
Tadej POGACAR. 100 e lode. Stronca un asso delle classiche, uno che sa come si fa, ma non gliela puoi fare troppe volte allo sloveno iridato. Cento vittorie in carriera a Rouen, in maglia iridata, battendo nettamente la maglia gialla e Jonas Vingegaard. Che arrivo, che spettacolo in questo Tour di assi, con gli assi che per il momento pigliano tutto. Non c’è un vincitore così così, non c’è tappa da sbadiglio, ma ci sono solo tappe meraviglia, perché questi sono corridori meravigliosi. Voleva la foto ricordo sulle strade del Tour, la voleva con la maglia arcobaleno e lo scatto è dei migliori, come del resto i battuti.
Mathieu VAN DER POEL. 8. Arriva con le gambe in croce e quando deve rispondere alla rasoiata dello sloveno quasi barcolla. Sfida tra titani, tra interpreti giganteschi di un ciclismo fatto da giganti.
Jonas VINGEGAARD. 10 e lode. Corre alla Pogacar, non lasciandogli nulla, non perdendolo mai di vista, provando a mettergli sempre e comunque pressione. L’impressione che dà il danese è di salute piena. Oggi per poco all’arrivo non passava anche Van der Poel.
Oscar ONLEY. 10. Ha solo 22 anni, ma questo ragazzino britannico stupisce il mondo restando lì, con il campione del mondo.
Romain GREGOIRE. 10. Ha 22 anni anche questo ragazzino transalpino e il suo inizio di Tour è di assoluto livello. È sempre lì, con l’élite del ciclismo mondiale, perché questo è probabilmente il suo livello.
Joao ALMEIDA. 10. Squadra gigante e Joao ne è simbolo ed emblema. Corre con lucidità e freschezza: condizione superlativa per una corsa super.
Remco EVENEPOEL. 5,5. Prova a lasciare il segno, ma rimbalza proprio sul più bello. Gli manca qualcosa, al momento non sembra proprio il Remco dei giorni migliori. Domani c’è la sua crono, per rimettere un po’ le cose a posto.
Mattias SKJELMOSE. 6,5. Fatica un po’ nel finale esplosivo, ma il ragazzo della Lidl Trek ha il grande merito di non scoppiare.
Kévin VAQUELIN. 7. Giovane, ma non giovanissimo, forte, ma non super come quelli là, però c’è e non è cosa da poco.
Primoz ROGLIC. 5. In quattro tappe ha solo perso terreno. Anche oggi lascia per strada 32”, adesso è a 1’27”. Partenza calma, pure troppo.
Ben O’CONNOR. 5. Perde quasi 2’. È vero che il Tour è lungo e la parte difficile deve ancora arrivare, ma per il momento anche l’australiano non si è fatto vedere.
Ben HEALY. 5. Avrebbe dovuto e potuto fare di più: non è giornata.
Lenny MARTINEZ. 7. Pronti via, partono il ragazzo della Bahrain Victorious e Jonas Abrahamsen (Uno X). I due vengono raggiunti al km 3 da Thomas Gachignard, al km 8 Kasper Asgreen. Sono loro a provare a dare battaglia in una tappa nella quale non si è fatto flanella.
Jean-René BERNAUDEAU. 69. Oggi non ha compiuto gli anni solo Phil Bauhaus (31) ma anche il team leader della Total Energies, che soffia su 69 candeline.
Kasper ASGREEN. 7. Una bella sgasata e la côte Jacques Anquetil è sua.
Julian ALAPHILIPPE. 17. Nel momento cruciale a 33 dall’arrivo, l’ex iridato fora ed è costretto a fermarsi nel momento in cui c’è una caduta che crea ingorgo e assembramento rendendo complesso il suo rientro in gruppo.