GIRO. CADUTA E FRATTURA PER JAVI MORENO. SEGUI IL LIVE

PROFESSIONISTI | 13/05/2016 | 06:55
Il responso del primo arrivo in salita, a Roccaraso-Aremogna, depone in favore della maglia rosa di Tom Dumoulin che ha dapprima risposto ad uno scatto di Nibali e poi, a sua volta, è ripartito con un allungo che ha determinato vari distacchi, seppure non rilevanti, comunque assai significativi, inflitti agli altri pretendenti al successo finale. E il fine settimana fra Umbria e Toscana, soprattutto l’impegnativa cronometro del Chianti di domenica, offrono nuove e rosee prospettive al capoclassifica olandese.

Il vincitore sul traguardo dell’Aremogna, il belga Tim Wellens, ha firmato un successo di prestigio con una brillante azione solitaria che regala un bis notevole alla sua formazione, la Lotto-Soudal. Il fiammingo ha offerto un probante saggio delle sue notevoli possibilità già messe in mostra in varie occasioni.

La 7^ tappa del Giro d’Italia 2016 prevede la partenza da Sulmona e l’arrivo a Foligno con un percorso di km. 211 toccando l’Abruzzo, passando per il Lazio e con l’arrivo in Umbria. L’altimetria è abbastanza mossa nella prima parte, nulla di particolare comunque, poi pianura, l’agevole ascesa al valico della Somma e quindi il finale – circa 40 chilometri – di dolce, lieve, discesa fino al traguardo.

Il via è da Sulmona, l’antica capitale del popolo dei Peligni, patria del poeta romano Ovidio, città distinta da una lunga storia e pregevoli architetture, contornata dai monti che fanno da contrafforte alla Majella, preserva la secolare e pregiata produzione degli speciali confetti per i quali è famosa. La città, soprattutto nel passato, la prima volta fu nel 1911, ha ospitato tappe del Giro d’Italia con vincitori di prestigio quali Corlaita, Brunero, Alfredo Binda (2 volte) e nel 1992 successo per il laziale Vona. L’avvio presenta una rapida escursione nella provincia di Pescara per Popoli, dove nacque alla fine del 1800 Corradino d’Ascanio, geniale ingegnere al quale si deve la progettazione della Vespa Piaggio e dei primi elicotteri, località nota pure per la salita che si conosce come “Le svolte di Popoli”, GPM di 2^  cat. a m. 746.

Un approccio d’impatto subito in avvio e quindi, lungo strade con rilievi non accentuati, lungo la s.s. 17, si superano L’Aquila, il capoluogo di regione di lunga storia e tradizione, gravemente ferita dal terremoto del 2009 e quindi, superata Sella di Corno, si passa nel Lazio, nella provincia di Rieti. Antrodoco, Terme di Cotilia, Rieti, sono le località, sovrastate dal Terminillo, che s’incontrano lungo il tracciato in piano che immette in Umbria, provincia di Terni, con il piacevole panorama del lago di Piediluco. Fra i molti altri riferimenti ciclistici, si può ricordare la vittoria di tappa di Giuseppe Martinelli in maglia Magniflex, nel Giro del 1978, nella Latina-Piediluco, il primo dei tre successi di tappa nella corsa rosa del d.s. bresciano che, ma in veste di tecnico, è stato già alla guida di cinque vincitori del Giro. Lo spettacolo (quando è possibile vederlo a causa del condizionamento determinato dall’utilizzo per la produzione energetica) che offre le cascate delle Marmore, nel territorio di Terni, anticipa il passaggio nel capoluogo che ha quale protettore San Valentino.

Si giunge nella provincia di Perugia con il superamento del tunnel al Valico della Somma, GPM di 4^ cat., m. 646. Dolce discesa su strade ampie verso Spoleto, un gioiello d’architetture, centro storico e culturale, anche attuale, di primo rilievo e, nel dolce paesaggio collinare dell’Umbria, attraverso Campello sul Clitunno e Trevi si raggiunge il traguardo di Foligno. E’ una città ricca di tradizioni e monumenti che ha saputo preservare, recuperandoli, anche dopo i gravissimi danni causati dal terremoto del 1997. E’ famosa la medievale sfida della Giostra della Quintana che richiama sempre grande folla a giugno e settembre, i due mesi quando si svolge la tenzone. E’ un centro di varie attività in differenti settori. Foligno, quale traguardo, ha già visto per il Giro le vittorie di Franco Bitossi nel 1968 e, recentemente, nel 2014, quella dello sprinter francese Nacer Bouhanni.

Nel tratto finale, negli ultimi due chilometri, sono indicate diverse curve con vario andamento con la retta conclusiva di m. 160, larga 7 metri.
E’ assai probabile la conclusione in volata, salvo sempre possibili sorprese.

Giuseppe Figini

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COMMENTI
13 maggio 2016 16:10 vecchione
Un invito ai commentatori RAI: basta con l'autopromozione, la reciproca incensanzione del "cerchio magico".
Abbiamo tutti gli occhi e le orecchie per vedere e sentire.
E i miracoli tecnologici? Li aspettiamo ma, per il momento, qualche fondo schiena, e pure sgranato, fra i molti sganciamenti.

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