GIRO. ED ECCO IL TAPPONE. SEGUI IL LIVE

PROFESSIONISTI | 21/05/2016 | 07:53
E’ il giorno del classico “tappone” dolomitico con il susseguirsi di ben sei passi dolomitici che presentano tratti identificativi quali 4.700 di dislivello da superare con la tappa che, nel complesso, prospetta dislivelli per un totale di m. 5.400.
Sono numeri importanti destinati a incidere profondamente nell’economia della corsa rosa 2016 se, come sperano gli appassionati, i pretendenti al successo finale metteranno in  gioco le loro doti. Sono strade storiche per il ciclismo in uno scenario d’unica e incomparabile bellezza quale quello delle Dolomiti.

La tappa di ieri, divertente anche se poco incisiva per i giochi della corsa, ha portato per la prima volta un corridore della Costarica in maglia rosa: un premio che Andrey Amador si è meritato ma oggi lo vedremo probabilmente lavorare per il suo capitano Valverde. E i protagonisti attesi sono gli stessi che ieri si sono impegnati in scaramucce di alto livello, mentre lo spagnolo Mikel Nieve volava verso la sua seconda vittoria in carriera al Giro.

La partenza è da Farra d’Alpago, centro sulle sponde del lago di Santa Croce, nelle Prealpi Bellunesi, nei pressi dell’altopiano del Cansiglio. E nel bellunese si sviluppa la prima parte della tappa che misura 210 km., attraverso Ponte nelle Alpi, il capoluogo di provincia Belluno e quindi indirizzarsi verso Agordo, centro di villeggiatura e noto per l’industria dell’occhialeria. Da qui in avanti la strada della corsa sale con costanza, anche se senza strappi, verso Cencenighe Agordino, Alleghe con il suo lago, ai piedi dello spettacolare massiccio del monte Civetta, per proseguire verso Arabba. E da qui la musica cambia.

E’ il passo Pordoi il primo GPM di 1^ cat. a quota 2239. Sono poco più di 9 km d’ascesa con media del 6,9% e pendenza massima del 9%. Allo scollinamento si è nella provincia di Trento e c’è subito la risalita al Passo Sella, GPM 2^ cat., lungo km. 5,500 e con un dislivello di m. 439. La pendenza media si situa all’8% mentre la massima raggiunge il 12%. E’ la “montagna Pantani” del Giro 2016. Dopo il Sella si entra nella provincia di Bolzano e, attraverso Pian de Gralba, si giunge al GPM di 3^ cat., a quota m. 2121, del Passo Gardena.

Segue la discesa su Colfosco e c’è il passaggio da Corvara che sarà anche la sede d’arrivo di tappa. Ci sono però ancora più di ottanta chilometri da percorrere. E, subito dopo Corvara, si prospetta un altro GPM (2^ cat.) al passo Campolongo con una salita di 6 km e un dislivello di m. 347, le pendenze sono del 5,8% per quella media mentre la massima è del 13%. Si ritorna in provincia di Belluno per Arabba, Pieve di Livinallongo e, subito dopo Colle Santa Lucia, inizia il Passo Giau che è così rappresentabile: 9,800 km. di lunghezza, dislivello di m. 922 con la pendenza media del 9,4% e la massima al 14%. E’, ovviamente, valido quale GPM di 1^ categoria. Ancora giù, in discesa, verso la conca dove sorge Cortina d’Ampezzo per Pocol e quindi risalire, lungo la strada del Falzarego, al GPM di Passo Valparola, 2^ cat., quota m. 2200, lunghezza km. 11,500 e pendenza media del 6,8% con la massima che tocca il 14%.

Si è di nuovo in provincia di Bolzano e si scende per San Cassiano e La Villa e qui, tanto per concludere in bellezza, c’è la deviazione per andare a trovare lo strappo del Muro del Gatto, inedito per il Giro. Sono circa 360 metri con pendenza dal 13 al 19% e quindi ritornare sulla “retta via” che porta al traguardo di Corvara, a circa 4 km, con strada che sale sempre anche se leggermente.

I fitti numeri di questa presentazione danno la cifra tecnica delle difficoltà che infarciscono questa frazione. Tutt’altra storia per il paesaggio unico dove si svolge la corsa. Questa è però, appunto, un’altra storia che sarà proposta anche nella cronoscalata di domani.
Corvara ha già salutato i successi in tappe del Giro di Flavio Giupponi nel 1989, di Franco Vona nel 1992 e nel 1993 qui si conclusero ben due tappe con le vittoria di Moreno Argentin e Claudio Chiappucci e l’ultima, nel 2002, con la vittoria del messicano Juan Perez Cuapio.

La splendida località ladina lega il suo nome alla Maratona delle Dolomiti, evento per eccellenza fra le granfondo e, in tema di ciclismo, ma non solo, è da ricordare Maria Canins della vicina La Villa.

Giuseppe Figini

Per seguire la cronaca diretta della tappa CLICCA QUI

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COMMENTI
Landa, Demare e ...
21 maggio 2016 13:54 Pinuccio25
Ma quanto sono deboli di stomaco questi BIG ! Mi ricordo ancora i problemi gastrointestinali di Basso sullo Stelvio nel 2005, che delusione....... C\'è qualche medico che sa spiegarmi questa frequente e annosa debolezza intestinale dei corridori? Grazie

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