GLI AMICI D'ORO DELLA PISTA

TUTTOBICI | 25/09/2016 | 08:03
Non conosco personalmente Elia Viviani, ma confesso di avere tifato per lui quasi fosse un amico intimo. Certe lotte, tenaci e temerarie, costruite da lontano e sul finire perfino avversate dalla sfortuna, vedi caduta, certe lotte attirano subito grande complicità, qualcosa che va ben oltre il tifo patriottardo di routine, riscoperto ogni quattro anni con la retorica noiosa dell’Italia minore e valorosa, tanto cara e tanto umana.

A sangue freddo, dopo le baldorie e l’enfasi del mo­mento, trovo doverosa una riflessione per ristabilire un minimo - ma proprio una dose omeopatica - di verità su questa storica medaglia d’oro, che adesso ha un sacco di padri e di madri, di cugini e di zii, ma che in realtà è di po­chissimi, fi­glia di una famiglia ristretta, negletta, emarginata. La povera fa­miglia della Pista Italiana.

Allora, faccio rispettosamente un passo indietro e mi limito ad ap­plaudire il grande Viviani, re­stando però a doverosa distanza, come sono sempre stato rispetto alla pi­sta (ognuno hai suoi gusti, por­ca miseria: per me il ciclismo è maschile e su strada). Non vo­glio invadere nel momento gio­ioso una famiglia che non conosco molto e che non frequento. Rivolgo vi­vissimi complimenti e necessarie riverenze a chi davvero ci ha messo del suo, direttamente o indirettamente, anche solo a livello di appoggio ideale. Viviani per primo, non si discute, perché di tutti i corridori italiani - con ottimi contratti e buone prospettive su strada - si è sempre mantenuto uno spazio per questa passionaccia pistaiola. Tanti suoi colleghi si convincono a frequentare i velodromi per una pura questione utilitaristica, perché l’esercizio è indiscutibilmente utile poi in strada. Vi­via­ni no, ha un amore sincero, da sempre. Ci va perché gli piace e perché ci crede. Mai medaglia fu più giusta: premia un atleta che nel suo Paese è costretto ad an­dare persino controcorrente, con­tro il declino del settore e contro le negligenze dell’ambiente. Viviani non è un oro per caso: è un oro sognato, co­struito, cercato e alla fine centrato con precisione chirurgica. Dettaglio secondario, ma neppure tanto: Viviani è un grande spot per l’intero ciclismo italiano, perché parla bene e ragiona meglio, perché è un ragazzo del suo tempo con un’evidente sensibilità e una tangibile saggezza. Chi l’ha scoperto a Rio, magari aspettandosi un energumeno trinariciuto, è rimasto di marmo. Alla scoperta di una ragazzo d’oro. Ma sul serio.

Restituito a Elia quello che si merita, ci sono gli altri. Ovviamente il ct Villa: come ci crede lui alla pi­sta, ci credono in pochi. Questi pochi magari non hanno messo mano nell’operazione Viviani, ma sicuramente mettono da una vita fatica, frustrazioni, delusioni, mortificazioni come ultimi sacerdoti della pista, credendoci da sempre, amandola da sempre, battendosi da sempre. Certo non sono i miei colleghi giornalisti, che nei giorni di Rio hanno scrit­to poemi sul romanzo di Vi­viani e della pista azzurra, sempre con quel tono di rimprovero verso il mondo intero, a vanvera, sparando nel mucchio, per dire vergogna Italia, non ti meriti questo oro, così insensibile e sciatta nei confronti di un settore magnifico. Che carini, che anime belle. Prova però tu a chiedergli nei quattro anni di silenzio, prima e dopo la medaglia, venti righe e un titolo sui loro giornali, per la pista e per i pistard. Prova e vedrai l’effetto che fa. Farisei.

Parlando di amici veri della pista, sempre, nella buona e nella cattiva sorte, parlavo di persone con cui in alcuni casi ho anche polemizzato pesantemente, ciascuno a difesa dei propri gusti. Parlo ad esempio di Silvio Mar­tinello, di Claudio Santi, di Fabio Perego, di Mario Va­lentini, tutti in modo diverso persone serie, tutti comunque innamorati da sempre di progetti come quello che ha portato Viviani fino lassù (ovviamente ce ne sono tanti altri: si sentano coinvolti). Se Elia non si offende, un pezzo del suo pregiato gingillo va messo al collo di questa gente particolare, talmente appassionata e fedele da rasentare spesso an­che l’anacronismo, con una sfida al tempo e ai costumi che ormai è disperata. Io sto dall’altra parte, penso proprio che la pista italiana corra in scia al pugilato e al sollevamento pesi: trova sempre meno consensi e passioni, piace a un numero sempre più ristretto di sportivi. Succede. La gente cambia gusto per motivi insondabili, senza avvertire. Per un sacco di cose. Io li capisco, gli ultrà romantici della pista. Nel mio piccolo, ho la passionaccia dei classici. Ormai sono come la pista: non li legge quasi più nessuno. Co­munque non ne faccio una ma­lattia. Piccato nel mio amore, mi limito a pensare una cosa sola: la gente non sa cosa si per­de. Se credono, può essere l’orgogliosa consolazione anche per Viviani e i suoi seguaci.

