#IOVOGLIOPEDALARESICURO

SOCIETA' | 20/06/2016 | 14:17
Bike Channel e Polizia di Stato lanciano la campagna #iovogliopedalaresicuro per promuovere la sicurezza dei ciclisti sulle strade. Coinvolgerà importanti personaggi dello spettacolo, dello sport in generale e, naturalmente, del ciclismo, e sarà seguita da approfondimenti tematici, che aiuteranno ciclisti ed automobilisti a muoversi, rispettandosi, sulle strade d’Italia.
Bike Channel - Sky 214, l'unico canale televisivo italiano interamente dedicato al mondo della bicicletta, lancia dal 20 giugno, insieme alla Polizia di Stato, la campagna sociale dedicata alla sicurezza dei ciclisti: "Io voglio pedalare sicuro". Una campagna che durerà tutta l’estate e si concluderà in autunno.
L'ultimo rapporto sull’incidentalità ACI-ISTAT segnala come il numero dei ciclisti che hanno perso la vita sulle strade italiane sia aumentato del 8,8%. La Polizia Stradale, è da sempre impegnata nella tutela degli utenti vulnerabili e in particolar modo di chi utilizza la bicicletta come mezzo di trasporto, oltre che di svago. In questa opera di sensibilizzazione su un tema di grande attualità, il team di Bike Channel ha deciso di coinvolgere testimonial del mondo dello sport e dello spettacolo (tra gli altri Paolo Savoldelli, Paolo Bettini, Davide Cassani, Fabian Cancellara, Linus, Maurizio Fondriest, Vittorio Brumotti, Alessandro Ballan, Jury Chechi, Paolo Belli, Filippa Lagerback) per dare il via ad una campagna di sensibilizzazione sulla sicurezza stradale.
La comunicazione "Io voglio pedalare sicuro" avrà una forte risonanza sui principali media e tv nazionali che aderiranno alla campagna, rafforzata da un'estensiva copertura sui social network, partendo dalla creazione dell’hashtag #iovogliopedalaresicuro.
La campagna di Bike Channel sarà strutturata su più livelli, a cominciare da una serie di spot televisivi (in onda anche su altri canali nazionali) sia tematici che istituzionali, con la partecipazione di alcuni testimonial del mondo del ciclismo e dello spettacolo.
Fondamentale sarà anche il coinvolgimento di tutta la comunità degli amanti della bici, che parteciperà attraverso video-selfie condivisi sui social network e rilanciati in brevi clip televisive.
In una seconda fase verranno realizzati una serie di video-tutorial, utili a far capire come comportarsi in strada quando si pedala e i rischi che si corrono nella convivenza con auto e moto. Questi tutorial saranno basati sulla precedente realizzazione di un decalogo sulla sicurezza dei ciclisti, pensato da Bike Channel e scaricabile in formato pdf dal sito internet www.bikechannel.it Fra i punti cardine del decalogo l’invito ai ciclisti ad usare sempre il casco, le luci di notte e curare la manutenzione della propria bici, abbinati agli avvertimenti agli automobilisti (non usare il cellulare, utilizzare sempre luci e frecce, attenzione all’apertura delle portiere).
Attraverso questa iniziativa, Bike Channel e Polizia di Stato si impegnano a promuovere la sicurezza dei ciclisti sulle strade.

Per guardare il video messaggio di Filippa Lagerback CLICCA QUI
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COMMENTI
Impossibile pedalare sicuro nel "mio Paese"
20 giugno 2016 23:12 nsilvioant
Finché nella "giungla del Bel Paese si continua ad usare allegramente e con

disinvoltura il cellulare al volante per scrivere e leggere messaggi, e si

persevera ad ignorare la distanza di sicurezza da rispettare in fase di

sorpasso dei ciclisti, regole metabolizzate già da tempo in altri paesi

europei più evoluti in materia di sicurezza e viabilità stradale in quanto

aperti ad una cultura che a noi purtroppo non ancora ci appartiene. Ebbene

sono violazioni a mio avviso, che essendo scarsamente sanzionate contribuiscono

ad aumentare il numero di incidenti spesso dagli esiti mortali, e vedono

coinvolti ciclisti e pedoni, i cosiddetti "utenti deboli" della strada.

Circolare tranquillamente in doppia fila, in quanto lo prevede la segnaletica,

e vedersi superare da veicoli che senza agitarsi e strombazzare, segnalano

la manovra di sorpasso con l'indicatore di direzione per quelli che seguono

non è roba dell'altro mondo, ma persino della vicina Spagna,dove vi assicuro

ho provato stupore ed incredulità, ma anche tanta rabbia perché nel "mio Paese"

ciò è ancora tabù e la passione della bici è sempre più difficile e pericolosa

da praticare!


Nigro Silvio Antonio









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