Cosa sono quattro secondi di fronte all’eternità? Cosa sono quattro secondi alla fine di un Giro d’Italia? Niente. Uno scarto, una sbavatura, un residuo invisibile. Ma proprio come un moscerino nell’occhio, può dare un fastidio terribile e irritare anche un elefante. L’idea che Valverde li guadagni sui Nibali, sui Dumoulin, sui Landa sfruttando una caduta all’ultima curva di Taaramae, questo semplice scarto infinitesimale accende discussioni bibliche. Si vedono i direttori sportivi dei ritardatari correre dalla giuria per invocare la regola della neutralizzazione dei tempi a meno tre chilometri. Si vedono i qualificati opinionisti televisivi visionare e rivisionare le fasi finali. Si vedono gli espertoni di articoli e comma scartabellare i codici. Si arriva a un pelo dalla guerra mondiale. Ha un senso, tutto questo?
La frase più citata non è propriamente inedita: «È una questione di principio». Noi le questioni di principio le scomodiamo con molta passione, direi con furore, soprattutto sulle battaglie cavillose. Questa, nel suo genere, è troppo appetitosa perché possa esaurirsi in quattro secondi. Nel dopogara, i quattro secondi durano più di un’ora. Siccome non sono un leguleio, umilmente non prendo posizione. Mi spiace. Ma a sentire gli esperti, di una parte e dell’altra, c’è da uscirne matti. Chi dice che il regolamento parla chiaro: la caduta non incide, Valverde è soltanto più sveglio degli altri e dunque può tenersi il suo vantaggio. Chi dice che il regolamento parla chiaro: se c’è una caduta negli ultimi tre chilometri, si congela tutto e la classifica non viene toccata.
In sostanza, il regolamento parla talmente chiaro che alla fine non c’è verso di avere una risposta sicura. Per quanto mi riguarda, lascio la questione agli esperti e mi limito soltanto a un paio di domande. Domanda uno: se il distacco di Nibali e soci, penalizzati dalla caduta, fosse di 40 o 55 secondi, davvero la prenderemmo così alla leggera? Domanda due: come farà da domani a stare in piedi questa norma di neutralizzare i tempi negli ultimi tre chilometri?
Presa per nobili motivi di sicurezza, per allontanare dalla bolgia dello sprint gli uomini di classifica e le loro squadre, a Benevento viene simpaticamente tumulata. Potrei giurarci: per quattro miserabili secondi, da domani si ricomincia alla vecchia. Rissa là davanti fino all’ultimo metro e si salvi chi può. Dopo le prevedibili cataste umane, tutti convocati sul palco per discutere un tema d’emergenza: cosa fare per garantire la sicurezza negli sprint, non sarebbe intelligente neutralizzare i tempi nel finale?
Un conto è la neutralizzazione della corsa negli ultimi 3km. È un conto la neutralizzazione per i corridori coinvolti (o danneggiati) da cadute o guasti meccanici, negli ultimi 3 km. È stato applicato il regolamento da una giuria attenta e compete. Quando di scrive di ciclismo bisognerebbe sapere il regolamento, prima di sparare. Se Nibali e gli altri perdevano 2 minuti, gli davano 2 minuti. O di cambia il regolamento....
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