Bike Industry, la bici è più forte del virus

di Giulia De Maio

Il mondo bici sta vivendo un ve­ro e proprio boom. Dopo me­si rinchiusi in casa e con i negozi con la saracinesca abbassata, le ruote sono finalmente tornate a girare e, dati alla ma­no, lo fan­no più che mai. A confermarlo sono le statistiche di alcuni brand di riferimento nella bike industry, illustrati nel cor­so della tavola rotonda “La sfida della ripresa” organizzata dal gruppo editoriale Sport Press.
Anche senza gare (quelle dei professionisti sono appena ricominciate ma per gli amatori non si sa ancora quando po­trà riprendere l’attività), fiere ed eventi, il settore bici è vivo e corre ve­loce. Il bonus mobilità, la paura di utilizzare i mezzi pubblici e la voglia di svolgere attività all’aria aperta hanno svuotato i magazzini e risollevato l’economia di un movimento che si conferma trainato dall’elettrico e al quale la necessità di mantenere il distanziamento sociale ha messo il boost.
Scopriamo quindi strategie e prospettive post Covid-19 di alcuni dei marchi di riferimento dalle parole dei loro portavoce, che hanno risposto alle domande del direttore editoriale di Sport Press Benedetto Sironi.
Claudio Masnata
Marketing Manager Bianchi
«In un momento difficile per l’economia mondiale, siamo uno dei settori più fortunati. Bianchi da un anno e mezzo, con l’arrivo del nuovo am­ministratore delegato Fabrizio Scal­zotto, sta vivendo un grande rinnovamento. Ci teniamo stretti i nostri 135 anni di storia, ma era arrivato il tempo del cambiamento. Già prima del coronavirus avevamo messo al centro la persona e non più il prodotto, tutte le nostre scelte erano indirizzate all’individuo. La pandemia ha accentuato an­cora di più l’attenzione al benessere del singolo. La nostra sede è divisa tra Ber­gamo e Milano, siamo stati molto colpiti dal coronavirus, ma non abbiamo mai perso l’ottimismo. Abbiamo dato un segnale importante con la sponsorizzazione del Giro d’Italia e con il lancio della bici ripartiAMO. Non siamo ancora attrezzati per la vendita online, ma abbiamo svolto un esperimento che ha dato ottimi frutti: abbiamo venduto e consegnato 200 pezzi in una settimana. Chiuderemo l’anno con un incremento del 20% del fatturato. Maggio e giugno sono stati mesi da record, continua la crescita dell’elettrico che è passato dal 25-30% del nostro business al 50%, pareggiando gli introiti prodotti dal comparto muscolare».

Claudio Cannizzaro  
Sales & Marketing Manager Italia Giant
«Abbiamo vissuto una prima fase di pau­ra e totale chiusura. Durante il lockdown la casa madre ci ha chiesto di correre ai ripari e riprogrammare tutto, non è stato semplice. Quando abbiamo riaperto ci siamo trovati quasi impreparati dalla richiesta incredibile di ordini che abbiamo ricevuto. Le direttive Covid hanno coinvolto tutta Europa e il nostro magazzino centrale è all’estero, qualche ritardo c’è stato ma siamo riusciti a contenerlo e ad accontentare praticamente tutti. Gli ultimi tre mesi sono stati eccezionali. Siamo molto contenti, soprattutto per i dealer, che hanno monetizzato quanto perso nel periodo di chiusura. Se la pandemia pri­ma ci ha fatto male, ora ci sta facendo bene. Adesso ripartiamo come se fosse l’anno zero: con i magazzini ripuliti e tanta gente in più che pedala rispetto al passato. Speriamo che dei tanti neofiti, buona parte si appassioni e diventi un consumatore abituale nei prossimi anni. Abbiamo anticipato il lancio della TCR, già venduto alcune bici del 2021, ma la gran parte dei prodotti saranno disponibili da settembre. Il nostro bilancio dei primi sei mesi è del 15% sopra rispetto a quello dell’anno scorso, quindi non possiamo che essere fiduciosi».

Walter De Luca
Sales Manager
Pinarello
«Noi siamo focalizzati sulla bici da corsa e l’alta gamma, per quanto ci riguarda la situazione si sta stabilizzando dopo 55 giorni di lockdown che, è innegabile, si sono fatti sentire. Siamo passati da un momento di incertezza a un altro di euforia, che andrà capitalizzato e sfruttato. Grazie al boom che sta vivendo il settore stiamo tornando a una normalità insperata in tempi rapidi. La nostra produzione interna ha accumulato ri­tardi che stiamo colmando. Il responso dei nostri negozianti è positivo e ci dà speranza per il futuro. La nostra linea è rivolta al ciclista sportivo perciò non è stata così impattata come altri brand dal bonus bici, ad ogni modo anche per noi i mesi dopo la riapertura sono stati eccezionali. Il nostro anno fiscale si è concluso da una trentina di giorni e ri­spetto alle previsioni il trend è stato po­sitivo. La paura è stata tanta, ma ne siamo usciti quasi illesi quindi nel complesso non possiamo lamentarci. Le cur­ve della pandemia hanno avuto alti e bassi sfalzati nei vari paesi di nostro interesse. Le prime difficoltà le ha vissute l’Asia, poi l’Europa e ora è l’A­me­rica a soffrire. Essendo attivi praticamente in tutto il mondo, le perdite e i ricavi nei vari continenti alla fine han­no bilanciato il nostro business».

