Peter SAGAN. 10. Era il suo traguardo e il campione del mondo non si fa trovare impreparato, anche se alla fine la sorpresa c’è, perché non sa di aver vinto. Teme che almeno un paio di corridori siano ancora davanti, invece lo informano: hai vinto. Gioia. Sorrisi e soddisfazione. Dopo quattro maglie verdi portate a Parigi, ecco anche la quinta vittoria di tappa. Ma anche per lui c’è una prima volta: il campione del mondo è maglia gialla. Un simbolo che potrebbe tenere almeno per una settimana e visto che c’è potrebbe anche aprire un “temporary store” di maglie, perchè da questa sera ne ha di ogni tipo e colore: iridata, gialla e verde della classifica a punti.
Julian ALAPHILIPPE. 8. È uno degli uomini più attesi e non si fa attendere. Fa quello che deve fare, ma con Sagan alle spalle c’è poco da stare allegri. Difatti poi alle spalle del campione del mondo ci finisce lui.
Alejandro VALVERDE. 7. C’è sempre, in ogni caso e in ogni situazione. Non si stanca mai di esserci: gladiatore.
Warren BARGUIL. 6,5. È lì a lottare per la vittoria finale e non ci va poi molto lontano.
Chris FROOME. 6,5. Fa quello che deve fare: controllare da vicino tutto e tutti.
Nairo QUINTANA. 6,5. Fa una cosa sola: controlla Froome. E fa bene.
Roman KREUZIGER. 8. Fa un finale pazzesco, dove lancia Sagan come meglio non potrebbe.
Fabio Aru. 7. Undicesimo al traguardo, su un arrivo che non è proprio nelle sue corde. Si difende e lo fa alla grande.
Vincenzo NIBALI. 6. Non è un mistero: è qui per ritrovare il secondo picco di forma dopo il Giro in vista di Rio. Su un traguardo così, difficile e senza respiro, va fin troppo bene. Perde solo 11”.
Cesare BENEDETTI. 8. Il trentino è un emigrante precario. Costretto a pedalare lontano da casa, deve sempre convincere qualcuno di essere un ottimo corridore, un ottimo atleta. Diciamo pure che è nato dal lato di quelli che devono sempre convincere qualcuno. Oggi è più che convincente, detta il ritmo agli attaccanti di giornata: il compagno di squadra alla Bora Paul Voss, Vegard Breen (Fortuneo Vital Concept) e Jasper Stuyven (Trek Segafredo).
Steve DE JONGH. 7. La notte porta sempre consiglio e soprattutto, nelle persone intelligenti, un attimo di riflessione fa solo bene. Bel gesto del diesse della Tinkoff che prima del via si è scusato con Brent Bookwalter della BMC: ieri lo aveva accusato di aver provocato la caduta di Contador, ma così non è stato. Ieri aveva finito per fare una brutta figura, stamattina ha iniziato molto meglio.
Alberto CONTADOR. 5,5. Dopo una caduta, un’altra caduta. Sempre sullo stesso fianco, sempre sulla spalla destra. Caduta in gruppo, tra i coinvolti anche Rodriguez, Kittel, Barguil, Vicioso, Tony Martin e Matthews. Per il fuoriclasse di Pinto l’inizio è piuttosto duro: come l’asfalto.
Richie PORTE. 6 da benedire. Fora quando mancano 5,5 km al traguardo. Una disdetta!
Jasper STUYVEN. 9. Finale d’autore per questo ragazzo di 24 anni che mostra un talento immenso. Questo è un corridore, nonostante il suo sogno si dissolva a soli 500 metri dal traguardo.
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