PROFESSIONISTI | 23/12/2016 | 07:06 Al termine del training camp con la FDJ, Jacopo Guarnieri ci racconta come è stato l'impatto con il team francese e quale sarà il suo ruolo nella formazione 2017. Il 29enne piacentino, come preannunciato diventerà "le poisson pilote" di Arnaud Demare, ma non solo visto che ambisce a ritagliarsi maggiore spazio personale, come ci racconta di ritorno dal Centro Mapei dove ha svolto un primo test in vista della prossima stagione con il preparatore Andrea Morelli.
Come ti sei trovato con i nuovi compagni? «Bene. Subito dopo il mondiale ci siamo riuniti per sottoporci alle visite mediche, dopodiché abbiamo trascorso qualche giorno insieme a metà novembre per conoscerci e questo mese in Spagna abbiamo iniziato ad allenarci sul serio. Anche ad essere critico, non riesco a trovare il pelo nell'uovo. Alla FDJ ho trovato un ambiente familiare ma allo stesso tempo estremamente professionale. Se il primo aspetto era evidente anche esternamente, il secondo ha superato le mie aspettative. I tecnici e lo staff mi hanno offerto tanti stimoli nuovi, l'ambiente offre opportunità interessanti. Con il francese non ho problemi, in più ci sono altri stranieri che parlano inglese, e poi sono già diventato la mascotte del gruppo visto che di certo non sono il timido di turno (ride, ndr)».
Avete già iniziato a lavorare sulla costruzione dello sprint? «Ne abbiamo parlato, ma in questo primo ritiro il gruppo dei velocisti era in generale un po' indietro fisicamente, abbiamo finito tutti tardi il 2016 con il mondiale, perciò le prove in bici sono in programma per gennaio. Abbiamo parlato a grandi linee di quello che vogliamo fare, io ho chiesto che si corra il più possibile insieme, per costruire un treno competitivo acquisire esperienza in corsa è fondamentale».
Come trascorrerai le feste? «In passato scappavo in posti caldi, ora invece che viaggio tutto l'anno sto bene anche a casa, anche se il freddo non invoglia ad allenarsi. Se fa brutto tempo come in questi giorni mi metto una maglia in più o piuttosto pedalo sui rulli ma preferisco godermi la tranquillità di casa. Anche perchè già il 9 gennaio si riparte per un nuovo ritiro... Secondo la tradizione Natale lo passerò in famiglia, un po' dai miei e un po' dai parenti di mia moglie. Per Capodanno vedremo. Io sono quello dell'ultimo momento, il 31 radunerò gli amici che non sanno cosa fare e ci inventeremo qualcosa».
Che obiettivi ti sei dato per l'anno nuovo? «Vorrei ripetere quanto fatto in Katusha e mi piacerebbe tornare alla vittoria. Psicologicamente sono pronto a prendermi le mie responsabilità quando sarà il momento. Avendo meno leader in squadra rispetto al passato avrò più spazio. L'augurio che mi faccio è di poter vincere una corsa o anche di più, di essere all'altezza della situazione nella prima parte di stagione al fianco di Demare (il debutto è previsto a febbraio all'Etoile de Besseges, a cui seguiranno Volta ao Algarve, classiche, Parigi- Nizza, Milano-Sanremo e le grandi corse del nord, ndr) per poi giocarmi qualche occasione in prima persona e riconquistare la maglia azzurra per il mondiale. Purtroppo non ho in programma il Giro d'Italia, che nell'edizione n°100 passa anche da Fiorenzuola, dove abito, ma bisogna fare gli interessi del team che preferisce schierarmi al Tour de France».
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