maglia rossa della Vuelta, sarà un altro obiettivo da raggiungere a breve, così come la maglia iridata del Mondiale su strada.

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