Pozzato: il marcio è ovunque, non solo nel ciclismo

| 20/02/2007 | 00:00
Stava per diventare azzurro di hockey su pista, ma un giorno il giovane Pippo Pozzato vide passare una gara di ciclismo sotto il balcone di casa sua a Sandrigo, nel Vicentino. E si innamorò della bicicletta, bruciando subito le tappe. Ben presto arrivarono il titolo tricolore allievi, battendo il coetaneo Damiano Cunego (che da «grande» avrebbe vinto il Giro d’Italia del 2004), quindi tre podi iridati da juniores. Poi - a soli 18 anni - il balzo tra i professionisti senza neanche passare fra i dilettanti. Un predestinato, come le stelle del basket Kobe Bryant o LeBron James, diventati pro’ nella Nba saltando il college universitario. Nel suo palmares ci sono già 28 vittorie, fra le quali la Milano-Sanremo 2006, il suo fiore all’occhiello, e due edizione del Trofeo Laigueglia, la classica ligure della riviera di Ponente nel quale il vicentino cerca oggi il tris. Al via ci saranno altri pretendenti come Di Luca, Simoni, Garzelli, Ballan, Nocentini, Bennati, Commesso, Sella, Celestino, Mazzanti, Nibali, Hamilton, Astarloa, Casar, Moreau e Thomas Dekker, ma SuperPippo vuole subito far valere il nuovo ruolo di capitano. Pozzato, dalla scorsa Sanremo lei non è più un gregario: si sente di reggere il ruolo? «Sono passato dalla Quick Step alla Liquigas proprio per poter correre da protagonista. Ho anche rinunciato a bei soldi, ma è un investimento per il futuro». Obiettivi per il 2007? «Far bene, a cominciare dalla Sanremo e dalle classiche del Nord». Dicono che lei sia il corridore italiano più adatto per il Fiandre e la Roubaix. Che ne dice, si candida? «Quelle sono le uniche due corse per le quali baratterei un bis alla Sanremo». A proposito di classiche del Nord: l’ex fuoriclasse belga Johan Museeuw ha confessato di essersi dopato a fine carriera. «Ha fatto bene ad ammetterlo, forse era tormentato dai sensi di colpa. Però la sua è una colpa grave, doveva ritirarsi prima invece di doparsi». Con Museeuw è finita nel mirino anche la belga Quick Step, la sua squadra fino alla scorsa stagione. «Forse io sono cieco, ma in questi anni non ho mai visto manovre strane o movimenti sospetti nel team. Credo piuttosto che il ds Patrick Lefevere avesse pestato i piedi a qualcuno, che si è voluto vendicare con le accuse di doping». Lei è favorevole al test sul Dna? «A inizio stagione ci hanno fatto firmare un foglio in cui ci dichiariamo disponibili al test su eventuali richieste dei giudici. Ma è una buffonata. E chi non firma passa per dopato. Le società così si sono volute cautelare, chi ci rimette siamo sempre noi corridori. Ogni tre mesi dobbiamo segnalare tutti i nostri spostamenti, siamo trattati come carcerati e ci considerano dei tossici. Dopo il test del Dna, cos’altro dovremo subire?». Però l’Operacion Puerto, la più grande inchiesta antidoping che ci sia mai stata in Spagna, dice che il ciclismo non è immacolato. «Le mele marce ci sono ovunque, ma in altri sport come calcio, tennis, atletica o boxe tutto viene messo subito a tacere. Noi invece continuiamo a parlarne e ci facciamo male da soli». Il calcio, in verità, di questi tempi non sta molto meglio. «Ma i calciatori non ci rimettono mai, perché sono gestiti meglio politicamente. Noi corridori invece paghiamo per tutti». Torniamo al ciclismo pedalato: chi teme di più quest’anno fra i suoi due ex compagni Boonen e Bettini? «Sono i più forti cacciatori di classiche, ma non sono imbattibili e potrei sfruttare la loro rivalità». Sono anche gli ultimi due campioni del mondo: lei non ci pensa alla maglia iridata? «Eccome. Nel 2005 a Madrid mi sacrificai per Petacchi, l’anno scorso a Salisburgo lavorai per lanciare Bettini verso la vittoria che pure era alla mia portata. Per carità, sono contento così, quelli erano i patti e li ho rispettati. Ma spero che qualcuno un giorno vorà aiutare anche me. Magari già quest’anno a Stoccarda». E le Olimpiadi di Pechino 2008 non le fanno gola? «Sono ancora molto lontane, ma vorrei esserci. Ho già fatto quelle di Atene, dove aiutai Bettini a vincere, e fu un’emozione straordinaria. Il ciclismo finora mi ha dato molto, ma forse con la Nazionale sono un po’ in credito. Spero un giorno di passare alla cassa». di GIORGIO VIBERTI, da La Stampa
Copyright © TBW
COMMENTI
Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Elia Viviani nuovo Team Manager, Roberto Amadio nuovo Commissario Tecnico della strada categoria élite e Marco Villa responsabile del settore pista femminile (insieme a Diego Bragato) e del settore cronometro: sono queste le novità nell’assetto delle Nazionali Italiane di Ciclismo ufficializzate...


