Alessia Piccolo dalla A alla Z

di Pier Augusto Stagi

Lei è una di quelle donne che fanno davvero di tutto, dalla A alla Z. Non che lavori solo lei, anzi, la sua vera abilità è quella di essere circondata da un team di lavoro eccezionale, che è davvero squadra, famiglia, gruppo e movimento. Ma Alessia Piccolo è una di quelle donne che vuole sapere, conoscere, vagliare e valutare con attenzione ogni cosa, ogni processo produttivo. Una perfezionista? Certo, anche, come del re­sto il grande capo, Federico Zecchetto, l’uomo che ama il proprio lavoro come pochi, e allo stesso modo adora restare in quel cono d’ombra che gli consente di far risplendere solo i suoi marchi: Alé, Dmt e Cipollini.
Alessia è una di quelle don­ne che fanno davvero tutto dalla A alla Z, con un gruppo di lavoro eccezionale che non si risparmia mai per nulla al mondo e che al mondo guarda co­stantemente. Io, con questo pezzo, mi limito a prendere nota di alcuni pensieri, sogni e ambizioni di questa piccola grande donna. Ascolto e prendo ap­punti. Sono pensieri in ordine sparso, ma in rigoroso or­dine alfabetico: dalla A alla Z.

A come Alessia. «Dopo 32 anni passati a realizzare capi da ciclismo performanti per i professionisti e non, Alé nasce nel 2013 portando sul mercato grandi novità. All’epoca la maggior parte dell’abbigliamento da ciclismo, seppur innovativo, offriva colori tenui e pacati. Noi entriamo nel mondo della bicicletta come un elefante in cristalleria. Il nostro modo di essere è giallo fluo».

B come Bastianelli. Stagione semplicemente fenomenale. Lei superlativa, ma anche tutte le sue compagne di squadra che l’hanno supportata non sono da meno. Marta vince la Gent-Wevelgem, oltre al titolo europeo in linea. È il simbolo sia della passione di Alé che della visibilità crescente del ciclismo femminile, al quale io ho sempre creduto e credo. Lavorare coi professionisti - siano questi di sesso maschile o femminile - ha permesso in questi anni ad Alé non solo di diventare in breve tempo riconoscibile, ma anche di ricevere i feedback ne­cessari dai ciclisti sui capi indossati. Questa continua collaborazione per migliorare i prodotti consente ad Alé di mettere l’eccellenza tecnologica al primo posto, unendo performance allo stile. E Mar­ta, in questo caso, ne è una delle migliori testimonial».

C Custom Team. «Alé offre un servizio d’eccellenza per i ciclisti professionisti. Grazie al lavoro a stretto contatto con gli atleti, produce kit innovativi e performanti personalizzandoli con le grafiche e i colori della squadra e accompagnando i team in ogni fase della realizzazione dei capi, dalla progettazione alla consegna. Dal prossimo anno lanciamo la nuova linea PRR (Pro Racing Re­search) per tutti i team amatoriali».

D come Donna. «Mi sono sempre ispirata a loro. Ho guardato loro per capire meglio me stessa, ma ho fatto anche il contrario. Sebbene Alé offra una grande varietà di capi per tutti i ciclisti che amano i colori vivaci, quando è nata sapeva che proprio questi colori avrebbero avuto molto successo tra le don­ne. L’Alé Cipollini, squadra femminile di proprietà di Alé e fondata nel 2011, mi vede impegnata in prima persona, come general manager. Anche se, come è logico che sia, anche in questo caso sono supportata da ottimi collaboratori, ad incominciare da Fortunato Lac­qua­niti. Ovviamente la divisa giallo e arancio fluo e le bici nere Cipollini con cui pedalano fanno risaltare ancora di più tali colori, guadagnandosi così l’hashtag: #YellowFluoOrangeTeam».

E come Emozione. «Tante grafiche da donna sono ispirate da me. È davvero una questione di emozioni. Amo guardarmi in giro. La contaminazione è fondamentale. La moda m’ispira e mi stimola come poche altre cose al mon­do. I miei marchi di riferimento Dolce & Gabbana, Cavalli e Pinko».

F come Femminile, ma anche Fluo. «Vo­lendo portare qualcosa di fresco e di nuovo nel ciclismo, Alé è entrata nel mercato con un look fluo (o fluorescente) che ora è conosciuto in tutto il mondo. Da allora, la nostra azienda continua a infondere nel mondo delle due ruote una gamma sempre nuova di colori vivaci, sia per i professionisti che per gli amatori, senza mai cambiare strada: gialli neon, verdi vivaci e rosa fluorescenti. Dimenticavo: F anche co­me Fondello, che sono tecnici e bellissimi: cuciti a mano e le maglie dalla ve­stibilità perfetta sono solo alcuni dei punti di forza di Alé. Il nostro marchio realizza tutto ciò di cui un ciclista ha bisogno in ogni stagione, ad esempio giubbini, gilet, body, guanti, calze e anche capi per chi pratica il triathlon».

G come Giovane. «Siamo giovanissimi. Appena nati, ma abbiamo già percorso tantissima strada». 

H come Hosking. «La Chloe è stata an­che lei estremamente brava. Tre vittorie: un tappa della Santos Women’s Tour, la Cadel Evans e i Common­wealth Games. Il prossimo anno sarà il punto di riferimento del team».

