Gatti & Misfatti

Un Cassani per Dagnoni

di Cristiano Gatti

Bene, abbiamo un nuovo presidente - tanti augurissimi a Cordiano Dagnoni, ne ha un certo bisogno -, e subito a seguire ci troviamo davanti una seconda questione: avremo anche un nuovo ct? Per fortuna qui non funziona come nella politica, luo­go selvaggio in cui chi vince mette subito mano alle partecipate del parastato per piazzare le sue truppe cammellate, vedi Rai e similari, anche se al posto di qualche ca­pace finisce qualche idiota patentato. In questo caso, Dagnoni non necessariamente deve subito consolidare il suo potere ribaltando tutto quello che c’era prima. An­che perché, nel caso specifico, la gestione Di Rocco non è neanche così estranea alla nuova gestione.

Non è un automatismo politico, eppure la questione si pone: avremo un nuovo ct? La domanda in fondo aleggia già da tempo. Il problema adesso non è tanto se Dagnoni ami o non ami Cassani, il problema è semplicemente Cassani. Da questo pun­to di vista, anche se ci fosse an­cora Di Rocco, anche se fosse arrivato Martinello o fosse arrivata la Isetti, non ci sposteremmo di una virgola: bisogna o non bisogna cambiare il ct della nazionale?

Èun caso veramente singolare. Perché non si tratta di trovare il modo più elegante e meno volgare di cacciare un tecnico incapace, ma di utilizzare al meglio il tipo che c’è. Proprio così. Tutto deve fare la Fede­ra­zio­ne, nuova o vecchia che sia, fuorché privarsi di Cassani. Amici e nemici suoi, tutti non possono che essere concordi su una fatto decisivo: Davide si sbatte da matti per il ciclismo, ne è un innamorato pazzo, con l’aggravante - l’accrescente - che per i colori azzurri si butterebbe nel fuoco, magari co­sparso di kerosene. Non è una di­ceria, è una realtà provata: quando vede azzurro, il Davide si met­te a disposizione per qualsiasi co­sa, qualsiasi ruolo, qualsiasi mansione. Bagnerebbe i gerani quando gli uffici chiudono per ferie, se glielo chiedessero. Legherebbe le scarpe ad Archetti, se il meccanico avesse il colpo della strega. Cas­sani è questo, Cassani è così. Non c’è alcun bisogno di altre prove. Così come non c’è bisogno di altre indagini per riconoscere che qualche cattiveria messa in giro dai suoi nemici ha un certo fondamento: sì, Cassani fa troppe cose. Lo sa lui per primo, sapendo di essere un iperattivo naturale, con l’aggravante - questa è una cattiveria tutta mia - d’essere il prototipo (versione turbo) di quel genere d’uomo che non sa dire no. Mai, a nessuno. E questa, per me, resta una colpa, non una virtù.

E allora, che fare. Tenerci il ct multitasking, spalmandolo in duemila funzioni, oppure trovare il modo di utilizzarlo ancora meglio, magari sgravandolo un po’? Posto che non gli chiederemo di bagnare i gerani quando gli uffici sono chiusi, bisogna pensare a un altro Cassani, a un nuovo Cassani, a un ridisegnato Cassani. Questo, se fossi Da­gno­ni, farei io.

Certo, per prima cosa chiederei all’interessato che co­sa abbia in testa lui. Che cosa preferisca fare, che cosa lo mo­tivi di più, che cosa lo coinvolga di più. Se la risposta di Davide, conoscendolo, fosse “tutto”, allora prenderei in mano io la situazione e proverei a resettarlo. A questo punto, subentrano valutazioni e opinioni personali. Dagnoni certamente ha le sue, che ora sono so­vrane. Le mie non interessano mol­to, ma questo non mi impedisce di esprimerle, così, per il puro gusto della circolazione d’idee: li­bererei Cassani di tutte le incombenze minime che costano molto tempo e molta fatica, chiedendogli di concentrarsi nella stanza dei bottoni, in un ruolo di governo del movimento azzurro, di supervisione globale, considerando la nazionale come un corpo unico, che parta dai ragazzini agli inizi e arrivi ai campionissimi d’alta gam­ma. Non è un’idea nuova, se ne parla da tempo: ma questo è il momento di metterci mano. Una visione unica serve come il pane, per evitare che ogni fascia d’età e ogni livello diventino repubbliche autonome, scollegate dalle altre, magari orticelli personali di qualche piccolo ras che va dalla sua parte senza rendere conto a nessuno.