Cristiano Gatti, da tuttoBICI di settembre
Copyright © TBW
COMMENTI
Se un giorno
25 settembre 2016 14:25 canepari
i tecnici della pista dovranno spiegare ai ragazzi come si corre l’ultima prova dell’OMNIUM con un modesto vantaggio, con una caduta nei primi giri e con parecchi acerrimi rivali “coalizzati” per metterti in difficoltà ( se non per farti perdere…), ebbene si dovrà ricorrere al filmato di questa corsa a punti dove Viviani ha fatto un capolavoro di serenità, di tattica, di aggressività, di forza e di resistenza. Naturalmente concordo con Gatti nell’attribuire qualche grammo di medaglia alla “COMPAGNIA DELLA PISTA” mai sufficientemente lodata (e tra i tanti altri non citati mi sentirei di fare ringraziamenti mirati anche ai Dagnoni intesi come dinastia di masticatori di legno e tubi di scappamento…). La pista è nata prima della strada e forse alla pista si dovrà ritornare per recuperare un rapporto tra i buongustai e la bicicletta.

Hai dimenticato i tuoi dati, clicca qui.
Se non sei registrato clicca qui.
TBRADIO

00:00
00:00
Filippo GANNA. 10 e lode. Parte forte, per concludere fortissimo. Gli ultimi quattro chilometri a oltre 63 chilometri orari (62, 970, per la precisione gli ultimi 4.200 metri), per una media finale che è di gran lunga superiore ai 56...


La città e il traguardo di Valladolid portano bene a Filippo Ganna. Esattamente come due anni fa, infatti, il campione italiano contro il tempo della Ineos-Grenadiers si è imposto nella cronometro con partenza e arrivo nella località castigliana...


Ci aveva detto che non era al massimo della condizione e che c'era il rischio saltasse il GP de Québec, ma a Michael Woods le cose sono andate ancora peggio. L'atleta canadese, infatti, a causa di un'ernia saltata fuori nelle...


L'Union Cycliste Internationale annuncia che il corridore italiano Giovanni Carboni è stato provvisoriamente sospeso in conformità con le regole antidoping dell'UCI, a causa di anomalie inspiegabili nel suo passaporto biologico dell'atleta nel 2024. L'UCI non commenterà ulteriormente mentre il procedimento...


Il Tour de l’Ardèche ha ripreso la sua marcia e, dopo l’annullamento della tappa di ieri deciso dal Prefetto, oggi ha proposto una frazione di 119 chilometri scattata da Avignone e terminata a Pernes-les-Fontaines con la vittoria di Mischa Bredewold....


Uno, due e tre. È un Isaac del Toro scatenato, quasi impossibile da domare. Il messicano cala il tris nel giro di quattro giorni stravincendo il Gp di Peccioli - Coppa Sabatini, un successo che si aggiungere al GP Industria...


Cesare Chesini brinda al successo nella seconda tappa del Turul Romaniei (Giro di Romania), la Pitești-Pasul Dichiu di 172 chilometri. Il veronese della MBHBank Ballan CSB Colpack si è imposto in volata sull'austriaco Hofbauer con il quale è stato autore...


Il magnifico scenario offerto da La Spensierata Cantina Vinicola in Franciacorta a Monterotondo di Passirano ha accolto ospiti, autorità, media e amici che hanno presenziato alla conferenza stampa di presentazione ufficiale di La Dario Acquaroli, la gara MTB internazionale che...


Con il Grand Prix Cycliste de Québec 2025 comincia il grande weekend di ciclismo in terra canadese. Corridori e squadre sono arrivati in città martedì sera e in questi giorni, oltre a smaltire il jet lag, ne hanno approfittato per...


Christian Scaroni (XDS Astana), sesto nell’appuntamento toscano, consolida la sua leadership in vetta alla classifica della Coppa Italia delle Regioni: grazie ai 18 punti conquistati sale a quota 118 nella graduatoria individuale, allungando ulteriormente su Giulio Ciccone (Lidl-Trek). Continua la crescita di Davide Piganzoli (Polti...


TBRADIO

-

00:00
00:00





DIGITAL EDITION
Prima Pagina Edizioni s.r.l. - Via Inama 7 - 20133 Milano - P.I. 11980460155




Editoriale Rapporti & Relazioni Gatti & Misfatti I Dubbi Scripta Manent Fisco così per Sport L'Ora del Pasto Le Storie del Figio ZEROSBATTI Capitani Coraggiosi La Vuelta 2024