
di Giulia De Maio
Una festa ricca di colori. Com’è nel DNA di Alé. Questa è stata la 15ª edizione della Alé La Merckx, la granfondo che il primo weekend di giugno ha radunato a Verona 1850 ciclisti, provenienti da ogni angolo del mondo. Nella città di Romeo e Giulietta non sono mancati April e Jason, una coppia di Dallas, che ha festeggiato in bici il viaggio di nozze insieme a numerosi connazionali statunitensi, ma anche appassionati pedalatori argentini, colombiani, tedeschi, francesi, belgi, svizzeri, turchi, inglesi, australiani, cechi, danesi, spagnoli, polacchi, emiratini, per un totale di 20 diverse nazionalità rappresentate.
Tra tanti amatori, dai più convinti con ambizioni di risultato (per i più esagitati artefici di sorpassi folli un consiglio spassionato: datevi una calmata!, ndr) a quelli che puntavano a godersi gli splendidi paesaggi della Valpolicella e della Lessinia, i ristori e il riso party finale, hanno pedalato alcuni dei campioni che nella massima categoria sfoggiano orgogliosamente il logo Alé sulle proprie divise. Schierati in Piazza Bra, a pochi metri dall’Arena di Verona, il vincitore della crono finale del Giro d’Italia Matteo Sobrero (BikeExchange Jayco), la campionessa degli Emirati Arabi Safiya Al Sayegh (UAE Team ADQ), Sonny Colbrelli ed Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), Davide Gabburo, Enrico Zanoncello e Omar El Gouzi (Bardiani CSF Faizanè), Matteo Badilatti e Attila Valter (Groupama FDJ), gli ex prof Mario Cipollini, Fernando Escartin, Adriano Malori, Lello Ferrara, Andrea Guardini, Pietro Caucchioli, Riccardo Minali, Andrea Ferrigato, la prima campionessa del mondo su strada italiana Alessandra Cappellotto con le ragazze afghane portate in salvo in Italia da Road to Equality, il cantante Paolo Belli e l’ex calciatore Fabrizio Ravanelli.
Alla loro ruota c’eravamo anche noi, che per la prima volta abbiamo preso parte alla granfondo dedicata al Cannibale Eddy Merckx e al celebre brand veronese di abbigliamento ciclistico Alé. Lo start è stato dato dall’assessore allo sport cittadino Filippo Rando. Due i percorsi tra cui gli atleti potevano scegliere: la granfondo di 129 km con un dislivello di 2.600 metri e la mediofondo di 82 km, con un dislivello di 1.450 metri. Noi abbiamo scelto il secondo, altrimenti non avremmo più avuto le forze di scrivere questo articolo. Il caldo torrido che ha caratterizzato la giornata, unito al dislivello in programma, ha reso la sfida epica ed esaltante. Ci siamo divertiti pedalando in compagnia di amici che non vedevamo da un po’ di tempo, a partire da Sonny Colbrelli, che siamo stati davvero felici di riabbracciare la sera prima al galà in cui è stata presentata la nuova collezione Alè tra balli e spritz. Il campione europeo e italiano 2021 dopo la Sprint Giovanissimi dedicata ai più piccoli del sabato ci aveva confidato che in futuro gli piacerebbe creare una scuola giovanile e ci aveva avvisato che in gara avremmo trovato suo fratello Tomas che, a differenza sua, puntava a un risultato importante.
«È impazzito, non fa altro che correre. Era un calciatore di ottimo livello ma da un anno e mezzo pensa solo alla bici. Gli ho promesso che se batte il record su una salita vicino casa gli regalo delle ruote ad alto profilo che desidera tanto. Finora non ci è ancora riuscito, ma uscita dopo uscita ci è sempre più vicino. Se domani non vince però lo obbligo a tornare a casa in bici» scherzava Sonny poche ore prima che Tomas tagliasse il traguardo 2° nella distanza più corta, vinta da Igor Zanetti (ACS Ciclismo SI Triatlon Prahova) e Lisa De Cesare (Highroad Team ASD).
Vittoria nel percorso principe per il toscano Fabio Cini (ASD Capitani Minuterie Metalliche) dopo una gara sofferta, condotta per buona parte in fuga insieme a un gruppo di cinque corridori e poi risolta sulla salita delle Torricelle in un testa a testa con Enrico Filippi (Vivo-MG.K Vis). Nel lungo in campo femminile prima la leccese Maria Elena Palmisano (Garda Scott Matergia) che ha condotto una gara in solitaria arrivando felice e in lacrime all’arrivo.
Noi, decisamente più staccati ma altrettanto sorridenti, ci siamo messi alla prova nella “Cronoscalata del Cannibale” e sulla salita finale, dalla quale pochi giorni prima era transitata la corsa rosa come ci hanno ricordato le tante scritte sull’asfalto. Soprattutto ci siamo goduti l’atmosfera in ottima compagnia.
Prima di tornare a casa con le gambe dure per la fatica, in valigia bei ricordi e un nuovo coloratissimo completino da sfoggiare nelle prossime uscite, abbiamo scambiato due parole con Alessia Piccolo, amministratore delegato di APG, l’azienda a cui Alé fa capo: «Mi piace osare, come avete visto questa volta ci siamo fatti ispirare dai colori della terra e della natura che ci circonda. Grazie a tutto lo staff, io ci metto la faccia ma senza gli uomini e le tante donne che lavorano al mio fianco questa festa e tutte le creazioni che nascono nella sede di Bonferraro di Sorgà (VR) non sarebbero possibili». Avanti così, alè Alè.