Martinello grandi firme: «A Pechino con Basso, Bettini e Cunego

| 21/01/2007 | 00:00
Siamo prossimi ai gran­di debutti (fra una settimana Petacchi e Boonen in Qa­tar), corsa d’apertura in Ita­lia il 10 febbraio a Donorati­co, ma intanto i nostri cam­pioni stanno già pedalando con la mente rivolta ai Gio­chi di Pechino, quelli dell’e­state 2008. In effetti anche nel cicli­smo hanno imparato che l’O­limpiade è un evento così im­portante che va preparata per tempo. E quella del 2008 verrà presa d’assalto da tan­ti protagonisti delle corse su strada nelle differenti spe­cialità. Ne abbiamo parlato di recente con Silvio Marti­nello, direttore della strut­tura tecnica della Federcicli­smo. I nostri campioni più cele­bri sono interessati non solo alla prova su strada ma an­che alla pista ed alle gare di mountain bike. E si parla di personaggi come Bettini, Basso, Cunego, Di Luca, Pozzato e Simoni. Comin­ciamo dalla gara del trionfo azzurro ad Atene 2004 di Paolino Bettini, quando vin­se a braccia alzate sul porto­ghese Paulinho e sul figlio di Merckx. «Sarà un circuito molto im­pegnativo - sostiene Marti­nello - quello cinese, in linea da Pechino alla Grande Mu­raglia, poi cinque tornate fi­nali con 7 km di salita al gi­ro. Come dire un tracciato molto adatto alle caratteri­stiche di Bettini ma anche a personaggi come Di Luca e Cunego che già programma­no l’evento con attenzione. Adatto ai corridori di fondo che vanno bene nelle classi­che più impegnative, da quel­la di Liegi al Giro di Lom­bardia. Diciamo che non si adatta di certo ai velocisti co­me Petacchi, come lo stesso Pozzato, che si sta orientan­do sulla pista». Basso invece ha fatto sape­re di puntare alla cronome­tro olimpica. «Certo, può es­sere la sua gara. Farà in tal senso un test molto impor­tante, Ivan, ai mondiali di Stoccarda del prossimo set­tembre. Anche il tracciato della crono olimpica sembra molto adatto alle caratteri­stiche di Basso». Visto che i velocisti do­vrebbero essere tagliati fuori dalla prova su strada, s’era parlato di allestire un quar­tetto per l’inseguimento su pista fatto di grossi nomi, co­me Petacchi, lo stesso Pozza­to vincitore della Sanremo, magari un paio di scudieri dello stesso Petacchi. Oppu­re altri velocisti come Ben­nati, come Grillo, come Na­politano. «Sarebbe fantastico - ga­rantisce Martinello - ma non è fattibile un simile progetto. Per il semplice motivo che quei signori dovrebbero per­dere una intera stagione su strada per affinare la specia­lizzazione. Oggi i quartetti di certe nazioni volano i 4 mila metri ai 60 all’ora, letteral­mente. Impiegano poco più di quattro minuti partendo ov­viamente da fermi. Vuol dire che bisogna curare ogni det­taglio al massimo, provando e riprovando, studiando il rapporto. Su pista certe di­scipline come ad esempio proprio l’inseguimento indi­viduale ed a squadre, ormai appartengono soltanto più agli specialisti puri, ci si de­ve rassegnare. Altre invece sono abbordabili come l’ame­ricana, la corsa a punti. E’ in tal senso che possono essere utili Pozzato, Napolitano, che già s’era messo in luce ai mondiali di Bordeaux la pri­mavera scorsa». C’è poi il discorso che ri­guarda Simoni e le gare di mountain bike. E infine ri­sulta che la Federciclo stia già lavorando in vista di Lon­dra 2012. «Esatto. Ci sarà da parlare anche con Simoni, che ha de­buttato nel fuoristrada con entusiasmo. E per quel che riguarda invece il lavoro in profondità con i giovani, è già iniziato alla grande pro­prio pensando a Londra, so­prattutto per quel che ri­guarda la pista. Ormai ci si deve muovere così se si vuol essere competitivi ai massi­mi livelli». (da Tuttosport del 21 gennaio 2007, a firma Beppe Conti)
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