Alé, la città delle donne

di Pier Augusto Stagi

È comunque la città delle do­n­ne, nonostante dopo dieci an­ni Alé sia costretta a fare un passo indietro e lasciare a malincuore la Champions League del ciclismo rosa, il World Tour women, unico team tricolore di casa nostra.
Con la Ronde van Drenthe di fine ottobre, ultima prova dell’UCI Women’s WorldTour, si è conclusa l’avventura pedalata del team Alé BTC Ljubljana. Fine delle trasmissioni al termine di una stagione semplicemente straordinaria e da incorniciare, con all’attivo 20 vittorie, di cui 17 di assoluto peso, mai così tante per il team di Bonferraro di Sorgà (Verona): una medaglia d’oro europea a cronometro e due d’argento, sempre a cronometro e sempre con la svizzera Marlen Reusser ai Giochi Olim­pici di Tokyo 2020 e ai Mondiali su strada Fiandre 2021. Per ben 110 volte il team di Alessia Piccolo, diretto dalla coppia Fortunato Lacquaniti - Giuseppe Lanzoni è entrato nella Top 10.
«Nella vita l’importante è saper cogliere le opportunità, capire il proprio ruolo e in certi casi, come questo, comprendere con umiltà dove si può arrivare e fino a quando - ci spiega Alessia Piccolo, presidente del team, nonché amministratore delegato e direttore ge­nerale di Alé -. Siamo convinti di aver fatto la cosa giusta al momento giusto. Come dieci anni fa, nel 2011, ab­biamo iniziato un percorso nel mon­do ciclismo femminile con un progetto che ci ha condotto nella massima serie mondiale con non poche soddisfazioni, allo stesso modo abbiamo capito che era giunto il mo­mento di fare un passo indietro, di mettere la squadra in sicurezza e ga­rantire quindi ad atlete e personale (una trentina di persone in tut­to, ndr) un futuro. Noi siamo stati bra­vi ad arrivare fin qui, adesso passiamo il testimone alla Uae Emirates di Mau­ro Gianetti, che ha tutto non solo per portare avanti questo progetto, ma per intensificarlo e accrescerlo. Una cosa mi preme dire: la squadra non è stata venduta, ma ceduta ad un euro simbolico. La priorità per noi era solo di ga­ran­tire un futuro a questo team che cambierà pelle, ma conserverà credo un pezzettino del nostro cuore».
Un passo indietro, un passaggio di te­stimone ad una delle formazioni più potenti e importanti del pianeta.
«Ma resteremo nell’ambiente del ciclismo femminile, dando una mano a BikeExchange: dal prossimo anno saremo impegnate come fornitore ufficiale di entrambi i team, sia maschile che femminile - spiega sempre la Piccolo, che quest’anno ha portato la sua Alé, brand creato nel 2014, ad un fatturato di oltre 31 milioni di euro -. È probabile che dia anche una mano nel Veneto a qualche team giovanile, perché è vero che è bello stare nel World Tour (costo annuale 1 milione e 400 mila euro, ndr), ma c’è da salvaguardare il vivaio. Ci sono tante ragazzine che al­trimenti rischierebbero di smettere di correre e anche i team maggiori,  la nostra nazionale, potrebbero incontrare un problema di vocazioni. Insomma, ognuno deve continuare a dare il proprio supporto e contributo con i mezzi di cui dispone, noi faremo la nostra parte».
E poi i ringraziamenti.
«A BTC Ljubljana, che negli ultimi an­ni ha condiviso con noi un pezzo del no­stro cammino. Ma un grazie va an­che Fortunato Lacquaniti, il nostro team manager, che negli ultimi sette anni ha dato un grosso contributo alla crescita di tutto il team. Ricordo ancora quando iniziammo il nostro cammino con un piccolo team di sole ragazze italiane e oggi lo lasciamo che è il quarto del ranking mondiale».
Resta comunque una città delle donne, il maglificio Alé. Una realtà di 150 dipendenti, di cui 120 sono donne. De­gli uomini si potrebbe fare l’elenco completo, visto che sono pochi. Ad in­cominciare dal marketing manager, Alessandro, ex biker entrato a far parte della squadra di Alessia Piccolo a settembre. Con lui anche Lorenzo e Da­vide, che fanno parte delle “quote az­zurre” di casa Alé, come del resto il contabile, Nicola.
Un’azienda ad alta vocazione femminile, il maglificio Alé, con Barbara (commerciale estero), Mo­nica (amministrazione), Anna Maria (commerciale Italia), la tuttofare Alessandra, Cristina (schede prodotto), Mary e Silvia (grafiche team), Ilaria (front desk) che van­no a costituire il “cerchio magico” di un’azienda dinamica e mai seduta sugli allori.
Una squadra rosa che fa squadra e squadre. Dalla BikeExchange, alla rivelazione 2021 Bahrain Victourius, fino alla Groupama Fdj. Ma oltre alle ma­glie della Uec (Unione Europea del Ciclismo, ndr) ci sono anche quelle del Giro di Sicilia e di Croazia, dell’Uae Tour e della Bardiani CSF Faizané.
«Non ci tiriamo indietro, siamo abituati tutti a guardare solo avanti - conclude Alessia Piccolo -. Abbiamo ambizioni e sogni, sempre in nome della qualità e del design che da sempre ci contraddistinguono. Qualità e fashion, per capi di abbigliamento personali e personalizzati. Capi “glam”, ma soprattutto tecnologici. Non per niente il mon­do del ciclismo in questi anni ci ha premiato: sia tra i professionisti, sia tra chi ama semplicemente andare in bicicletta per il gusto di andarci».
Con una maglia Alé, la città delle don­ne, che piace a tutti.

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