Oddio, ho una testa così. È dal dannatissimo arrivo all’Alpe di Siusi che ne sento di ogni, sul guasto tecnico di Nibali. Riassumo le più gettonate. Vincenzo è risultato «troppo manesco» (copyright RadioRai) e ha mandato in avaria il cambio, ovviamente perché non riusciva a trovare il giusto assetto. Altra spiegazione, sempre certa e infallibile: evidentemente il meccanico ha montato male il cambio, com’è che la Movistar monta lo stesso sistema da tempo e non ha mai avuto un problema?
Ancora, sempre con assoluta certezza: è la Campagnolo che dovrebbe spiegare come mai il suo materiale sia andato in avaria, proprio nella giornata più importante. Tutte chiacchiere, per un’altra spiegazione, sempre certissima: Vincenzo se l’è andata a cercare, se avesse scelto l’elettronico la sua catena non avrebbe fatto scherzi… Poi ci sono le varie ed eventuali, ma talmente pittoresche da non meritare nemmeno una citazione per dovere di cronaca.
Come si vede e si sente, comunque, tutti stanno spaccando il capello in quattro per trovare il colpevole in questo delitto perfetto. La catena che si inceppa, che non risale, che costringe al cambio bici, che costa tempo prezioso. Lo dico apertamente: tutta questa passione, tutta questa energia, tutta questa intelligenza spese per il guasto mi sembrano a dir poco eccessive. A dirla tutta, è come quando il dito indica la luna e tutti quanti guardano il dito. Senza offesa per nessuno. Io purtroppo non riesco a non vedere la luna, neanche volendo, neanche chiudendo gli occhi: è là in alto, sovrasta tutti i problemi materiali con la sua luce algida.
Fosse solo un problema di cambio, basterebbe cambiare il cambio e ripartire di slancio. Purtroppo sappiamo e vediamo tutti che non è così. Il vero problema, il «Problema», la luna che il dito deve indicare dopo la tremenda cronoscalata, è Nibali. Le sue gambe, il suo cuore, la sua mente.
Casualmente, è lui stesso a fare chiarezza, senza scuse e senza giri di parole. Nella conferenza stampa del day-after, lucidità e onestà assolute. Dice che la rottura ha influito, certo, ma che dopo ha ripreso a tutta, senza farsi condizionare. Dice che comunque era giù in ritardo e che comunque il ritardo finale si sarebbe rivelato pesante. Dice che le giornate nere sono capitate anche ad altri, stavolta tocca a lui e bisogna accettare il risultato, senza se e senza ma.
Perfetto Vincenzo. Numero uno, Vincenzo. Anche e soprattutto nella sconfitta. Tra un’analisi e l’altra, esprime persino l’idea più nobile: «A volte le imprese migliori vengono dopo le batoste».
Che Nibali avesse una certa confidenza con la vittoria, che la trattasse con il dovuto distacco, senza lasciarsi deturpare dai suoi tentacoli infingardi, lo sappiamo tutti. Ma questo suo equilibrio al primo contatto con la disfatta è ancora più consolante. Come scrive Kipling nella famosa lettera al figlio, per essere uomini bisogna trattare vittoria e sconfitta allo stesso modo, perché sono ugualmente due dannate bugiarde.
E allora basta con il pollaio sul cambio e sulle catene. Nei periodi neri, dentro al tunnel senza luci, è tipico sbattere contro qualunque ostacolo. Ma per uscirne bisogna tirare dritto, con passione e convinzione. Lottando fino all’ultimo metro. Nibali ha un obiettivo preciso, molto più importante della maglia rosa: dimostrare nei fatti che Castelrotto è solo una pagina nera, isolata e già voltata. Ma che la sua storia è ancora molto lunga. Ancora tutta da scrivere.
Quando si ha la catena sul 53/25 o 27 e si vuol mettere la stessa sul 39 è probabilissimo che la stessa non si posizioni sul 39 ma esca ed è quello che a mio parere è successo a Vincenzo. Si è visto chiaramente che Vincenzo cercava di rimetterla su sulla guarnitura mentre dietro era ancora su, poi nel trambusto sono stati fatti altri errori per cui il cambio si è staccato ma la Campagnolo non c'entra nulla sull'accaduto, errore umano, banale quanto si vuole ma non condannabile, può capitare nella concitazione del momento...
Lo squalo sta affondando
23 maggio 2016 20:28memeo68
Ce la facciamo a dire che si è innervosito facendo quel casino col cambio perchè la gamba non stava girando a dovere (come gli sta capitando da diversi giorni), perchè il distacco stava inesorabilmente aumentando, perchè i tifosi lo stavano acclamando come se stesse salendo a stravincere il Giro mentre invece stava arrancando probabilmente perdendolo e sarebbe voluto restare tutto solo in quella salita dell'Alpe di Siusi?
Ma che affondamento...
24 maggio 2016 07:49mdesanctis
Vogliamo dire che anche Contador lo scorso anno, avendo in testa l'accoppiata Giro-Tour, venne al Giro con la condizione all'80%? Fu salvato non tanto dall'Astana che fermç Landa quanto dai guai fisici di Aru (soprattutto a Imola e Vicenza).
Nibali ha in testa Giro-Tour-Olimpiadi. Non è sicuramente al 100%. Questo comporta dei problemi? Si. Scatti per fare fuori Valverde e quando ti scattano davanti non ne hai più. Insegui in salita, discesa, strappo del Muro del Gatto, tratto finale; fai praticamente una crono il giorno prima di quella ufficiale. Vai fuori giri e il giorno dopo non hai recuperato.
Forza Vincenzo!
mdesanctis
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