CIPOLLINI. «ITALIA, SCENDI IN CAMPO»

PROFESSIONISTI | 22/03/2017 | 19:19
«Potremmo riunire tutti gli atleti che sono sparsi nelle grandi squadre internazionali e metterli in una squadra che si chiama ‘Italia’ o ‘Roma’». E’ questa la proposta lanciata da Mario Cipollini intervenuto a Tutticonvocati su Radio 24 il giorno del suo 50esimo compleanno. «All’interno di questo progetto – ha aggiunto Cipollini – potrebbero crescere tanti giovani di tantissime categorie».

«L’Italia è inesistente e questo a me fa male – spiega Cipollini - Ci sono dei grandi corridori che fortunatamente non smettono di nascere in Italia, però non abbiamo una struttura. Non c’è una squadra. Non c’è più il ciclismo italiano».

«Naturalmente per fare una squadra di ciclismo servono moltissimi soldi e purtroppo in Italia non ci sono. Capisco che il nostro Paese ha dei problemi economici molto più gravi dello sport e del ciclismo, però credo anche che non si debba dimenticare questo sport che tanto ha dato all’Italia».

«Facciamo una squadra con le donazioni del popolo italiano in qualche modo e chiamiamola Italia. Ognuno si tassa di un euro e con le donazioni riportiamo il ciclismo in auge. In questo momento non abbiamo in mano niente e non ci possiamo permettere secondo me di rovinare questo sport in memoria di grandi personaggi che definire ‘ciclisti’ è poco. Definire Fausto Coppi un ciclista è quasi un’offesa, perché credo che Fausto Coppi sia ad oggi nel nostro Paese lo sportivo più importante che questa terra ha avuto. Insieme a Bartali e alle loro storie, la guerra, a quello che hanno vissuto, che c’è stato all’interno della loro avventura, della loro vita, e noi ce lo dimentichiamo e lo buttiamo con una maglia con scritto Bahrein, piuttosto che Astana…io ho visto la Sanremo e mi sono incazzato»

A Tutticonvocati, Mario Cipollini ha raccontato che «qualche mese fa, quando si parlava di candidatura di Roma alle Olimpiadi, io personalmente mi sono permesso di telefonare al Presidente del Coni Malagò dicendogli: ‘Signor Presidente perché non fate una cosa vera, importante e salvate il ciclismo e fate una squadra e la chiamate Roma 2024?’. Iniziamo a portare un progetto ‘Roma’ in giro per il mondo con la bandiera italiana e riprendiamo tutti quei talenti che purtroppo sono sparsi in mondi diversi, in culture completamente diverse. Riportiamoli a casa: sicuramente stanno meglio loro, perché parlando italiano, mangiando italiano e parlando con gli italiani secondo me è un’altra cosa. Malagò naturalmente mi ha risposto da politico, dicendo ‘bell’idea, vedremo... vediamo se la candidatura va avanti, ne parleremo’.. e sempre così».  

«Quando guardo la televisione mi viene in mente di quando il sottoscritto, quando Pantani, quando Bartoli, quando Bettini, quando Ballerini, quando Tafi, quando tutta questa schiera... quando Moser, Saronni, Argentin... li citiamo tutti, quando quella squadra armata arrivava alla partenza, impauriva il mondo del ciclismo. Ora non ci considerano neanche dei vigili urbani».

«Sono state fatte, mi sembra, delle leggi in Italia per salvare delle squadre di calcio, giusto? Sono state fatte appositamente delle leggi perché il calcio funzioni e vada avanti. Io non dico che il ciclismo non debba prendersi le proprie responsabilità, ma credo che qui debba esserci un intervento politico perché qualcuno deve fare veramente qualcosa. A mio avviso, il ciclismo ha perso quell’importanza mediatica a livello nazionale che aveva in passato. E che il ciclismo stia andando male non gliene frega niente a nessuno niente, l’importante è che funzioni il calcio».
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COMMENTI
22 marzo 2017 20:49 BARRUSCOTTO
TUTTO VERO CERTI GIORNALI IGNORANO IL CICLISMO COME TANTI POTENZIALI GRANDI SPONSOR PERO BISOGNA DIRE CHE MAI COME IN QUESTI TEMPI LA TV RAI DA TANTE ORE DI DIRETTE MI RICORDO AI TEMPI DI MOSER CHE VINCEVA LA ROUBEAIX LA TV SI COLLRGAVA A 30 KM DALL'ARRIVO SE ANDAVA BENE POI GLI STREAMING SI POSSONO VEDERE CORSE IN TUTTO IL MONDO ALLORA PERCHE NON CI SONO PIU TEAM DI GRANDE LIVELLO....

cambiare
23 marzo 2017 00:21 tralepieghe
il ciclismo e bello, appassiona tanta gente, ma i giovani crescono diversi.
quante corse sono noiose bloccate da tattiche di squadra, alla fine arriva il vincitore ma tutto finisce là.
bisognerebbe creare delle alternative per esempio un giro a tappe a punteggio dove contano tutti i piazzamenti e quindi le fughe devono essere sempre controllate non come adesso che ci sono 2 corse in una, per la tappa e per la maglia.
è solo un'ipotesi per dire che bisogna creare più aspettativa

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