Scripta manent

DEL CICLISMO DELLO SPORT DEL SUBLIME

di Gian Paolo Porreca

Avevamo, lo sapete, più volte scritto qui, scarso desiderio di ciclismo (e di sport, in­nan­zitutto) in una stagione che sentiamo sfalsata, se non apocrifa, per questo territorio accessorio della vita. Ma mercoledì 26 agosto, nessun preconcetto, ci siamo solidamente riconciliati con il ciclismo, gustando a pieno il trionfo solare agli Europei di Plouay del campione d’Italia Giacomo Nizzolo, in quello sprint finale serrato ed avvincente.
Bellissimo, e tutto in az­zurro circolarmente radioso, dal senso di squadra, al rispetto dei ruoli, al concetto di orchestra - Af­fini, Cimolai, Ulissi, Tren­tin, Boaro, Visconti, Bal­le­rini... - modulato da un direttore lineare come Cas­sani, fino all’esecuzione ultima.

Bellissimo, e a cornice del quadro, suggestivi pure gli svolazzi di Van der Poel o il romantico tentativo - a finire - di un norvegese generoso... Ma ci siamo ancora, è un crescendo in animo, pienamente riappacificati an­che con i valori non placcati dello sport, ammirando all’inverosimile quel gesto leale di complimento - una pacca sulle spalle, da compagno di strada - di Arnaud Demare, il campione francese che correva da favorito sulle sue strade, sconfitto e se­condo per una dozzina di centimetri, appena dopo il traguardo.

Una sensibilità da Ci­cli­sta con l’iniziale maiuscola, propria di chi condivide sacrifici e sconfitte, più spesso che vittorie, ancor più lodevole, se si pensa che quel 26 agosto per il gentile De­mare era anche il giorno  del suo compleanno...
Un comportamento cavalleresco, a fronte di un grande dispiacere personale, che ci riportava alla mente quella pacca sulle spalle di Claude Cri­quie­lion secondo a Moreno Argentin primo, dopo il traguardo della Liegi del ’91, la quarta vinta da Argentin e l’ultima invece corsa e persa ancora dal corridore belga, che a quella edizione aveva consegnato di cuore l’estrema chance, dopo tanti piazzamenti, di una affermazione nella “sua” grande cor­sa di casa. Non era destino, per Claude.

Demare, come Cri­quie­lion, tanti anni dopo, a dare ragione nella nostra ferita solitudine, ad un senso olimpico ed equo dello sport, giusto il 26 agosto 2020, a sessant’anni proprio dall’inaugurazione dei Giochi Olimpici di Roma...
Del ciclismo dello sport, grazie a Niz­zolo e Demare. E del sublime, quel pomeriggio di mercoledì, per averci restituito nella felicità di un successo solidale, il sorriso in video di Marco Velo, il nostro Mar­co, ad abbracciarsi con Nizzolo e Cassani, un sorriso franco senza remore e ritrosie, un sorriso ce­leste, il primo che è par­so illuminarsi da un cielo im­menso, dopo il dramma vissuto con la tragedia in bici della compagna Ro­berta Agosti.

Del ciclismo dello sport del sublime, il 26 agosto 2020.

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