Donatella Suardi
General Manager Italia SCOTT
«Condivido quanto hanno detto i miei colleghi. Noi ci troviamo in piena Val Se­riana, la nostra azienda ha sede ad Albino (Bg), siamo attaccati a Nembro e Alzano dove c’è stato un vero e proprio disastro, ognuno di noi è stato colpito da un lutto, questo dramma ci ha inevitabilmente condizionato. Ora va molto meglio, ma siamo divisi tra chi è ancora terrorizzato e chi pensa che il virus sia battuto, questo personalmente mi sorprende. Mancano il buon senso e la via di mezzo. La libertà tanto agognata è andata a vantaggio degli sport e delle attività del tempo libero che ci avvicinano alla natura: noi, avendo una gamma ampia di prodotti, lo stiamo ve­dendo con Scarpa che nel mondo running sta crescendo in modo importante. L’embargo sulla nuova collezione al pubblico è fissato a fine agosto-inizio settembre, ma da metà luglio stiamo lavorando con i dealer e abbiamo effettuato le prime consegne della gamma 2021. Aprile per noi è stato nero con un -98% di profitti, a maggio abbiamo rilevato un -50%, mentre nei mesi successivi abbiamo compensato con un +150% e ora viaggiamo su una media del +30%. A settembre prevedo chiuderemo intorno a un +15% come nu­mero di bici vendute rispetto all’anno precedente e a un +20% come fatturato, visto che le e-bike hanno un costo più alto e sono sempre più richieste, anche dai clienti dei concessionari. In chiusura colgo l’occasione per ringraziare Piero Nigrelli, direttore di ANCA (Associazione Nazionale Costruttori di Biciclette) e il suo staff, che si sono dati un gran da fare dal punto di vista operativo. Nonostante i diversi interessi di ognuno, la collaborazione tra le aziende del settore è fondamentale, so­prattutto in momenti particolari come quello che stiamo vivendo».

Ermanno Leonardi
Managing Director Italia Specialized
«La pandemia ha messo in ginocchio i nostri clienti, ma la riapertura li ha rimessi in piedi. Sembrava la fine del mondo, nonostante ciò nessun negoziante è sta­to costretto a cambiare attività. Ab­biamo chiuso l’anno fiscale un mese fa con un + 15%, dopo 26 anni di presenza sul mercato italiano siamo cresciuti tanto e gran parte del merito è da attribuire al Covid-19. Nella global call che abbiamo svolto di recente abbiamo aperto con l’azzeccatissimo simbolo giapponese della crisi che è legato in­scindibilmente a quello dell’opportunità. Rappresento un’azienda con le spalle larghe, che se l’è sempre cavata. Per fortuna anche questa volta abbiamo tenuto duro. Siamo passati dal di­sastro all’euforia, ora per assurdo sia­mo accusati di non avere il prodotto, ma a conti fatti negli ultimi mesi abbiamo venduto il doppio che in passato. L’inverno scorso abbiamo acquistato un nuovo magazzino per contenere più materiale, quando hanno chiuso tutto poteva sembrare una mos­sa azzardata, ma dopo il lockdown si è svuotato all’improvviso. Dobbiamo te­nerlo presente per il futuro, non serve a nulla deprimersi, bisogna guardare sempre avanti. Per quanto riguarda le vendite, tira forte l’e-bike, da più di due anni è più richiesta la mtb che la strada e la gravel che abbiamo in catalogo da quattro anni continua a regalarci soddisfazioni. Specialized non è solo bici, il 30% del nostro fatturato aziendale è dato dagli accessori. Infine constato con piacere che finalmente le am­ministrazioni dei nostri comuni sono più sensibili alla mobilità sostenibile e alle piste ciclabili. Sicuramente c’è an­cora tanto da fare. Non è un caso che Italia, Francia e Spagna siano gli unici tre paesi al mondo in cui le bici non sono state considerate beni essenziali, nelle altre nazioni il lockdown non ha riguardato le officine per favorire le ri­parazioni e gli spostamenti su due ruo­te. Detto questo, anche per il nostro settore sono convinto che la vera svolta arriverà dal lato urban con il commuting».
Stefano Gualtieri
Responsabile commerciale Trek Italia
«Anche a me fa piacere riscontrare questa accresciuta sensibilità al settore e al mezzo bici, in tutte le sue declinazioni. Vedo una grande possibilità di sviluppo per la mobilità urbana. Ho esperienza di lavoro nel mercato svizzero, in cui questo tema è già sviluppato da anni, spero l’Italia recuperi terreno in questo senso in tempi brevi. Come azienda, stiamo sperimentando una sempre maggiore segmentazione del prodotto e della do­man­da. Quello che in gergo definiamo bike boom è equamente distribuito in tutti i settori, anche quelli che erano considerati di nicchia fino a poco tem­po fa. Questo dà fiducia, dimostra che ci sono prospettive di crescita negli an­ni a venire. Anche per noi i mesi di mag­gio e giugno hanno compensato il fatturato mancato a marzo e aprile. I dati per l’avvenire sono ottimi: nei pri­mi sei mesi del 2020 abbiamo vissuto una crescita a due cifre e il trend do­vrebbe continuare invariato fino alla fi­ne dell’anno. Sono contento, oltre che a livello aziendale, per i nostri rivenditori che hanno azzerato il momento difficile affrontato nel secondo bimestre. Avendo la sede a Bergamo, città particolarmente colpita dal coronavirus, mi ha fatto davvero piacere che il nostro team sia tornato in sede operativo e compatto, con il consueto entusiasmo e fortificato da questa esperienza che ha messo tutti noi alla prova».
I numeri delle aziende intervenute in questo incontro virtuale, che come sottolineato dai loro rappresentanti hanno tutte base in Lombardia (Pinarello a parte), la regione più colpita dall’emergenza sanitaria, sono davvero incoraggianti. A conti fatti, la bici è più forte del virus.

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