I come Innovazione. «È la nostra dolce ossessione. È la linea guida che ci ha dato Federico Zecchetto, e che in questi anni ho fatto mia. Dobbiamo essere sempre avanti. Sempre predisposti al nuovo. E se possibile anticipare i cambiamenti, prima che siano loro a cambiarci».

J come Juventus. Sono una sfegatata ti­fosa bianconera da sempre. Per me gli sport sono ciclismo, calcio e running. È inutile che ti dica quale sia il mio giocate preferito:  CR7».

K come Klimatik. «È la mia linea preferita, perché mi permette di uscire an­che quando le giornate non sono bellissime».

L come Lavoro. «Sono un po’ malata, ma adoro lavorare. Il perché è semplice: ho la fortuna di fare quello che ho sempre sognato. Mi devo occupare di moda sportiva: cosa c’è di meglio?»
 
M come Merckx. «Il Cannibale: basta la parola. Il più grande, il più forte, il più affamato, il più vincente di tutti. Eddy Merckx si è spinto ai limiti del possibile e attraverso il duro lavoro e la sicurezza in se stesso è riuscito a distinguersi e a ottenere risultati incredibili. È un amico di Alè, del Gruppo Zec­chetto. È l’uomo di riferimento della nostra Gran Fondo che porta il suo nome. E noi ne andiamo orgogliosi».

N come Nero. «Un colore che non amo».

O come Orizzonti. «Mi piace esplorare il mondo. Conoscerlo. La vita è un viaggio e io mi sento nomade».

P come Passione. «Il ciclismo non è so­lo un mestiere, è la nostra passione. Sappiamo che non bastano le gambe o le mani: occorre soprattutto il cuore. Per questo interpretiamo il nostro la­voro con lo spirito con cui si affronta una salita. Ogni difficoltà ci spinge a dare il meglio, per vincere insieme».

Q come Quagliotto. Nadia è una delle ragazze nuove della Alé Cipollini diretta da Fortunato Lacquaniti. Con lei ci saranno anche Kralijn Swinkels, Eric Jelena, Eri Yonamine, Diana Penuela Martinez, Jessica Raimondi, Giorgia Bariani e Maria Apolonia Van’t Ge­lo­of: tutte esordienti nel nostro team. Con queste new-entry anche Chloe Hosking, Anna Trevisi, Romy Kasper e Soraya Paladin».

R come Ricerca. «La ricerca ha bisogno di cavie. Le nostre sono decisamente speciali: sono i ciclisti professionisti con cui collaboriamo abitualmente da anni. Nessuno come loro può darci in­dicazioni e suggerimenti sui prodotti da sviluppare. Ci tirano la volata e ci aiutano a raggiungere traguardi sempre più importanti. Anche nel 2019 saremo vicini a team come la Bardiani CSF, la Groupama Fdj, oltre alla Federazione Eu­ropea del ciclismo (UEC) e alla na­zionale francese».

S come Storia. «La nostra corsa è iniziata più di trent’anni fa. L’esperienza di APG Cycling, di chi conosce la strada da tempo, si è unita al coraggio e all’intraprendenza e all’irriverenza dei giovani corridori che vogliono uscire dal gruppo. Siamo in fuga, ma non ci voltiamo indietro: guardiamo sempre avanti. S anche come Successo. Un successo non è mai il frutto del caso. L’istinto deve essere supportato dalla strategia e dalla tecnologia. Il nostro laboratorio di sviluppo ricerca continuamente materiali e soluzioni innovative, elaborando le intuizioni e gli input di stilisti e professionisti».

T come Triathlon. «È un mercato in co­stante crescita, che ci sta dando tantissime soddisfazioni. I triatleti sono esigenti e innovativi: in noi si rivedono».

U come Unico. «Indossa Alé e ti distinguerai dalla massa (standout). A meno che la massa non vesta già Alé: in questo modo diventerai parte della visione di Alé, quella di unire tutti i ciclisti dallo stile unico. Immagina ad esempio l’annuale Granfondo Alé La Merckx, dove migliaia di ciclisti si ritrovano tra le bellezze di Verona, come le sue ar­chitetture gotiche e le verdi colline. Quel gruppo è anche e soprattutto mac­chia di colore. È energie. È uno stile: di vita».

V come Verona. «Non è solo la città della nostra Gran Fondo, è anche la patria nativa del marchio. Il quartier generale con la relativa produzione si trova a 30 km a sud di Verona, do­ve la miglior cura sartoriale italiana incontra materiali di qualità, per realizzare capi performanti anche nelle situazioni ciclistiche più difficili».

W come Winner. «Vincere è piacevole, ma non deve mai diventare un’ossessione». 

X come Pareggio. «Nella vita bisogna anche saper mediare, anche se io non ho mai amato pareggiare. Accetto di più la sco­nfitta, dopo aver provato a dare tutta me stessa per conseguire il massimo del risultato».

Y come Young. «Essere giovani non è una questione anagrafica, ma di te­sta, di approccio e di visione. Noi della Alé siamo tutti giovani, e anche chi ci sceglie lo resta per sempre».

Z come Zecchetto. «Non ho mai conosciuto una persona determinata e intraprendente come lui. Ha una visione d’insieme pazzesca. Ama sognare e realizzare i suoi sogni. Io mi ritengo fortunata di far parte della sua squadra».

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