Ieri è andato in scena l'ormai tradizionale corso formativo per i neoprofessionisti italiani, che ci ha permesso di scoprire i volti nuovi che dal 2026 faranno parte della massima categoria. Tra loro spiccano Matteo Milan, fratello minore di Jonathan, cresciuto...


Ormai tenere i conti dei successi raggiunti dalla A&J all Sports è praticamente impossibile, basti pensare che figurano tutte le corse Monumento, i tre grandi giri, Mondiali, Europei, Olimpiadi, l’elenco è praticamente infinito. L’agenzia di management dei fratelli Alex e...


È stato tante cose, soprattutto un buon corridore e un bravissimo direttore sportivo, ma anche un ottimo team manager. Oggi il Premio Fair Play 2025, organizzato dal Panathlon Club Bergamo “Mario Mangiarotti” è andato tra gli altri, a Claudio Corti,...


Le indiscrezioni circolate nelle scorse settimane hanno trovato oggi una conferma: Michele Gazzoli correrà nel 2026 con la Solution Tech-Vini Fantini. Il bresciano classe ‘99, prossimo a diventare papà, era stato accostato con insistenza negli ultimi tempi alla formazione...


Sembrava tutto fatto ma, almeno per ora, in casa TotalEnergies rimane tutto com’è. Nei giorni scorsi dalla Francia era trapelata un’indiscrezione - raccolta e pubblicata dai colleghi della testata Ouest-France - secondo cui, dopo diversi anni passati come dirigente alla...


Il Giro d’Italia 2026 non comprenderà tappe con arrivo o partenza in provincia di Sondrio. In compenso il territorio sondriese sta per assicurarsi nuovamente la presenza del Giro di Svizzera. L’edizione 2026 del Tour de Suisse avrà quasi sicuramente...


Può un Re inchinarsi al cospetto di un Re? Certo che si. È successo ieri pomeriggio all'Hub 4.0 di Rovato (BS), attorno alle 17.30, quando Ernesto Colnago ha reso omaggio al numero uno del ciclismo mondiale Tadej Pogacar e il...


Sorridente e disponibile, ironico e giocherellone, Tadej Pogacar ieri ha giocato e ballato, cantato e firmato autografi, ma ha anche parlato, di quello che è stato e di quello che sarà. L’ha fatto con Ciro Scognamiglio, sulla Gazzetta in edicola...


Con la consegna del prestigioso riconoscimento "Corona Ferrea" si è archiviata la stagione 2025 della Salus Seregno De Rosa. Tre anni fa la rinascita della nuova era giallo-blu grazie alla passione del dinamico presidente Marco Moretto che si ritrova a...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024