IL PASTO IN RWANDA. L'ultima festa

PROFESSIONISTI | 20/11/2016 | 13:50
KIGALI (Rwanda) – Togliamoci subito il pensiero: i risultati. Tappa all’eritreo Tesfom Okubamariam e maglia (anzi, maglie, quattro: leader della generale, migliore ruandese, migliore africano, migliore giovane) a Valens Ndayisenga. In comune, Tesfom e Valens hanno un particolare: dimostrano molti più anni di quelli che hanno. L’eritreo ne ha 25 di muscoli, il ruandese 22 di ossa. Ma c’è da capirli: vita dura, vita in salita, vita all’inseguimento.

E togliamoci anche l’altro pensiero: la cronaca. L’ultima tappa del Tour of Rwanda, nove giri di un circuito di 12 chilometri, totale 108, ha celebrato due uomini all’attacco, lo statunitense Tim Rugg e l’algerino Azzedine Lagab, poi Rugg ha insistito da solo, a due giri dal termine aveva 1’25” di vantaggio sul gruppo, all’ultimo giro contava ancora 18” su Valens e altri litiganti e 48” sul gruppo che aveva perduto alcuni pezzi, poi il ricongiungimento, gli scatti e i controscatti fino a quello fatale di Okubamariam. La cerimonia delle premiazioni si è svolta in un assembramento umano, solare, sonoro, colorato ed equatoriale. Valens ha lanciato tre mazzi fra la folla, l’ultimo lo ha tenuto per sé. L’altra maglia, quella della montagna, è andata a Samuel Mugisha, il più giovane del gruppo, 19 anni ancora da compiere, salutato da un’ovazione incalcolabile: sarà lui, Samuel, la nuova stella ruandese.

Ndayisenga ha vinto perché si è dimostrato il più forte (anche due vittorie di tappa) e perché ha la squadra più forte (la Dimension Data, anche se nella formazione Continental). Il duello era con Jean-Bosco Nsengimana. Valens aveva vinto il Tour of Rwanda 2014, Jean-Bosco nel 2015. Stavolta tutti e due correvano per club stranieri, ma quello di Jean-Bosco (la Stradalli-Bike Aid, base tedesca), partita in quattro anziché cinque, era più debole. E forse anche Jean-Bosco può contare su un’attività e un calendario inferiori a quelli del suo rivale. In gruppo ci si continua a lamentare come i ruandesi (15 in tre squadre, più altri tre “fuoriusciti”) facciano un gruppo solo e unito. Impossibile andare in fuga.

I motivi del fronte comune: un po’ patriottismo, un po’ finanza. Conti in tasca, Valens ha guadagnato 1900 dollari americani per il primato generale, altri 900 per le tre classifiche individuali, 120 per la classifica a squadre (sarebbe 600 diviso cinque), 1360 per le due vittorie di tappa, totale 4280, senza considerare i dollari per gli altri piazzamenti. Oggi a te, domani magari a me, un aiuto fra ruandesi non si nega mai. E quei soldi, qui, sono una fortuna, un tesoro, un patrimonio per sistemare, almeno per un po’, la famiglia.

Per capirci sui soldi: finita la corsa, esaurite le premiazioni, mi sono rifugiato in un self-service dove, con 1500 franchi ruandesi, meno di un euro e mezzo, danno una scodella di minestra di funghi e un piatto – tutto quello che ci sta sopra: dei piccoli capolavori architettonici – riso bianco e riso con verdure, spinaci cotti, patate fritte, banane salate, pollo o bue, più una bottiglietta di acqua minerale. Luogo fresco, ambiente pulito, cucina a vista, cameriere silenziose e, ai saluti, perfino sorridenti. Ovviamente, se si preferisce mangiare in un ristorante con cucina internazionale o in una pizzeria italiana, si paga dai 20 euro in su.

Per capirci ancora sui soldi e anche sulle famiglie: un giornalista della Costa d’Avorio, 27 anni, sveglio, che parla alcune delle lingue ivoriane (sono 60), l’inglese e un po’ di kinyarwanda, lavora qui a Kigali per la tv Africa24, e guadagna l’equivalente di 1300 euro, però si paga l’affitto (due camere più i servizi: 300 dollari americani; ma in Costa d’Avorio, mi ha spiegato, ne pagherei solo 100) e le spese di lavoro (taxi, per esempio, a volte sceglie bici-taxi e moto-taxi, più economici, altre volte è costretto a prendere le auto-taxi). Una parte di quello che gli rimane lo manda a casa. Famiglia numerosa? Noi siamo in nove, mi ha risposto, e nei nove è compresa la mamma, ma non il papà. Morto? No, mi ha spiegato, ma siccome pratica la poligamia, ha altre due mogli, perciò il totale della famiglia allargata è 25. Ma io, ha aggiunto, i soldi li mando solo alla mia.

Fra poco il party finale, una tradizione dell’organizzazione: musica, balli e birra dello sponsor.

Marco Pastonesi

ORDINE D'ARRIVO


1 OKUBAMARIAM Tesfom Eritrea 2:43:21

2 EYOB Metkel Dimension Data for Qhubeka m.t.

3 NDAYISENGA Valens Dimension Data for Qhubeka +0:03

4 GEBREIGZABHIER Amanuel Dimension Data for Qhubeka  +0:19

5 AFEWERKI Elyas Eritrea m.t.
6 RUGG Timothy Lowestrates.ca  +0:41

7 ARERUYA Joseph Club Les Amis Sportifs De Rwamagana  +0:54

8 GOLDSTEIN Omer Cycling Academy Team m.t.

9 BUSSARD Dimitri Suisse Meubles Descartes +0:58

10 PAROZ Justin Suisse Meubles Descartes m.t.

CLASSIFICA FINALE


1    Valens NDAYISENGA    RWA    DDC    21:15:21

2    Metkel EYOB    ERI    DDC    23    +39

3    Issak TESFOM OKUBAMARIAM    ERI    ERI    25    +1:30

4    Joseph ARERUYA    RWA        20    +2:52

5    Amanuel GHEBREIGZABHIER WERKILUL    ERI    DDC    22    +4:05

6    Kibrom GIDAY    ETH    ETH    21    +4:13

7    Temesgen BURU    ETH    ETH    22    +4:47

8    Dimitri Bussard    SUI        20    +5:03

9    Jean Bosco NSENGIMANA    RWA    BAI    23    +5:03

10    Suleiman KANGANGI    KEN    KRD    28    +5:24

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COMMENTI
il vero ciclismo!
20 novembre 2016 21:57 arcidiavolo
Grazie Pastonesi per queste bellissime cronache che ci riportano allo spirito vero e puro del ciclismo. Lo sport più bello del mondo fatto di tanta passione, fatica, purezza d'animo e folla sulle strade. Questo è il ciclismo dei pochi soldi, ma del fascino eterno. Al Diavolo Doha ed il ciclismo mercenario viva il Rwanda e le sue contraddizioni.

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