UAE ABU DHABI. LA PRESENTAZIONE. SEGUI IL LIVE. GALLERY
Alberto Rui Costa
Filippo Ganna e Matej Mohoric
Andrea Guardini
Louis Meintjes
Tutti schierati per le foto di rito
La bici Colnago è pronta a scattare
PROFESSIONISTI | 04/01/2017 | 10:39 Le novità non sono nascoste solo dietro al cambio di nome e proprietà. La nuova Uae Abu Dhabi muta anche nella forma. A cominciare dall'organigramma che risponderà a Mastur, presidente del main sponsor e di Kopanik, società immobiliare dell'emirato, nonché presidente designato del nuovo team. Carlo Saronni racchiuderà infatti in sé il ruolo di team manager, in una gestione che ridefinisce anche lo staff medico con Roberto Corsetti, ex Etixx, come referente. Con lui anche Antonio Angelucci, con Andrea Appiani confermato nel coordinamento del settore media, che per lo sviluppo social potrebbe affidarsi a una società esterna. Un restyling importante e in parte necessario, dopo anche la separazione di quella parte di gruppo che ha scelto sì il Golfo Persico, ma per il progetto del Bahrein.
«Sì, in effetti si potrebbe anche dire che è una sorta di derby - sorride Carlo Saronni. Ma in senso simpatico. Non calcistico, per intenderci. Non si può escludere che, per comprensibili motivi di orgoglio, la scelta di Merida possa aver mosso qualche molla, anche se ufficialmente nulla è stato detto».
Quel che è certo è che l'impatto con il modo di lavorare arabo non ha lasciato indifferente l'anima italiana del team. «Sono appassionati, ma anche molto organizzati. E hanno le loro idee. Capiscono di ciclismo e hanno un'organizzazione impressionante - continua Saronni -. Lo dimostra il fatto che sono riusciti a creare questo progetto in pochissimi giorni, magari anche facilitati dall'assenza di burocrazia. Ma più in generale, in questi primi incontri siamo rimasti piacevolmente colpiti perché il gruppo che fa parte alla famiglia dello sceicco ha già in mente come strutturare il tutto e come programmare la stagione e il futuro. L'aver avuto in casa negli ultimissimi anni l'Abu Dhabi Tour ha permesso loro di comprendere bene le dinamiche del ciclismo, che possono essere esaltate dalle loro capacità manageriali ad ampio raggio. Sì, anche noi possiamo imparare da loro».
da Abu Dhabi, Stefano Arosio
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