Cassani è all’altezza di questo compito operativo, in stretto collegamento con il capo politico. Cassani sguazza alla grande in tutte le pieghe del mo­vimento, è preciso e pignolo quanto basta per ficcare il naso in tutte le questioni, a fin di bene, tenendo le fila tra le miriadi di realtà locali e nazionali. È organizzatore e anche inesauribile promoter, nel senso che come promuove lui il ci­clismo, a livello agonistico e a li­vello sociale, attualmente non lo promuove nessuno, in Italia.

Di fatto, è un ruolo che ha avviato in modo artigianale Alfredo Martini, e che poi Cassani ha perpetuato nel tempo, passando per Ballerini (Bettini no, Bettini si è concentrato sull’ammiraglia). Ma sempre sottotraccia, improvvisandosi, adattandosi, sacrificandosi. Di­cia­mo un volontariato a tempo pie­no. È il caso di sacralizzarlo. Cer­to, salendo di un gradino, al so­glio di coordinatore, o direttore ge­nerale, o capo supremo come vogliamo chiamarlo, Cassani do­vrebbe porsi lui per primo il problema della nazionale Profes­sio­ni­sti. Secondo me, dovrebbe lasciarla nelle mani di un ct solo ct: tuttobiciweb ha già avanzato il no­me ideale, per meriti e per competenze, il popolare Martino Mar­ti­nel­li. Ma è una soluzione. Dagno­ni può trovarne altre duemila.

L’ importante è che su Cas­sani non cada la mannaia di un feroce detto antico, promoveatur ut amo­veatur, tradotto in soldoni promuovere qualcuno per levarcelo dai piedi. Tecnica diffusissima, che ha portato mandrie di vere bestie in posti delicatissimi. Cas­sani no, Cassani deve salire per rendere ancora meglio, nell’interesse di tutti quanti. Io, amico o nemico, un Cassani me lo tengo strettissimo.

Copyright © TBW
TBRADIO

00:00
00:00
Un amore mai sbocciato compiutamente, un rapporto difficile e teso tra Federciclismo e Lega del ciclismo Professionistico, tra il presidente Cordiano Dagnoni e il presidente della Lega Roberto Pella. Silvano Antonelli, uomo misurato e di pensiero, che del ciclismo ha...


Santini Cycling e la squadra World Tour Lidl-Trek annunciano il lancio ufficiale del nuovo kit da gara per il 2026, un progetto che rinnova l’identità visiva della squadra mantenendo salde le sue radici. I colori iconici di Lidl - blu,...


Veronica Ewers ha deciso di dire addio al ciclismo e lo ha fatto pubblicando una lettera intensa e drammatica sul suo profilo Instagram.  «Alcune settimane fa, ho ricevuto i risultati degli esami del sangue che mostravano che i miei livelli...


Protagonista di una importante campagna acquisti che ha portato ad un profondo rinnovamento dell'organico, la Decathlon CMA CGM (la CMA CMG è una compagnia francese di trasporto e spedizione di container. È una delle più grandi compagnie navali a livello mondiale,...


Paolo Savoldelli sarà in studio questa sera a Radiocorsa, in onda alle 20 su Raisport. Con il campione bergamasco si parlerà dei primi ritiri in Spagna, della stagione 2025, di Jonathan Milan, di Giulio Pellizzari, di ‘Regala un Sogno’,...


Tante tappe, un po’ come accade nei Grandi Giri che tanto appassionano noi amanti del ciclismo. La Torcia Olimpica di Milano Cortina sta viaggiando verso il capoluogo lombardo dove il 6 febbraio prossimo è in programma la cerimonia di apertura...


Oggi, giovedì 11 dicembre, viene presentata in tutto il mondo la nuova Factor One,  un modello che ha fatto ampiamente discutere già nel giorno del suo debutto nelle corse al Criterium du Dauphiné 2025, giornata chiusa con uno splendido primo posto...


Nella splendida cornice del Ristorante La Brace di Forcola, sponsor storico della società, si è svolto il tradizionale pranzo sociale del Pedale Senaghese conclusosi con l’attesa lotteria sempre ricca di premi; un appuntamento ormai attesissimo che quest’anno ha assunto un...


Dopo due stagioni in cui ha indossato la maglia iridata, Lotte Kopecky tornerà a correre con i colori sociali e la – rinnovata - maglia della SD Worx Protime. È stata proprio la trentenne belga a presentare la divisa con...


Johan Museeuw parla da un letto d’ospedale, ma il messaggio che ha scelto di affidare ai propri social serve per tranquillizzare i suoi tifosi e gli appassionati di ciclismo e spiegare ciò che gli è successo. Il sessantenne belga, che...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024